“Il caso Gesù e la passione di Cristo” la Brianza celebra Leonardo

Due mostre da non perdere e un premio per rendere omaggio al genio e al talento vinciano.

“Il caso Gesù e la passione di Cristo” la Brianza celebra Leonardo
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Leonardo al centro. Prendono il via in Brianza le iniziative per celebrare il genio e il talento vinciano. “Avvicinare Leonardo”, il progetto proposto da Arte &Cultura Villa Sormani, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Associazione pro Monza e Bellavite Mostre ed eventi, si aprirà il 12 aprile con la prima delle due mostre in programma nella cappella reale di Monza. Seguirà nella stessa giornata l’assegnazione del premio ”Arte & cultura a villa Sormani”, nella cappella dell’omonima villa a Missaglia, a due stelle di prima  grandezza del firmamento vinciano: Pinin Brambilla Barcilon, la celebre restauratrice de “l’Ultima Cena”, e Massimiliano Finazzer FLory, regista ed attore, autore di “Essere Leonardo da Vinci: intervista impossibile” che proporrà lo stesso 12 aprile la sua pièce teatrale in “anteprima” rispetto alla nuova touneé italiana ed europea.

“Il caso Gesù e la passione di Cristo”

“Il caso Gesù e la passione di Cristo “ è il titolo della prima mostra che rimarrà aperta sino a maggio. Saranno esposti tre dipinti della collezione privata Superti Furga: “Ecce homo con madonna” un’opera matura di Giovanni Pietro Rizzoli, detto il Giampietrino, allievo diretto di Leonardo, “Cristo dinnanzi a Caifa” di Bernardo Strozzi e “Cristo incoronato di spine” di Giulio Campi.

“Tre dipinti interessanti che ruotano attorno al tema della Passione -spiega Michele Mauri , giornalista e scrittore, coordinatore del progetto espositivo e dei testi che accompagneranno i visitatori – il lavoro del Giampietrino, unico leonardesco tra i tre di questa prima mostra,  si impone perché si tratta del primo dipinto in cui il tema dell’Ecce homo si coniuga con il volto della Madonna, e perché analizzando l’opera si sono notate le impronte dei polpastrelli, una tecnica tipicamente leonardesca per stendere il colore”. Di rara efficacia l’intuizione dell’esposizione: “i tre dipinti saranno esposti in modo circolare, così che osservandoli da sinistra  a destra si seguirà l’evoluzione cronologica della storia dell’arte, da destra a sinistra il senso della narrazione della Passione di Cristo, dal processo alla crocefissione”. Un’esposizione quasi “bustrofedica”, un doppio omaggio a Leonardo.

La Brianza celebra Leonardo

Tutti leonardeschi invece i pittori che saranno esposti nella seconda sezione, in dicembre: Marco d’Oggiono, lo Pseudo Francesco Napoletano e Francesco Galli, detto Francesco Napoletano. “I leonardeschi sono stati relativamente poco indagati per molto tempo – spiega Mauri – la tendenza si è invertita solo nella metà del secolo scorso. Eppure sono stati fondamentali per far conoscere il genio del loro maestro, pensiamo a quanto fosse più difficile a quell’epoca  vedere le opere di un autore, alle difficoltà dei viaggi, all’impossibilità di riprodurre le immagini se non con disegni. I leonardeschi sono stati gli alfieri di Leonardo in Europa, hanno contribuito a diffondere il suo stile”. Mauri è particolarmente legato ai leonardeschi è infatti autore di “Salaì, l’altra metà di Leonardo”, suo unico romanzo tra molti saggi, dedicato all’allievo più caro a Leonardo. Fu il genio vinciano a dargli quel soprannome, “salaì”, che per molto tempo celò la sua vera identità. Salaì era Giangiacomo Caprotti da Oreno e probabilmente nella mostra di dicembre ci sarà una sorpresa legata a questo singolarissimo pittore.

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