Monza

Un Consiglio comunale ad hoc per il (contestatissimo) maxi svincolo

Residenti pronti alle vie legali: "Si tuteli la salute o ci rivolgeremo al Tar"

Un Consiglio comunale ad hoc per il (contestatissimo) maxi svincolo
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Un Consiglio comunale ad hoc per discutere del contestatissimo del maxi svincolo di San Rocco-Sant'Alessandro, a Monza, che prevede la realizzazione di un tunnel unidirezionale di collegamento tra l'uscita della A4 alla A52. A chiederlo, facendosi portavoce delle istanze dei residenti, è stato il consigliere di opposizione Paolo Piffer (Civicamente).

Il maxi svincolo in Aula

Una richiesta - alla quale una risposta sarà data lunedì, il 4 marzo 2024, nel tardo pomeriggio, quando si riunirà la capigruppo che deciderà il giorno - che arriva per via "delle difficoltà riscontrate dai cittadini a interloquire con l'Amministrazione - ha precisato Piffer - Si tratta di un progetto che andrà a impattare non solo sui residenti di San Rocco e Sant'Alessandro, ma su tutti i monzesi e dunque deve essere trattato nella massima trasparenza. Si deve fare chiarezza e si devono rendere note tutte le informazioni".

Le istanze del Comitato

Il consigliere porterà dunque in Aula le istanze sollevate dai cittadini, in particolare dal Comitato delle vie Gentili, Talete e Aristotele, i cui rappresentanti, da quando hanno ricevuto le prime lettere di esproprio, tra la fine di aprile e l'inizio di maggio dello scorso anno, chiedono modifiche al progetto.

I rischi per la salute

Istanze che riguardano prima di tutto la salute. Che sussistano possibili e concreti rischi in tal senso, lo aveva messo nero su bianco lo stesso Ministero della Salute quando, chiamato a pronunciarsi in merito al possibile impatto dell'infrastruttura sul benessere dei residenti, aveva parlato di "5.600 persone che  saranno soggette a un potenziale incremento del rischio inalatorio di tipo cancerogeno".

Nessun passo indietro sulla trincea

Un giudizio chiaro che però finora, nonostante i ripetuti solleciti da parte dei residenti delle zone interessate, non è servito a modificare il progetto di Serravalle, finanziato interamente da Regione Lombardia e che prevede un tunnel sotterraneo che passerà sotto via Gentili, per diventare in trincea (ovvero "aperto") nell'ultima tratta, "proprio di fianco alla scuola media Pertini, alla palestra di sua pertinenza e al centro sportivo".

Il parere (discordante) degli uffici

"Abbiamo chiesto che la bretella venga realizzata interamente interrata - ha spiegato Lorenzo Villa, vicepresidente del Comitato - Fatto che aveva sottolineato anche la dirigente del Settore Ambiente ed Energia del Comune di Monza quando, a giugno dello scorso anno, aveva inviato la sue conclusioni al dirigente del settore Mobilità".

Un documento nel quale la dirigente, tra le altre cose, chiedeva anche "l'eliminazione del tratto in trincea e la relativa copertura". Peccato, osservano i rappresentanti del Comitato, che nella pec poi inviata al Ministero, a Regione Lombardia e alla Commissione tecnica di Vas di tale "suggerimento" non vi fosse traccia. Il dirigente del settore Mobilità, aveva infatti preferito puntare su altro, chiedendo per il tratto in trincea non la copertura (che sarebbe molto più onerosa per il committente), bensì "la mitigazione ambientale tramite la messa a dimora di un'opportuna schermatura a verde con essenze arboree volte alla diminuzione delle emissioni e alla riduzione dell'inquinamento acustico".

Possibile un ricorso al Tar

Perché, si chiedono i residenti, questa "contraddizione" tra settori? "Tre sono gli aspetti del progetto che ci preoccupano maggiormente - ha sottolineato l'avvocato Giovanni Testa - Ci sono rischi per la stabilità degli edifici, visto che il cantiere, dove ci saranno scavi fino a 16 metri di profondità, sarà a ridosso delle case. C'è il nodo legato alla viabilità della zona nel periodo dei lavori che dovrebbero durare un anno e mezzo. Ma in gioco c'è soprattutto la salute dei residenti, degli alunni del comprensivo e dei ragazzi che si allenano nel campo sportivo all'angolo con via Paisiello. Il diritto alla salute è sancito pure nella Costituzione. Per questo, se il sindaco non garantirà questo diritto, riteniamo possano esserci i presupposti per chiedere lo scioglimento del Consiglio Comunale". Ma l'avvocato Testa non esclude nemmeno la possibilità di fare ricorso al Tar. "E' chiaramente venuta meno la finalità del progetto, visto che era stato pensato in vista delle Olimpiadi Milano Cortina del 2026. Siamo ancora in fase di valutazione ambientale, è chiaro che non ci sono le tempistiche per portarlo a termine entro quell'appuntamento. Ma il ricorso lo potremmo fare  pure, di nuovo, per tutelare la salute collettiva. Non solo perché l'inquinamento peggiorerà, ma perché è previsto che si scavi accanto a un pozzo di falda, da dove proviene acqua di cui tutti noi del quartiere facciamo uso".

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