la sentenza

Violenza sessuale e stalking: condannato 37enne di Monza

Cinque anni e otto mesi al termine del rito abbreviato per i reati commessi ai danni di una quarantenne di Cantù

Violenza sessuale e stalking: condannato 37enne di Monza
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È stato condannato dal Tribunale di Monza con rito abbreviato a cinque anni ed otto mesi un 37enne residente a Monza resosi responsabile di violenza sessuale, atti persecutori, lesioni personali con aggravanti comuni ai danni di una donna residente a Cantù

La violenza sessuale ai danni della canturina: la denuncia alla Polizia Locale

Il 21 novembre 2018 si è presentata al Comando di Polizia Locale di Cantù una 40enne canturina accompagnata da un amico residente in città, manifestando l’intenzione di sporgere querela contro A.B., suo conoscente dal febbraio 2018 e con il quale aveva avuto una relazione sentimentale ormai conclusa. Nella querela la vittima spiegava di aver subito dal querelato molestie, ingiurie, violenze e minacce unite a comportamenti sminuenti della propria persona. Tali comportamenti sarebbero iniziati poco dopo l’inizio del rapporto sentimentale per culminare in un episodio di violenza con conseguenti lesioni personali accaduto il 20 aprile 2018 a Como.

La vicenda

Dopo essersi conosciuti in un locale d’intrattenimento della provincia nel mese di febbraio, la vittima era oggetto di una serie di comportamenti tale da produrle una vera dipendenza psichica, tale da acconsentire per paura delle conseguenze che sarebbero derivate da un rifiuto a consumare un rapporto intimo con l’aggressore in un hotel di Como alla fine del quale la donna era stata sbattuta fuori dalla camera. Seguivano mesi in cui la vittima era oggetto di percosse, bruciature da sigarette, altri rapporti sessuali non consenzienti, tentativi di aggressioni ed abbandono a seguito di rifiuto di consumare dei rapporti carnali alla stazione a Monza dove era stata condotta, violenze e sottrazione di denaro nei pressi di un fast food di Como, dopo che il condannato aveva evidentemente pedinato la vittima.

In particolare nei mesi di novembre e dicembre 2018, con le indagini già in corso, A.B aveva effettuato diverse chiamate alle quali la vittima, estremamente provata, faceva rispondere amici e congiunti poi tutti sentiti quali persone informate sui fatti. Durante le conservazioni il monzese inutilmente cercava di dissimulare l’identità e il vero motivo delle chiamate, rimandando a presunte offerte di lavoro per la perseguitata. In tutte le conversazioni offendeva l’onorabilità della donna. La condanna pronunciata martedì per tutti i reati, in particolare la violenza sessuale, è stata accolta con soddisfazioni dai legali della vittima, che non hanno fatto mancare la loro gratitudine agli inquirenti.

I commenti

“La scelta del rito abbreviato e la significativa condanna confermano la bontà del quadro probatorio costruito dai colleghi del Nucleo di Polizia Giudiziaria del Comando – dichiara il Comandante del Corpo di Polizia Locale canturino Vincenzo Aiello – Con orgoglio possiamo affermare di aver perseguito con successo uno tra i comportamenti più abietti che si possano compiere, un’attività investigativa che è costata una certa fatica anche dal punto di vista umano, ai colleghi, va il mio plauso e la mia gratitudine”.

L’assessore alla Sicurezza e Polizia Locale, Maurizio Cattaneo, aggiunge: “Il nostro Corpo di Polizia Locale, ha dato dimostrazione di estrema competenza e professionalità, essere sempre accanto alla comunità, come recita il motto dell’araldica del Comando, significa anche questo, sapere coniugare aspetti propri di Polizia a quel tratto di umanità e conforto delle vittime che costituisce un valore aggiunto”.

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