Quando Monza scelse la Repubblica VIDEO
Ettore Radice: «Il referendum del 1946 fu molto sentito nella nostra città».
L’associazione Mazziniana di Monza ha realizzato un video per raccontare il passaggio epocale per il nostro Paese, il voto referendum del 1946 che decretò il passaggio alla Repubblica.
Quando Monza scelse la Repubblica
Per la Festa della Repubblica l'associazione Mazziniana di Monza ha voluto realizzare un contributo video per raccontare come il passaggio storico fu vissuto nella città di Teodolinda. La voce narrante dell'attrice Mara Gualandris ha guidato gli spettatori attraverso i testi scritti da Ettore Radice e le immagine storiche, muovendosi tra i diversi capitoli pensati per raccontare ogni sfumatura dell'importante ricorrenza storica.
Un passaggio epocale molto sentito anche a Monza
«A favore della Monarchia anche a Monza c'erano i liberali e i qualunquisti - ha spiegato lo storico Ettore Radice - per la Repubblica i comunisti, i socialisti, i repubblicani, gli azionisti e una buona parte degli iscritti alla Democrazia cristiana. I monarchici erano guidati da Carlo Lissoni, presidente dell'Unione democratica nazionale. Per lui la Repubblica era “un salto nel buio”. Dall'altra parte c'era Leo Sorteni, architetto, il primo sindaco eletto nella tornata amministrativa del 7 aprile 1946, apertamente schierato per la Repubblica».
Come si comportarono gli elettori monzesi?
«Quattro quinti degli elettori erano già andati a votare nella mattinata del primo giorno - ha continuato - E prima del tramonto aveva espresso la propria preferenza il 95 per cento dei monzesi. Anche Monza si esprime a favore della Repubblica con 28.434 consensi (65%) contro i 15.049 (35%) per la Monarchia e 1625 schede bianche e nulle. Nelle 60 sezioni elettorali, solo in 5 ubicate nel centro, prevale l’adesione a casa Savoia». Quella fu anche la prima volta in cui poterono votare pure le donne.
La grande festa e quella bandiera con il buco
«L’11 una manifestazione repubblicana si conclude sotto le finestre del palazzo comunale, dove già sventola a la bandiera tricolore senza più lo stemma sabaudo - ha raccontato - Il sindaco Leo Sorteni prendendo la parola e con voce alta e vibrante, annuncia l’avvento della Repubblica in Italia, plaudendo alla concordia dei partiti democratici che ne hanno reso possibile l’affermazione. Esorta tutti alla dedizione più completa al nuovo stato repubblicano, esternandola nel lavoro fattivo per le opere di ricostruzione. Intervengono in seguito i rappresentanti dei partiti repubblicano, azionista, comunista, democristiano e socialista. Si forma un corteo alla cui testa prende parte l’intera giunta. Snodandosi per Largo IV Novembre, per Piazza Roma, via Carlo Alberto il corteo raggiunge i Boschetti Reali. Davanti al monumento a Giuseppe Garibaldi, il neo deputato alla Costituente Achille Grandi tiene un solenne discorso».
L'insegnamento della storia per ripartire
«L'Italia era da ricostruire - ha concluso - Oggi dopo il coronavirus dobbiamo ripartire. L'insegnamento della nostra storia ci deve dare la forza per andare avanti. I nostri nonni sono il nostro esempio. L'Italia era distrutta: una persona su cinque era in difficoltà, il 40 per cento delle scuole distrutte, il 20 per cento degli ospedali era da rifare. Ottantamila ponti erano stati demoliti così come il 60 per cento delle strade. Ma quindici anni dopo abbiamo vissuto un boom economico che ci ha portato a essere uno dei paesi più ricchi del mondo».