Le transenne non fermano i devoti della Madonna dell’Aiuto
L'appuntamento domenica nell'edicola di Monza che secondo la tradizione dona 200 giorni di indulgenza a chi reciterà le litanie davanti alla sua effige
7Nemmeno i lavori in corso fermano i fedeli della Madonna dell'Aiuto che si sono dati appuntamento domenica 8 settembre 2024. Del resto, come recita la targa, «Nell’anno 1729 Sua Santità Benedetto XIII ha concesso in perpetuo 200 giorni di indulgenza a chi reciterà le litanie della Beata Vergine dell’Aiuto davanti alla di lei immagine».
La storia della Madonna dell'aiuto
Recita così la targa posta sotto l'altarolo con l’immagine di Maria e Gesù in via Anita Garibaldi, in un muro posto poco più in là del tribunale di Monza.
Sarà anche per questo o forse per la volontà di preservare la tradizione, ma alcuni residenti e devoti, capitanati da Josetta Grosso (che tra le altre cose è la presidente del Cav, il centro aiuto alla vita), non si faranno fermare nemmeno davanti alle transenne dei lavori sul Tribunale cittadino, che quest’anno un po’ allontanano (ma non ostacolano) il momento di devozione.
L’appuntamento per chi si vorrà unire alle celebrazioni è per domenica 8 settembre alle 12 con la recita dell’Angelus e alle 20.30 con la recita del Santo Rosario.
La storia di questa edicola fra le tante dedicate in città alla Madonna, certamente fra le più illustri, si lega alla lunga tradizione che le voleva poste proprio al centro del borgo, punto di riferimento per tutti i fedeli in cerca di sostegno fisico e spirituale.
E rappresentanti appunto la Vergine nell’atto di tenere in braccio e presentare il Figlio, a sottolineare che l’intercessione presso Dio avviene mediante anche il piccolo Gesù.
Cosa rappresenta l'edicola
L’immagine in sé, tipica nella storia dell’arte occidentale, altri non è che una riproposizione dell’affresco trecentesco che è visibile ancora oggi appena si oltrepassa la soglia del Duomo - straordinariamente attorniato da decine ex voto e illuminata a giorno dalle fiamme dei ceri - alla quale molti monzesi sono tutt’ora assai devoti.
Il viso dolcissimo, la raffinata articolazione dei panneggi dell’abito blu cielo e della sopravveste aranciata, l’aureola d’oro riccamente decorata da punzonature, nel dipinto murale nei pressi del tribunale Maria è ugualmente assisa in trono e stringe il Bambinello coperto solo di un fazzoletto bianco.
Di scuola luinesca, cronologicamente ascrivibile alla prima metà del Cinquecento, l’immagine è posta entro una cornice decorativa di terracotta e riquadrata da una quinta architettonica composta da lesene cui si addossa un baldacchino in legno.
Conosciuta anche con il titolo di «Madonna di San Gerardino», dal nome del quartiere che la ospita, nel corso dei secoli è stata più volte ridipinta, e nel 1934, a seguito dei lavori di risistemazione del tribunale, ha rischiato pure di essere abbattuta per lasciare spazio alle auto.
Dal restauro ai fiori perenni
Sulla mensola sottostante, nemmeno a dirlo, i fiori non mancano mai. Segno anche in questo caso che la devozione dei fedeli non è mai scemata.
Negli anni Novanta, i ragazzi del 1944 ne hanno permesso il restauro, accollandosene le spese, e da allora è una delle due uniche edicole monzesi in cui viene ancora celebrata annualmente la devozione su impulso del compianto don Guido Pirrotta (l’altra è quella della Balossa, che si celebra a giugno).
Non è un caso dunque che a questa, e alle altre edicole sparse lungo le vie del centro storico (fra le altre per esempio quella dedicata all’annunciazione in Spalto Piodo, o quella conosciuta come «Madonna del Borghetto» in via Volta, o ancora l’arcinota «Madonna della Balossa» all’incrocio tra le vie Artigianelli e Gramsci) vi abbiano lavorato alcuni tra i migliori artisti della città. Quali lo stesso Emilio Parma, la pittrice Pina Sacconaghi, cui si deve il rifacimento della «Madonna dell’Arengario», Fiorentino Vilasco e il pittore Corno, autore alla fine del XIX secolo della «Madonna del Rosario» in via della Taccona.