Si tratta di un limbiatese

Vandalismi a sfondo antisemita, denunciato

Un egiziano di 45 anni è il presunto autore di alcune scritte davanti alla sede di Mediaset e allo studio di un regista

Vandalismi a sfondo antisemita, denunciato

Un limbiatese ha lasciato dietro di sé una scia di vandalismi a sfondo antisemita. E nell’elenco compaiono anche delle scritte apparse nei pressi della sede di Mediaset a Cologno Monzese: una svastica accompagnata da una stella di David, con in mezzo il simbolo dell’uguale per equiparare (nelle intenzioni dell’autore) l’Olocausto all’offensiva di Israele nella Striscia.

Vandalismi a sfondo antisemita, denunciato

È stato identificato e denunciato l’autore degli sfregi apparsi tra agosto e settembre. Si tratta di un 45enne di nazionalità egiziana, residente a Limbiate, di professione lavoratore autonomo nel campo dell’edilizia, sposato, padre di una figlia e incensurato.

Fondamentali, per arrivare alla sua identificazione, sono state le iniziali risultanze investigative condotte dai Carabinieri della Tenenza di Cologno Monzese, che questa estate si erano mossi subito dopo l’apparizione dei graffiti in questione, su un muro a poca distanza dal quartier generale del Biscione. Altri, delle medesima tipologia, erano stati tracciati su un cartello della segnaletica stradale.

A chiudere il cerchio attorno al 45enne sono stati i militari del Nucleo investigativo di Milano, che invece si sono concentrati su uno sfregio (sempre con una bomboletta spray rossa) lasciato il 5 settembre sotto le finestre dello studio meneghino di Ruggero Gabbai, regista del documentario «Liliana» sulla vita della senatrice a vita Liliana Segre.

Il regista Ruggero Gabbai, autore del documentario «Liliana» davanti alle scritte sotto accusa

Il 45enne non è mai stato censito nelle manifestazioni ProPal, ma per stessa sua ammissione a spingerlo è stato il conflitto in Medio Oriente. Intanto è stata richiesta una copia forense del suo cellulare. «Ero in pena per Gaza, per la strage di civili», si è giustificato davanti ai Carabinieri che lo hanno indagato e deferito a piede libero per minacce aggravate da odio razziale. Le indagini continuano per chiarire come mai abbia scelto proprio quel punto di Milano e come sapesse che lì si trovasse lo studio di Gabbai. Visti i suoi spostamenti tra Milano e Cologno, non è escluso che sia entrato in azione approfittando delle trasferte lavorative. Altri segni praticamente identici sono stati repertati nel quartiere ebraico di Milano.

«Sicuramente qualcuno che conosce la nostra attività cinematografica e la nostra filmografia basata sul dramma della Shoah, la mafia, il rispetto dei diritti, della legalità e delle minoranze ha voluto mandare un messaggio chiaro nella sua violenza e volgarità – aveva scritto Gabbai sui social dopo l’apparizione delle scritte antisemite – Continueremo a lavorare per cercare il dialogo e l’approfondimento dei temi storici e politici, senza arretrare di un centimetro».