Arte e segreti del cimitero: "Ora sia dichiarato Monumentale"
Uno studio voluto dagli Amici dei Musei rivela il volto nascosto del camposanto di Monza
Dai motivi che portarono alla realizzazione del nuovo cimitero, passando per i celebri scultori che ne andarono a plasmare il volto, fino alla sua valenza architettonica, spesso paragonata a quella che il Monumentale riveste per Milano.
Arte e segreti del cimitero
Il volume Il Cimitero di Monza - Arte Monumentale, realizzato dall’associazione Amici dei Musei - realtà presente sul territorio da più di quarant’anni e che si occupa della tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio artistico e storico della città - è una miniera di informazioni e di curiosità riguardanti la storia e l’arte del camposanto di via Foscolo, a Monza. Progettato da Ulisse Stacchini (celebre architetto che ha progettato, tra le tante opere, la stazione centrale di Milano e lo stadio Meazza), ospita monumenti di grande pregio, compresi alcuni provenienti dal vecchio cimitero (caduto poi in disuso) di San Gregorio.
Lo studio degli Amici dei Musei
«Illustri artisti hanno realizzato monumenti attualmente presenti nel cimitero urbano e molti di loro sono autori anche di pregevoli sculture che si trovano al Cimitero Monumentale di Milano - ha fatto sapere l’associazione presieduta da Tiziana Achilli - Nel cimitero di Monza ci sono opere che meritano di essere preservate e salvaguardate da vincoli che ne garantiscano la loro corretta conservazione. È in pratica un museo a cielo aperto».
Scopo del prezioso volume - 127 pagine ricche di scatti e di informazioni - è quello di far sì che le opere presenti nel cimitero «possano essere tutelate con adeguate normative, auspicando altresì che possa essere riconosciuto come Cimitero Monumentale. Portare l’attenzione sul camposanto significa, non soltanto mettere in rilevo la storia artistica sociale culturale della città, ma contribuire a restituire alle sculture, cappelle, ornamenti la loro significativa e intrinseca valenza artistica», ha proseguito Achilli. «La scultura tra fine ‘800 e ‘900 è espressione estetica di importante rilievo e va tutelata e salvaguardata da restauri impropri e dalle dismissioni delle tombe storiche e dei monumenti artistici che rischiano di far disperdere un patrimonio di fondamentale importanza».
Gli autori principali presenti
Alcuni dei più significativi autori delle opere presenti nel cimitero di Monza sono: Luigi Crippa, Luigi Secchi, Ernesto Bazzaro, Eugenio Bajoni, Gerardo Bianchi, Giannino Castiglioni, Emilio Agnati, Silvio Monfrini, Ettore Cedraschi, Riccardo Pitter, Francesco Messina, Enrico Pancera, Francesco Somaini, Antonio Sant’Elia, Geminiano Cibau, Felice Guidotti, Michele Vedani. Ma compaiono anche alcuni artisti dell’Isia di Monza: Arcadio Pinton, Alfonso Bisesti, Ermanno Pittigliani.
Nel volume viene ricapitolata la genesi del cimitero stesso. Gianni Selvatico, funzionario dell’ufficio tecnico Edilizia pubblica del Comune di Monza e in passato anche referente della Soprintendenza alle Antichità per le zone di Monza e Vimercate, ha ripercorso i motivi per cui fu bandito il concorso per la realizzazione del camposanto di via Foscolo che avrebbe poi preso il posto del cimitero di San Gregorio. Lo studioso riporta come due giorni di piogge copiose, nel 1892, avessero provocato l’esondazione del Lambro che si riversò anche nell’allora cimitero di San Gregorio, provocando danni ingenti. Questo fatto, accompagnato però anche da un altro fenomeno, ovvero il forte sviluppo industriale che la città visse a cavallo tra ‘800 e ‘900 e il conseguente forte aumento demografico, portarono il Comune a bandire un concorso pubblico per il nuovo cimitero e l’incarico fu poi affidato all’ingegnere architetto Ulisse Stacchini.
I lavori si sarebbero poi conclusi nel 1928.
Le tendenze stilistiche
La descrizione delle tendenze stilistiche e dei modelli iconografici maggiormente ricorrenti è stata affidata alla storica e critica d’arte Simona Bartolena che analizza come, al di là di un piccolo nucleo di monumenti trasferiti dal vecchio cimitero ormai dismesso, a caratterizzare il camposanto siano soprattutto esempi di arte monumentale del Novecento inoltrato. Esempi che, osserva la studiosa, ricalcano il carattere della borghesia monzese che nel frattempo si era andata a creare. Una borghesia tutta improntata alla sobrietà, tanto che dall’analisi di Bartolena, emerge come in generale si sia preferito puntare all’adesione a modelli ben codificati, piuttosto che a spinte innovative legate anche alle correnti artistiche in voga.
I modelli iconografici
La studiosa, nelle pagine del libro, approfondisce inoltre innumerevoli singoli monumenti, come, ad esempio, quello della famiglia Caprotti, realizzato dall’architetto futurista Antonio Sant’Elia intorno al 1914, che inizialmente, come sottolineato nel volume, aveva proposto un’opera in stile secessionista, «bocciata» però a favore di una soluzione ben più sobria. Bartolena ha evidenziato come une delle tipologie iconografiche più diffuse nel cimitero monzese sia quella del ritratto del defunto. Non mancano però esempi di impegno etico, come quello realizzato da Eugenio Bajoni nel primo dopoguerra per il monumento di Arturo e Michele Scotti. Di rilievo, viene inoltre sottolineato, anche l’attività degli artisti che si formarono all’Isia come Ermanno Pittigliani o Arcadio Pinton.
Il libro si chiude con un approfondimento affidato a Gianfranco Condò Arena sui riti funebri, dalla preistoria fino a oggi, spaziando dalla Mesopotamia, fino all’Egitto, passando per l’Europa arcaica, l’America precolombiana e molte altre civiltà ancora.
"Ora sia dichiarato Monumentale"
Opere uniche che potrebbero potrebbero permettere a Monza di fare domanda per essere iscritta nel registro dei cimiteri monumentali.
Oggi sono 180 in tutta Europa i cimiteri che possono vantare questo primato artistico (Milano e Roma ne fanno parte ovviamente) con 22 paesi rappresentati e Monza - se venisse valorizzato al meglio il suo patrimonio e il suo valore, così come auspicato dall’associazione Amici dei Musei che ha redatto il volume di cui parliamo nell’articolo a sinistra - potrebbe avere le carte in regola per aggiungersi alla lista.
In questa direzione va anche il nuovo piano regolatore cimiteriale adottato a luglio. Tra le molte novità c’è - ad esempio - la creazione di un famedio per la sepoltura dei personaggi illustri monzesi, la realizzazione di una «sala del commiato» per l’organizzazione di riti civili e la valorizzazione del Bosco delle rimembranze, che permetterà lo spargimento delle ceneri dei defunti in un luogo ideale per il raccoglimento e il ricordo. Si dovrà attendere però il 2026 almeno per la realizzazione della sala del commiato e del famedio che prevedono un investimento complessivo di 750.0000 euro.
Innumerevoli le personalità del passato tumulate nel cimitero di via Foscolo, tutte appartenenti a epoche diverse ed esponenti di diversi «mondi».
C’è ad esempio Mosè Bianchi, ritrattista di carattere accademico, compositore di quadri sacri e maestro di pittura monzese e la cui tomba fu sottoposta a pulitura profonda nel 2019, ma c’è anche Vittorio Brambilla, pilota automobilistico arrivato a correre in Formula 1. C’è il pittore e scrittore Anselmo Bucci, così come il compositore Gian Luigi Centemeri.
L'assessore ai Lavori Pubblici: "Ecco i primi passi"
«Il desiderio di fare del cimitero di Monza un cimitero monumentale è piuttosto radicato nella volontà di molti monzesi - ha spiegato l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Lamperti - Non si è mai lavorato in tale direzione, ma un primo passo in vista delle procedure necessarie per avviare l’iter lo abbiamo fatto con l’adozione, a luglio, del nuovo piano regolatore cimiteriale e che andremo ad approvare a breve. Si tratta di un regolamento che prevede tutta una serie di progettazioni che andranno a valorizzare la parte antistante del camposanto, con la sistemazione del famedio. E’ previsto anche lo spostamento del magazzino nella parte posteriore del cimitero. Così come anche una ristrutturazione globale delle tombe storiche, nonché la conclusione del restauro del corpo monumentale. Nel nuovo appalto c’è infine l’individuazione di tutta una serie di percorsi storici e delle tombe storiche». Al termine di queste operazioni che intendono dare una cornice culturale al cimitero «cercheremo di farlo riconoscere come cimitero monumentale avviando la procedura».