L’inarrestabile progresso industriale, è già arrivata l’industria 5.0?

L’inarrestabile progresso industriale, è già arrivata l’industria 5.0?
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Non abbiamo fatto in tempo a prendere dimestichezza con l’Industria 4.0 che è già arrivato il momento dell’Industria 5.0. Proprio così: il mondo dell’innovazione digitale è inarrestabile, e da qualche mese si è iniziato a parlare di Industria 5.0. La quinta rivoluzione industriale, insomma, per un ulteriore nuovo cambiamento che secondo gli addetti ai lavori rappresenta la naturale evoluzione dell’Industria 4.0, che attualmente caratterizza il panorama delle PMI. Ma come è nata l’Industria 5.0? Molto semplicemente, dallo sviluppo quasi frenetico di tecnologie che si evolvono e raggiungono standard di efficienza sempre più elevati, specialmente nel campo della robotica, in quello dell’intelligenza artificiale e in quello dell’ICT. Ecco, quindi, che si ha a che fare con dispositivi IoT e Cyber Physical System dalla potenza sempre maggiore.

Cosa cambia rispetto all’Industria 4.0

Se l’automazione industriale era stato uno dei tratti peculiari dell’Industria 4.0, lo step successivo ha tutte le carte in regola per portare a una Collaborative Industry, come è stato definito il nuovo modello di impresa: una situazione in cui si concretizza la cooperazione tra gli esseri umani e le macchine allo scopo di garantire alla produzione un valore aggiunto, sulla base di prodotti realizzati su misura in linea con le necessità dei consumatori.

Quando arriverà l’Industria 5.0?

Sia chiaro: per il momento Industria 5.0 non è ancora arrivata, e siamo ancora in piena epoca 4.0. L’epoca, cioè, dei processi produttivi interconnessi, della logistica industriale automatizzata grazie a soluzioni come quelle proposte da LCS Group, della digitalizzazione a 360 gradi. È in questo contesto che è stato concepito il cloud computing, che si è affermata l’intelligenza artificiale, che si è evoluto l’Internet delle Cose. Tutte queste componenti, insieme con la robotica, i Big Data e la realtà aumentata, saranno comunque le fondamenta dell’imminente Industria 5.0. Appurato che la completa digitalizzazione non farà perdere posti di lavoro a causa della sostituzione tra macchine e risorse umane, resta da capire quali saranno i protagonisti della rivoluzione che è alle porte.

Bot e cobot

Ebbene, la risposta è rappresentata da bot e cobot: i primi non sono altro che applicazioni software intelligenti; i secondi, invece, sono robot collaborativi (da cui il nome) che sono programmati per essere presenti in spazi di lavoro condivisi con gli esseri umani e interagire con loro, a differenza di quel che avviene con i robot di oggi, che sono impiegati nei cicli di produzione. Il lavoro umano non verrà sostituito, dunque, mentre si evolverà una società Super Smart, fondata proprio sulla cooperazione – intelligente, come da definizione – fra le macchine e le persone. Il motivo è presto detto: senza la mente umana, il prodotto non potrà mai essere personalizzato e differenziato.

A che cosa serve l’Industria 5.0

L’obiettivo ultimo della 5.0 consiste nel trarre il massimo vantaggio dalle potenzialità delle macchine, anche perché queste sono senza dubbio più produttive rispetto alle persone. In questo modo, sarà possibile continuare a beneficiare di alti volumi di produzione. Produzione che, peraltro, sarà caratterizzata da standard di qualità sempre più elevati proprio per effetto della collaborazione con le persone. Nel paradigma 5.0, poi, i bot possono essere considerati la chiave per accedere al futuro: in effetti già ora sono molto diffusi, e si può ipotizzare che essi verranno utilizzati sempre di più sia in ambito aziendale che a livello industriale.

Un nuovo modello

La visione dell’Industria 5.0 porterà alla nascita di posizioni di lavoro inedite, contraddistinte da un livello più elevato di specializzazione. L’Industria 4.0 cambierà nella prospettiva di una maggiore personalizzazione e, appunto, verso la cooperazione, per un modello di fabbrica in cui i lavoratori saranno agevolati, e non sostituiti, dal ricorso alle intelligenze artificiali. Le attività umane sono destinate a essere ridefinite in virtù di una migliore integrazione fra i robot e gli uomini. La produttività aumenterà e sarà meno impegnativa per i lavoratori: sembra proprio che uno dei tratti distintivi dell’Industria 5.0 sarà il ridimensionamento degli impegni e dei carichi di lavoro, così che le persone possano sbarazzarsi dei compiti più faticosi e ripetitivi.

Industria 5.0 in Italia

Il concetto di Industria 4.0 ha avuto origine nel 2011 in Germania, per poi diffondersi nel resto del mondo, Italia inclusa. Non ci sono motivi che portino a pensare che il nostro Paese non possa essere protagonista anche della quinta rivoluzione industriale: ma questo potrà avvenire solo se, a livello politico e industriale, si maturerà una coscienza del valore dell’innovazione e della ricerca sul lungo termine. Mentre l’Industria 4.0 ha fatto in modo che le fabbriche si trasformassero in realtà intelligenti in grado di trarre vantaggio dall’Internet delle Cose attraverso il cloud, con l’arrivo dell’Industria 5.0 saranno le menti umane a tornare protagoniste, per una produzione più personalizzate. Nel frattempo in Giappone si parla già da qualche anno di Società 5.0, perché lo sviluppo economico è sempre anche sociale.

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