Premio Lissone Design

La storia del Premio Lissone Design ha radici che devono essere rintracciate a ritroso nel tempo.

Premio Lissone Design
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Da oltre cinquant'anni Lissone è osannata per il suo Premio Internazionale di Pittura.

Premio Lissone Design

La storia del Premio Lissone Design ha radici che devono essere rintracciate a ritroso nel tempo. Nel 1936, data infatti la prima edizione delle Settimane Lissonesi la cui programmazione verrà ripresa nel secondo dopoguerra. Queste iniziative diffusero il nome della cittadina briantea a livello internazionale, e da allora Lissone divenne sinonimo di “arredamento”. Nel 1973 Alberto Salvati e Ambrogio Tresoldi allestirono presso il Centro del Mobile di Lissone la mostra Proposte critiche per 6 alloggi IACP. Salvati e Tresoldi allestirono delle cellule abitative che dovevano soddisfare un fabbisogno reale, incidendo sulla trasformazione e l’evoluzione dell’habitat domestico. Una decina di architetti realizzò dei prototipi che rispecchiavano una progettazione organica de-gli spazi vitali.

Marco Fantini, Celibataire, 2016, tecnica mista su tela, 170x170 cm
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Marco Fantini, HB, 2016, smalto e acrilico su legno di castagno, H 70 cm, diametro 12 cm
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Marco Fantini, holly in the hole, 2016, pastello cretoso su carta, 35x50 cm
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Marco Fantini, One Man Show, 2015, tecnica mista su tela, 180x200 cm
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Marco Fantini, Pneuma, 2015, tecnica mista su tela, 180x200 cm
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Marco Fantini, Vincent, 2016 tecnica mista su tela,180x200 cm
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Michael Rotondi, End Hits, installazione, materiali vari
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Michael Rotondi, Post nature. 2016, smalto su lino, 240x280 cm
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Michael Rotondi, Red, 2017, smalto su carta, 50x40 cm (1)
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Michael Rotondi, Red, 2017, smalto su carta, 50x40 cm (4)
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Michael Rotondi, Red, 2017, smalto su carta, 50x40 cm (5)
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Nanda Vigo
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Nicolò Maggioni, 99, 2016
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Simone Abrami, Senza nome, 2016
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Ugo La Pietra, prototipo di un elemento del progetto Occultamento, 1972 - Foto 1 (1)
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Ugo La Pietra, prototipo di un elemento del progetto Occultamento, 1972 - Foto 4
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Arredi modulari

Assecondando processi industriali a discapito di quelli artigianali, Frederik Fogh e Luigi Caramella avevano ideato degli arredi modulari svincolati da “l’ansia di novità formale” che caratterizzava la produzione dell’epoca. Sul problema della funzionalità e dell’abbattimento dei costi si erano interrogati anche Jonathan De Pas, Donato D’Urbino e Paolo Lomazzi. Loro concepirono degli arredi che si potevano consumare e aggiustare.

Info www.museolissone.it

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