Inclusione

Vimercate senza barriere con gli studenti del Vanoni

Il progetto si pone l'obiettivo di rendere la città più accessibile a tutti: si parte da Palazzo Trotti

Vimercate senza barriere con gli studenti del Vanoni
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Vimercate senza barriere con gli studenti del Vanoni. Nasce la collaborazione tra Comune, scuola e Associazione Peba Onlus per mappare le barriere architettoniche presenti in città e a progettare gli interventi utili a eliminarle.

Vimercate senza barriere con gli studenti del Vanoni

Si chiama “Vimercate senza barriere” ed è il titolo di un ambizioso progetto nato con lo scopo di rimuovere le barriere architettoniche presenti in città. Gli attori in campo lavoreranno in ossequio al "PEBA", ovvero Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche previsto dalla normativa delle Amministrazioni comunali. Due gli appuntamenti in agenda per questa nuova e proficua collaborazione, in programma per l’8 e il 16 marzo; in questi due incontri gli studenti conosceranno le leggi sulla disabilità.

Il progetto

Ad introdurre i lavori il sindaco della città di Vimercate Francesco Sartini, il vicesindaco Valeria Calloni e il tecnico comunale Samanta Verderio; si proseguirà con l’intervento dell’architetto Andrea Ferretti, presidente dell’Associazione Peba Onlus, e a seguire i docenti dell’Istituto Vanoni con la Dirigente Elena Centemero e i professori Maria Cristina Gatto e Marcello Maltese. Il progetto “Vimercate senza barriere” coinvolgerà le classi III, IV e V del Vanoni, che avranno dunque il compito di analizzare le barriere architettoniche presenti a Palazzo Trotti, sede del Comune. Gli studenti si occuperanno di effettuare i rilievi e si cimenteranno nella creazione di progetti che comprenderanno anche la quantificazione economica degli stessi. Al Comune spetterà successivamente la decisione di adottarlo e metterlo in attuazione.

"L'accessibilità è irrinunciabile"

Soddisfazione da parte del sindaco Francesco Sartini.

"L’Amministrazione comunale partecipa con soddisfazione a questa iniziativa in collaborazione con l’IIS Vanoni e l’Associazione PEBA onlus. Non solo per l’obiettivo di coinvolgere gli studenti della scuola in una attività pratica sul nostro territorio, ma soprattutto perché questa iniziativa racchiude in se molti altri fattori positivi, come la possibilità per gli studenti di conoscere e apprezzare i luoghi del nostro territorio, e in questo caso il bellissimo palazzo Trotti, ma anche di guardarli con l’occhio di chi deve prendersene cura con attenzione rivolta a chi potrebbe soffrire le limitazioni delle barriere architettoniche. Identificare le barriere e proporre delle soluzioni per superarle su un palazzo storico è indubbiamente un compito difficile, che richiede equilibrio nel definire gli interventi necessari affinché tutti possano accedere al palazzo in sicurezza, senza sacrificare la conservazione delle caratteristiche storiche irrinunciabili. Oggi sappiamo che la sicurezza e l’accessibilità non sono più un optional o un compromesso, ma una caratteristica irrinunciabile dei luoghi".

Un grande problema irrisolto

Quello delle barriere architettoniche resta comunque un grande problema al giorno d'oggi, proprio come evidenziato da Andrea Ferretti, presidente dell’associazione Peba Onlus.

“Siamo stati accolti con grande calore sia dall’Amministrazione comunale sia dall’Istituto Vanoni, e cosi anche a Vimercate metteremo in atto il protocollo di lavoro che stiamo adottando in molte città italiane. Le barriere architettoniche sono rimaste un grande problema irrisolto per gli alti costi della loro mappatura sul territorio, ma con questo metodo di lavoro stiamo dimostrando che è possibile vincere unendo le forze migliori, e la scuola è un attore fondamentale. Cosi facendo non solo eliminiamo le barriere architettoniche, ma formiamo nuove generazioni di tecnici sensibili e competenti sul tema. Il corso che offriamo alle scuole prevede anche l’esperienza diretta del significato di disabilità e inclusione, facciamo infatti provare ai ragazzi cosa significa vivere una città in carrozzina, o senza l’uso della vista, o praticare uno sport con disabilità”.

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