Il futuro della storica azienda

La cooperativa Legler chiude, 800 soci a rischio

Il 14 settembre l'assemblea straordinaria chiederà la messa in liquidazione. Le attività commerciali saranno cedute, ci sono degli interessati.

La cooperativa Legler chiude, 800 soci a rischio
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La storica cooperativa Legler soccombe alla crisi. I mesi della pandemia hanno contribuito ulteriormente ad aggravare una situazione già compromessa. Così il prossimo 14 settembre l'assemblea straordinaria dei soci, convocata all’oratorio Cristo Re in via Valcamonica a Vimercate, chiederà la messa in liquidazione. Nel frattempo le attività alimentari e tessili del gruppo saranno cedute ad altri imprenditori.

La cooperativa Legler chiude

La storica azienda, fondata nel 1901 a Ponte San Pietro dal proprietario del cotonificio Matteo Legler, era in concordato preventivo dal 2019. Un passaggio che si era reso necessario per consentire alla cooperativa di dare continuità al Piano industriale nonché all’azione di risanamento. Tuttavia la gestione del Concordato ha portato a ulteriore indebitamento della Cooperativa. L'ultimo bilancio 2020, approvato a maggio durante l'assemblea annuale, si è chiuso con un fatturato di 12.643.656 euro contro i 14.935.529 euro del 2019. Il risultato di gestione ha registrato una perdita di 4.151.302 euro, rispetto all'utile di 5.563.552 dell'anno precedente. Sul bilancio pesano tuttavia le svalutazioni di aste non andate a buon fine per oltre 2,3 milioni di euro.

L'arrivo del lockdown non ha aiutato

Con l’arrivo del lockdown la situazione finanziaria della società, in particolare per quanto riguarda il settore tessile, ha attraversato un altro periodo difficile. Inoltre, essendo sottoposta a una procedura, la cooperativa non ha potuto godere delle agevolazioni del decreto ristori né di conseguenza fare gli investimenti necessari. Di qui la scelta di cedere tutte le attività commerciali residue, che si aggiungono alle due già cedute in precedenza a Gorle e Foppenico.
Quattro sono le aziende legate al tessile (Ponte San Pietro, Calolziocorte, Cassano e Vimercate) attorno a cui ruotano complessivamente dieci dipendenti e per le quali è giunta al momento una manifestazione di interesse da parte di uno storico marchio francese. Come conferma il vicepresidente della Legler Massimo Monzani, per questi quattro punti vendita è già arrivata l'offerta dei canoni di locazione e si sta lavorando sodo affinché la nuova proprietà possa già subentrare il 1° settembre.
Nel comparto alimentare ci sono due operatori interessati per i punti vendita di Ponte San Pietro e Calolziocorte, uno per Treviolo e uno per Paladina. Attorno a questo settore al momento ruotano 39 dipendenti, contro i 65 di fine 2020. Un dimezzamento di personale legato anche alla scelta dell'azienda di favorire le uscite e il loro ricollocamento.

Ottocento soci a rischio

C'è poi la questione degli oltre 800 soci prestatori che, per diventare azionisti della società, avevano affidato alla cooperativa il loro gruzzolo nella convinzione di aprire un semplice deposito con poca rendita e nessun rischio. In realtà quei risparmi dati alla Legler erano una forma di prestito sociale e non esclusivamente un libretto di deposito di risparmio al portatore, come molti clienti avevano sempre creduto. La somma complessiva dei soldi depositati dai soci su quei libretti ammonta a circa 9,4 milioni di euro. Vista la situazione, i creditori stanno aspettando il risarcimento da anni, con la sola promessa di riavere al massimo metà delle somme affidate.

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