A tu per tu con l'artista: intervista al pittore di San Fruttuoso
L'esposizione patrocinata dal Comune di Monza al Circolo sociale ricreativo Marelli in via Tito Speri, dal 6 agosto al 10 settembre
A tu per tu con l'artista: intervista al pittore di San Fruttuoso
L'artista
Nessun compromesso, l'arte è quell'elemento assoluto che ridefinisce la forma e la sostanza dell'esistenza. E questo aspetto, per così dire strutturale, lo si percepisce pienamente nelle opere di Giampiero Violi, artista di San Fruttuoso che proprio in questi giorni sta allestendo la sua personale nel suo quartiere. Esporrà dal 6 agosto al 10 settembre, nel Circolo sociale ricreativo Marelli in via Tito Speri.
La poetica di Violi
"Il mio esordio in pittura si riferisce agli anni 50/60 dopo aver frequentato la scuola di pittura al Castello sforzesco di Milano ed i corsi di "Disegno del nudo" a Brera - ha raccontato - Un'epoca in cui si avvertiva forte un distacco dall'informale a vantaggio di una figurazione così detta "nuova". In seguito il contatto e la frequentazione con la "Galleria delle Ore" sono stati un punto di riferimento per il mio procedere, senza però intaccare un percorso che era ed è pervaso da una visione di "solitudine aggressiva". Questa la citazione di un bellissimo saggio di Luca Pietro Nicoletti tratto da un recente catalogo". Vanni Scheiwiller nel marzo del 1976 in occasione della mostra alla "Galleria delle Ore" ebbe a scrivere: "In tutti i suoi procedimenti Violi adopera la "metafora"in una forma che vuole essere sempre più precisa, lucida ed insieme fantastica, per annullare decisamente e senza equivoci l'origine naturalistica del fare artistico". Un'altra citazione di questi ultimi anni è di Giuseppina Osio: "Ed è qui, nel confidente ascolto di elaborazioni profonde che all'artefice giunge chiara una voce che lo riporta alla necessità di vegliare l'attesa : " sentinella, a che punto è la notte? Ed anche se la notte può sembrargli infinita, il lavoro intrapreso sta a testimoniare l'ineludibile preludio alla luce dell'alba".
La lettera di Gabriele Zaniboni
"Caro Giampiero, venire a trovarti nel tuo studio riserva sempre delle sorprese. E in una sera di questa estate ho scoperto dei lavori, che pur risalendo alle vacanze degli anni Settanta, periodo cerctamente non facile per il nostro pasese, per me totalmente nuovi. Ma forse il tavolino, accanto al cavalletto, usato come un'enorme tavolozza, era un forte indizio. Osservando, degustando forse, questi pastelli del mare di Calabria si è subito immersi nel Sole e nella luce del Mediterraneo. Sembra quasi di assaporare gli aromi della macchia delle dune e delle pinete marittime, sparsi dalla leggera brezza marina, sentire il frinire delle cicale e dei grilli che spezzano l'aria immobile del Mezzogiorno. E in lontananza, non viste, lo sciabordio delle onde che si frangono sugli scogli. Si sente la forte voglia di avventura, di partire con l'automobile per una meta non prestabilita e godere dell'intero viaggio, anziché della solita villeggiatura, e al posto di una macchina fotografica, un foglio di carta e pastelli colorati per immortalare quello che gli occhi, i tuoi occhi sempre alla ricerca di meraviglia, hanno visto. Caro Giampiero, guardando questi lavori di un tempo passato si cercano ricordi ma si trovano emozioni".