Nuove scintille

Vaccini anti Covid, è scontro sui dati tra Regione Lombardia e Fondazione Gimbe

Stando ai dati diffusi dall'ente indipendente di ricerca, in Lombardia sarebbe stato vaccinato il 51% di personale non sanitario. Il Pirellone smentisce la ricostruzione: agli operatori non sanitari il 21,1% dei vaccini.

Vaccini anti Covid, è scontro sui dati tra Regione Lombardia e Fondazione Gimbe
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Secondo i dati aggiornati al 27 gennaio e diffusi dalla Fondazione Gimbe, in Lombardia il 51 per cento dei vaccini anti Covid sarebbe stato somministrato a cittadini che non fanno parte del personale sanitario.

Vaccini anti-Covid, è scontro sui dati tra Regione Lombardia e Fondazione Gimbe

Sempre secondo il report diffuso ieri (giovedì 28 gennaio) da Gimbe sarebbero 350.548 le dosi somministrate a livello nazionale a «una fascia non prevista dal Piano vaccinale». Nonostante la fase 1 della campagna vaccinale abbia indicato tra le categorie prioritarie gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle Rsa, una grande porzione delle dosi consegnate sarebbe stata somministrata anche a tutti quei dipendenti delle strutture ospedaliere che rivestono, ad esempio, incarichi amministrativi e che avevano dato la propria disponibilità per ricevere il siero anti-Covid.

Regione smentisce

Tuttavia, la ricostruzione fornita dalla Fondazione Gimbe è stata smentita da Regione Lombardia, che in un comunicato ha sottolineato che «non è coerente con l’attività vaccinale realmente svolta e comunicata al Ministero della Salute». In particolare, la percentuale di operatori non sanitari vaccinati sarebbe del 21,1 per cento e si tratterebbe del personale che opera nelle aziende ospedaliere pubbliche, private, enti e strutture accreditate o autorizzate nell’ambito del servizio sanitario regionale. «Il personale vaccinato – aggiungono dal Pirellone – rientra quindi nelle categorie indicate dalla struttura commissariale, per la prima fase della campagna».

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