#Ultimoconcerto al Live club di Trezzo?
Da ieri, giovedì 28 gennaio un’immagine con un grande punto interrogativo è apparsa sulla facciata del noto locale dove si fa musica dal vivo a simboleggiare che il 2021 potrebbe essere l'anno della chiusura.
#Ultimoconcerto al Live club di Trezzo? La domanda se l’è posta lo stesso noto locale dove da anni si fa musica dal vivo e decine di realtà simili in Italia, chiuse a causa dell’emergenza pandemica.
#Ultimoconcerto al Live club di Trezzo sull’Adda
Il Live club, come del resto decine di realtà simili in tutta Italia dove si fa musica dal vivo, è in crisi a causa della chiusura per l’emergenza pandemica. Per questo da ieri mattina, giovedì 28 gennaio 2021, sulla facciata lungo via Mazzini (e pure sulle sue pagine social) campeggia uno striscione nero con una scritta eloquente. Sotto un immenso punto di domanda c’è la sua data di nascita di fianco al 2021, un anno che se continua così potrebbe segnarne la morte.
Una situazione di crisi generalizzata che sta vivendo l’intero settore
Oltre novanta sale concerto italiane, di cui ventidue in Lombardia, nello stesso istante, si sono poste un interrogativo sull’anno appena iniziato, che sembra ricalcare le orme dello scorso, e sul loro futuro. Il 2020 ha segnato la chiusura obbligata di tutte queste realtà, imposta dalla grande emergenza sanitaria globale. Risalgono infatti a febbraio 2020 fa i primi concerti rimandati, con ingenua fiducia di pochi mesi, e poi mai più recuperati. Nelle didascalie condivise leggiamo: “L’ultimo Concerto?” Rinforzato maggiormente dall’hashtag che lascia spazio a molte interpretazioni e sicuramente a un grande senso di angoscia e sgomento: #ultimoconcerto.
Quando sarà l’ultimo concerto? O forse c’è già stato?
I Live club sono un insieme di strutture da mantenere, uno staff composto da numerose persone che investono energie e impegno costanti per offrire una proposta legata alla musica contemporanea di qualità. Spazi che si trovano oggi in una situazione di assoluta emergenza, senza alcuna certezza sul futuro e sulla effettiva possibilità di riuscire a superare questa lunga fase di crisi. Si tratta di palchi che negli anni hanno ospitato e cresciuto artisti di ogni genere, compresi quelli che oggi vengono acclamati negli stadi e nei grandi festival nazionali e internazionali e di spazi che hanno formato le figure professionali più affermate e riconosciute di questo settore. Sale concerto e live club sono fucine di cultura. Luoghi che permettono ai musicisti di esprimersi, di creare e diffondere arte, di incontrare il pubblico. Ben lontano dall’essere meri punti di ritrovo, queste realtà si distinguono dai tanto discussi protagonisti della movida per la loro capacità di veicolare aggregazione e socialità creativa e sicura nei territori. Sono spazi che, nella maggioranza dei casi, sono rimasti in rigoroso e rispettoso silenzio da ormai un anno. Stavolta insieme si sono presi per mano per mandarci un segnale, aderendo a quella che a tutti gli effetti si intuisce essere una campagna di carattere nazionale: creando una mappa di punti interrogativi che costellano l’intero Stivale.
I live club e le sale concerto lombarde portano sulle spalle il peso di quasi un anno di chiusura
Al Live Club di Trezzo sull’Adda le porte si sono chiuse il 23 febbraio 2020. Uno dei primi concerti a essere annullati in Italia è stato proprio lo show dei Testament previsto per il 25 febbraio. “Con dispiacere abbiamo spostato i primi eventi in programma inizialmente di poche settimane – hanno ricordato dal locale trezzese – Poi, come tutti, abbiamo fatto i conti con la drammaticità della situazione. Rinunciando ai nostri appuntamenti primaverili e realizzando presto che anche la nuova stagione dei concerti ne sarebbe stata compromessa. Dopo oltre 20 anni di attività in costante crescita per un locale considerato un vero e proprio tempio della musica live, per la prima volta, un lungo silenzio”.
Gli eventi “limited edition” subito stoppati
“Con consapevolezza e pazienza abbiamo accettato questo stop necessario, ma senza lasciar spazio alla rassegnazione – hanno ripreso – Da qui il tentativo, a ottobre, di tornare a proporre musica in una nuova configurazione “limited edition”, con posti a sedere e servizio ai tavoli. Un’esperienza che ha avuto purtroppo una vita brevissima e che ci ha permesso di proporre soltanto tre serate prima della nuova chiusura”. Tre appuntamenti vissuti dal pubblico, dallo staff, dai musicisti sul palco con estrema trepidazione e commozione. Tre appuntamenti sicuri, grazie a un pubblico ordinato, diligente e rispettoso delle regole, che hanno permesso al Live Club di tornare alla dimensione “dal vivo” su cui si poggia la sua essenza.
“Tuttavia l’impatto di questa pandemia è stato, per noi come per tutte le sale concerto, devastante: 19 serate in tutto il 2020 contro le 81 del 2019 – hanno ripreso – Nonostante la nostra passione e determinazione, gli interrogativi sul futuro sono tanti, troppi. Eccoci dunque protagonisti, insieme ai nostri colleghi e compagni di viaggio, di questa importante campagna”.
L’iniziativa porta quindi a riflettere sulla condizione in cui si trovano i Live club e le sale concerto. Attualmente, nonostante il ruolo enorme che questi spazi hanno in termini di creazione, promozione e diffusione di cultura, e il loro indiscutibile valore sociale, si può dire che siano stati pressoché ignorati dai numerosi decreti susseguitisi in questi mesi. Provvedimenti che hanno sì citato cinema e teatri in tema di spettacolo, ma non hanno dedicato la dovuta attenzione a queste realtà che rischiano di scomparire. L’impatto di queste oltre novanta foto e i relativi interrogativi, decisamente, però non è trascurabile. Quando sarà il prossimo concerto?