K-Flex anche i 5 Stelle chiedono chiarezza

I chiarimenti riguardano alcuni fondi pubblici, italiani ed europei, ricevuti dall'azienda per attività di ricerca e sviluppo.

K-Flex anche i 5 Stelle chiedono chiarezza
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K-Flex: i parlamentari del M5S interrogano la Commissione europea e il Ministero dello sviluppo economico per fare chiarezza sui contributi pubblici utilizzati dalla multinazionale.

K-Flex: il Movimento 5 Stelle chiede chiarimenti

Prosegue la polemica sulla K-Flex, azienda di Roncello leader mondiale in isolanti in gomma termici e acustici che nel mese di maggio ha messo in atto la procedura di licenziamento per 187 lavoratori. I parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno interrogato, sia a livello europeo sia nazionale, le istituzioni competenti per fare chiarezza sui fondi pubblici, italiani e comunitari, utilizzati dalla multinazionale italiana.

I finanziamenti per lo sviluppo e la ricerca all'estero

"Sul sito web di K-Flex - scrive in una nota il partito - è stata pubblicata la notizia che l'azienda non solo ha usufruito per lo stabilimento polacco di sovvenzioni da parte dello Stato italiano, ma anche di fondi di matrice comunitaria, nello specifico del Fondo europeo di sviluppo regionale. L’azienda risulterebbe beneficiare di finanziamenti pubblici per un progetto volto all'istituzione del Centro ricerca e sviluppo, il cui ammontare è pari a 1,9 milioni di euro, di cui 440mila euro solo per promuovere ricerca e sviluppo nel sito in Polonia.

Marco Valli firma l'interrogazione alla Commissione europea

"Non ci sembra politicamente corretto permettere a un'azienda, che ha delocalizzato in Polonia dopo essere stata aiutata con i soldi dei contribuenti italiani, di usufruire anche dei fondi del bilancio europeo - di cui l’Italia è peraltro contributore netto - per svilupparsi in un altro Paese -  dichiara l’eurodeputato M5S Marco Valli, firmatario dell’interrogazione alla Commissione europea.

Tripiedi quella al Ministero

Parallelamente, è stata presentata un’interrogazione anche al Ministero dello Sviluppo Economico italiano, primo firmatario il deputato Davide Tripiedi.

La scorsa settimana erano stati i gruppi di Sinistra Italiana, Partito della Rifondazione Comunista, I Comitati di Possibile e Articolo 1, a chiedere chiarimenti in merito.

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