La proposta degli ingegneri

Metro 5, due stazioni e il deposito da spostare

Un documento chiede delle modifiche al tracciato della linea monzese

Metro 5, due stazioni  e il deposito da spostare
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C’è da spostare una stazione, anzi due della Metro 5 a Monza. Oltre che rivedere l’opportunità del deposito treni a Casignolo. Il gruppo di ingegneri  (Giuseppe Civati, Valter Artelli, Marco Longoni -già assessore alla Mobilità nel 2003-2004, che costituiscono il Gruppo Mobilità Monza e Brianza) più l’ambientalista Matteo Stucchi torna alla carica sul progetto M5 con un documento inviato in Comune. Prima che sia troppo tardi. Entro l’estate dovrebbe tenersi la conferenza dei servizi tra tutti i soggetti interessati (Regione e  amministrazioni locali) dopodiché il Pirellone dovrebbe dare il via all’opera (1 milione e 300 milioni di euro di spesa, cantieri al via per fine 2027, linea in esercizio dalla fine del  2031).

La proposta per la Metro 5 degli ingegneri

I proponenti sottolineano che le osservazioni presentate ora sono le stesse avanzate un anno fa ma rimaste senza alcun riscontro:

 «Il progetto che entra in Conferenza dei servizi non può essere blindato ma può essere modificato: altrimenti, perderebbero completamente di significato, risultando sostanzialmente inutili – anzi, praticamente inesistenti – tutte le azioni istruttorie, in primis la valutazione d’impatto ambientale. Durante l’iter istruttorio, invece, il progetto è stato considerato di fatto “immodificabile”, dato che non risulta eseguita alcuna significativa valutazione degli elementi di criticità, né avanzata alcuna proposta migliorativa né mitigativa».

Quali le proposte, allora? Innanzitutto, dicono, non si sono mai prese in considerazione proposte alternative quali una metrotramvia («più consona alle effettive esigenze di trasporto pubblico nel nostro territorio») o il miglioramento del Servizio ferroviario regionale.

«Dato inoltre che il prolungamento della metro a Monza è questione annosa e controversa - tanto  che nel corso degli ultimi 40 anni tale prolungamento veniva escluso (anche dalla stessa MM) in quanto non ritenuto competitivo rispetto alla ferrovia – non è stato chiarito, dati alla mano, quali elementi hanno portato a modificare tale valutazione».

Il deposito della Metro 5

Il deposito officina previsto a Casignolo «comporta la trasformazione e definitiva compromissione di circa 20 ettari di area agricola» come prevista da Pgt, Ptcp e Ptr (rispettivamente le pianificazioni monzese, provinciale e regionale). Il sospetto è che «la necessità di realizzare il deposito dei rotabili deriva dalla sua mancata previsione in sede di progetto della linea M5, e che tale “dimenticanza” si intende ora  sanare compromettendo l’area agricola: si comprende come il tracciato stesso della linea, che si pone a metà tra San Fruttuoso e San Rocco senza servire nessuno dei due quartieri, sia stato definito proprio per poter trovare un’area per il deposito, anche a discapito della funzionalità dell’opera».

La proposta è quella di «spostare il deposito utilizzando i  siti industriali dismessi nell’intorno (ex Philips e Diefenbach), con un ridisegno complessivo del comparto compreso tra viale Campania, via Borgazzi, e a cavaliere di via Philips, unito a un adeguato corredo a verde e percorsi ciclopedonali all’intorno. Si tratterebbe di un intervento coraggioso, in grado di riqualificare il contesto, degno di una amministrazione attenta alla salvaguardia del territorio».

Le altre stazioni da spostare

Si propone lo spostamento della fermata Campania il più possibile verso la rotatoria di San Fruttuoso «il che consentirebbe un migliore servizio a tale quartiere e alla parte ovest di Triante. Dall’altra parte, San Rocco può essere servito da una fermata del Servizio ferroviario regionale». Quanto al capolinea al polo istituzionale (Provincia, Questura), in quanto capolinea «dovrebbe il più possibile essere luogo di destinazione o origine di un rilevante numero di spostamenti; intercettare una o più linee di forza del trasporto pubblico; avere una adeguata viabilità di accesso, tanto per il mezzo privato quanto per quello pubblico. Il posizionamento di progetto al Polo Istituzionale non centra nessuno di questi obiettivi». Di qui la proposta di arretrare  il capolinea «al punto di incrocio del tracciato M5 con viale Elvezia e la ferrovia Milano-Chiasso» con un risparmio di 350 metri di linea, vista anche l’ipotesi di una fermata ferroviaria Monza Ovest che potrebbe creare un interscambio con la M5.

Quanto alla stazione Villa Reale-Parco, «interferisce pesantemente con il Parco, prevedendo anche l’arretramento della recinzione. Occorre a questo proposito sapere se e come si sono espressi in merito il Consorzio di gestione e la Soprintendenza». La proposta è «utilizzare per la stazione l’esistente edificio di “portineria” alla Porta Monza, con gli ingressi sui due lati del viale Brianza, esterni alla recinzione del Parco, rendendo la stazione utilizzabile anche nelle ore di chiusura del Parco stesso». Più a sud, va tenuto conto del prospettato interramento della via Boccaccio: «Si tratta quindi di collocare la linea della M5 a profondità tale da consentire l’incrocio con la via Boccaccio interrata».

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