Verso il Convegno Unesco sabato a Monza: gli articoli degli studenti del Porta sulla Turchia. "E se un giorno vi togliessero la libertà di pensiero e parola? "

Sabato mattina si terrà il nostro convegno con Unesco Giovani Lombardia al liceo Porta in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani

Verso il Convegno Unesco sabato a Monza: gli articoli degli studenti del Porta sulla Turchia. "E se un giorno vi togliessero la libertà di pensiero e parola?

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Sabato mattina si terrà il nostro convegno con Unesco Giovani Lombardia al liceo Porta in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani: QUI TUTTE (MA PROPRIO TUTTE) LE INFO SULL'EVENTO, CHE TRASMETTEREMO IN DIRETTA FACEBOOK

I ragazzi della scuola hanno lavorato molto, in queste settimane, per prepararsi all'appuntamento. E in particolare hanno approfondito uno dei temi che saranno al centro del dibattito: la condizione del giornalismo in Turchia, oggi, che approfondiremo in sala con l'aiuto di Marta Ottaviani, giornalista esperta di esteri e autrice del libro "Il Reis, come Erdogan ha cambiato la Turchia", che ha da poco vinto il prestigioso premio FiuggiStoria 2016.

Vi ricordiamo infatti che il tema di quest'anno della Giornata dei diritti umani è proprio il diritto all'informazione, come diritto fondamentale e inalienabile dei cittadini.

Ecco qui un articolo preparato dalla 5^FS

 

E se un giorno vi togliessero la libertà di pensiero e parola?

E i media? Immaginiamo se l’articolo 21 sul diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola venisse abolito dal governo. Come reagirebbe il popolo italiano? E il mondo? All’interno dello stato ci sarebbero delle rivolte e molti giornalisti sarebbero condannati perché continuano a fare il loro lavoro. Ecco questo sta avvenendo in Siria. Molti giornalisti sono stati accusati o addirittura uccisi mentre stavano denunciato quello accade in questi territori martoriati dalla guerra.

La repressione che c’è stata qui dei media è assurda e eccessiva. Togliere la possibilità di comunicare vuol dire togliere la libertà di ognuno di noi di esprimere ciò che pensiamo; libertà che è stata ottenuta anni fa in Europa attraverso lotte e vite di molti uomini. La stessa cosa sta succedendo oggi in Siria.

Lo stato della Turchia versa in una situazione molto difficile principalmente per la politica inadeguata del Presidente del Consiglio Recep Tayyip Erdogan. Sessantaduenne, definito megalomane pericoloso, ottuso e drogato della sua smodata ambizione, ha rifiutato molte offerte di pace, aiutando, invece, gruppi terroristici come l'Isis e privando della libertà di parola chiunque si opponesse al suo potere e osasse denunciare la sua politica guerrafondaia e repressiva.

In seguito al fallimento del golpe, Erdogan ne esce rafforzato: forte della sua facile vittoria, il suo regime minaccia esecuzioni in massa e una nuova ondata di repressione che non toccherà certamente solo i membri dei corpi armati dello Stato che si sono sollevati contro di lui. Egli sta colpendo anche  i magistrati, ben tremila, che non si erano sottomessi all’aspirante sultano, il quale sta lanciato una serie di purghe all’interno delle istituzioni;durante un discorso ai suoi sostenitori, ha fatto intendere che potrebbe reintrodurre esecuzioni capitali,che in Turchia non avvenivano dal 1984 e la pena di morte,che era stata abolita nel 2004 nell’ambito di una serie di riforme per entrare nell’Unione europea.

Inoltre,per rafforzare ulteriormente il suo potere, ha elaborato un referendum costituzionale che garantisce alla sua carica un maggior controllo sul Parlamento. Un episodio significativo é quello della scrittrice pluripremiata Asli Erdogan che rischia l'ergastolo per aver espresso la sua opinione a favore del partito curdo dei lavoratori. É accusata per questo di terrorismo armato e le é proibito ogni forma di supporto Europeo dallo stesso Presidente che minaccia di aprire i valichi di frontiera ai rifugiati.

La censura in territorio turco è precedente alla fondazione della Repubblica (1923). Il 15 febbraio 1857, l'Impero Ottomano emana una legge di regolamentazione delle tipografie, per la quale i libri dovevano essere mostrati prima della stampa al direttore, che li trasferiva alla commissione per l'istruzione e alla polizia. Se non erano sollevate obiezioni, il Sultanato li avrebbe esaminati. Senza la censura del Sultano, quindi, i libri non potevano essere legalmente pubblicati. Il 24 luglio 1908, all'inizio della Seconda Era Costituzionale dell'Impero, la censura fu tolta; tuttavia, i giornali che pubblicavano articoli che potevano costituire un pericolo alla sicurezza interna o esterna dello Stato furono chiusi.

Ora però bisogna domandarsi cosa possiamo fare noi cittadini italiani? Sta ad ognuno di noi trovare la risposta e la miglior forma di aiuto che noi possiamo dare ai siriani. Mettiamoci nei loro panni e domandiamoci cosa vorremmo noi? Un po’ di cibo in più, dei vestiti oppure un semplice tentativo di far capire ai vari governi che abbiamo bisogno aiuto? Ora però datevi una risposta e agite.

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