Uccisione del terrorista un anno dopo. L'ex sindaco: "Gli avvoltoi e i saccenti hanno fatto male alla città"

Duro affondo di Monica Chittò, all'indomani dell'archiviazione dell'inchiesta sui possibili fiancheggiatori di Anis Amri: "Per chi ci attaccò solo il mio disprezzo"

Uccisione del terrorista un anno dopo. L'ex sindaco: "Gli avvoltoi e i saccenti hanno fatto male alla città"
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Uccisione del terrorista un anno dopo. L’ex sindaco di Sesto San Giovanni: “Gli avvoltoi e i saccenti hanno fatto male alla città”. Duro affondo di Monica Chittò, all’indomani anche dell’archiviazione dell’inchiesta dell’Antiterrorismo sui possibili fiancheggiatori lombardi e sestesi di Anis Amri: “Per chi ci attaccò solo il mio disprezzo”.

L’uccisione del terrorista, un anno dopo

Per la Chittò, il 23 dicembre dell’anno scorso fu – per sua stessa ammissione – il giorno più difficile della sua vita. Forse non solo politica. Alle 3 di notte, una pattuglia della Polizia intercettò il responsabile della strage di Berlino davanti alla stazione ferroviaria. Amri sparò, colpendo un agente. Il collega rispose al fuoco, per legittima difesa, e lo uccise. E Sesto San Giovanni fece il giro del mondo.

Lo sfogo dell’ex sindaco: “Quanto male avete fatto a Sesto”

“Non dimenticherò mai il 23 dicembre dello scorso anno – ha esordito l’ex sindaco, ora consigliere comunale del Pd d’opposizione, in un lungo post su Facebook – Non lo dimenticherò perché qui a Sesto è stato fermato per sempre Amri, il terrorista di Berlino. Non lo dimenticherò per la tensione di quella giornata che ha visto la nostra città irrompere al centro della cronaca mondiale. Non lo dimenticherò per l’orgoglio con cui potevo rivendicare che a Sesto, grazie a un controllo ordinario del territorio, era accaduta una cosa che di ordinario non aveva proprio nulla. Ore e ore davanti alle telecamere a parlare con i giornalisti. A rispondere a tutte le domande, ma soprattutto a rigettare le insinuazioni sulla nostra città che a molti non pareva vero di poter descrivere come il crocevia delle peggio cose. E poi ci sono stati gli avvoltoi che subito si sono fiondati a fare la loro meschina propaganda insinuando che se Amri era arrivato a Sesto non poteva essere per caso”.

“Quando Salvini diede il via a una campagna elettorale feroce”

Il giorno dopo, il leader della Lega Matteo Salvini arrivò davanti alla stazione di Sesto. E subito venne circondato dalle telecamere delle tv (non solo italiane) presenti in quello che era diventato il “capolinea del terrore” di Anis Amri. “Come non ricordare Salvini, che si è precipitato davanti alla stazione a farsi riprendere e a dare il La a una campagna elettorale che è stata feroce e vigliacca – ha aggiuntò la Chittò – Ma quelli erano gli avversari, gli avvoltoi. Non trovo invece parole nei confronti di coloro che per un briciolo di popolarità si divertirono a loro volta a insinuare, improvvisandosi inquirenti saccenti. Quanto male avete fatto alla nostra città, e lo avete fatto nella piena coscienza di quello che stavate dicendo. Sarebbe stato meglio tacere e aspettare la fine delle indagini. La fine è arrivata. Amri non aveva legami con il nostro territorio”.

Ancora un grazie ai due agenti di Polizia

“La professionalità di due giovani agenti ha fermato Amri per sempre. A loro ancora il mio più sincero ringraziamento. A quanti (e sono tanti a partire dal mio vice sindaco Andrea Rivolta) mi sono stati vicini in quei giorni un pensiero affettuoso. Agli avvoltoi che si sono esercitati in un triste ballo della vanità politica tutto il mio disprezzo. Agli altri, quelli che avvoltoi non sono perché hanno sempre la verità in bocca, non dedico nessun mio sentimento. Non lo meritano per il male che hanno contribuito a fare alla mia amata Sesto”.

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