Il caso

Usmate Velate: l'imprenditore arrestato tentò di incastrare il sindaco con una falsa denuncia

Galdino Magni avrebbe voluto presentare una falsa denuncia per concussione contro il primo cittadino che non voleva firmare la convenzione per la realizzazione del centro commerciale in via Medaglie d'Oro

Usmate Velate: l'imprenditore arrestato tentò di incastrare il sindaco con una falsa denuncia
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Dalle carte in possesso della Procura emergono nuovi dettagli sul terremoto che nei giorni scorsi ha portato a nove arresti a Usmate Velate. Uno di loro, l'imprenditore Galdino Magni, avrebbe persino tentato di incastrare il sindaco Lisa Mandelli con una falsa denuncia per concussione.

L'imprenditore arrestato tentò di incastrare il sindaco

L'intenzione di incastrare il primo cittadino sarebbe nata dopo lo spostamento del responsabile dell'Ufficio tecnico del Comune, Antonio Colombo. Un provvedimento assunto dopo i primi blitz della Guardia di Finanza in Municipio che di fatto aveva bloccato la stipula di una convenzione urbanistica legata al comparto di via Medaglie d'Oro, dove sarebbe dovuto sorgere un piccolo centro commerciale. Lo stallo avrebbe convinto Galdino Magni a intervenire in prima persona per "rovinare l'esistenza" del sindaco, come si legge nell'ordinanza:

"In sintesi ipotizzava di presentare una falsa denuncia per concussione ai danni del sindaco di Usmate Velate affermando che gli fosse stata chiesta la somma di 20mila euro per addivenire alla stipula della convenzione e che, in mancanza del pagamento, non vi sarebbe stato il rogito"

La replica del sindaco Mandelli

Un passaggio che testimonierebbe la spregiudicatezza dei presunti corruttori, pronti a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo e portare a compimento il piano d'intervento urbanistico con ogni mezzo. Da qui, la replica del sindaco Mandelli affidata questa mattina, giovedì 2 maggio, a un comunicato stampa:

"Apprendo con sincero sgomento da notizie di stampa che uno degli indagati, destinatario di misura in carcere, intendeva costruire per denigrarmi e liberarsi della mia presenza, reputandomi un ostacolo per il conseguimento dei suoi interessi, una falsa denuncia nei miei confronti, dichiarando di essere stato concusso. Se tali fatti saranno confermati, significa che la mia condotta istituzionale deve avere infastidito a tale punto da volerla gravemente denigrare. In tutti questi anni ho operato con senso di responsabilità, nel pieno rispetto della legge, ponendo al centro l'interesse della collettività come unico fondamento delle mie decisioni"

"Tutelerò la mia figura in ogni sede"

Il sindaco è pronto a tutelare la propria figura, istituzionale e personale, in ogni sede qualora i fatti dovessero essere confermati:

"Con questo stile ho gestito la situazione creatasi l’anno scorso nel Comune a seguito delle indagini che hanno coinvolto un ex dipendente, volendo inoltre con decisione un supporto legale-amministrativo a garanzia dell’operato mio e dell’Amministrazione tutta nei procedimenti che via via dovevano essere affrontati e decisi. Dagli ultimi sviluppi relativi all’indagine che ha coinvolto il nostro paese, ho appreso altresì solo ora di situazioni non note né a me, né alla struttura comunale. Abbiamo inoltre inserito nel corso del 2023 il whistleblowing come strumento a disposizione dei dipendenti comunali per segnalare situazioni di irregolarità in modo totalmente anonimo. Non risulta che nessuno abbia segnalato anomalie al segretario comunale, responsabile delle procedure anticorruzione all'interno dell'ente, procedure adottate a norma delle vigenti leggi. Confido nel lavoro della Magistratura e, qualora risultasse confermata la volontà di soggetti indagati di causarmi un grave danno, tutelerò la mia figura in ogni sede, dato che da parte mia il rispetto delle regole non è mai venuto meno in questi anni di guida del paese"

Proseguono gli interrogatori

Intanto sono cominciati gli interrogatori agli indagati. Galdino Magni e Antonio Colombo sono stati ascoltati martedì dal pm Angela Colella: i due si sono difesi dalle accuse fornendo le proprie versioni dei fatti. Attesa, invece, per l'imprenditore Alberto Riva, il terzo destinatario della misura cautelare del carcere: al momento risulta all'estero, ma avrebbe già rassicurato gli inquirenti di essere pronto a rientrare in Italia e mettersi a disposizione dell'autorità giudiziaria. Oggi, giovedì, saranno invece ascoltati i sei indagati che si trovano agli arresti domiciliari: i fratelli Giovanni Carlo Beretta e Annabella Beretta, Francesco Magnano, Luigi Roncalli, Donato Magni e Ancilla Cantù.

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