Il commento

Salari, occupazione, produzione industriale: l’analisi e le priorità della Cisl

Per il sindacato " Se l’indubbia stabilità politica non si traduce in crescita del Pil ciò è imputabile a una mancanza di politiche industriali e di crescita davvero efficaci"

Salari, occupazione, produzione industriale: l’analisi e le priorità della Cisl

Un nuova analisi e un nuovo elenco delle priorità. Sono quelle messe a punto dalla Cisl di Monza e Brianza partendo dalla situazione economica del Paese e più nel dettaglio della provincia di Monza e Brianza.

Salari, occupazione, produzione industriale: l’analisi e le priorità della Cisl

La Cisl, o meglio il Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecco Mirco Scaccabarozzi (nella foto di copertina=), analizza in primo luogo la questione salari. Per Scaccabarozzi lo scioglimento di questo nodo è centrale e improcrastinabile nel nostro Paese. Almeno verbalmente ciò è stato di recente riconosciuto anche dal ministro Giorgetti:

«L’invito che mi sento di fare è che le associazioni datoriali private facciano anch’esse la loro parte e riconoscano ai loro
lavoratori aumenti stipendiali».

“La durezza dei fatti – riimnarca la Cisl -: il contratto collettivo di lavoro più importante, quello che interessa un milione e mezzo di metalmeccanici, è incagliato proprio sugli incrementi stipendiali. Il Paese reale, oltre qualsivoglia trionfalismo politico, ci restituisce una condizione di bassi salari, di consumi in stallo, con un carrello della spesa (3,5%) più veloce di oltre il doppio dell’indice inflattivo generale (1,6%), di famiglie votate al risparmio più che alla spesa, con una rinnovata emigrazione giovanile legata anche a un livello infimo di stipendi a casa nostra. I dati Istat sulla produzione industriale, dopo la sorpresa positiva di luglio (+0,4% a fronte dell’ipotizzato +0,1%, e depurato il dato dalla componente in calo dell’energia, la produzione manifatturiera ha raggiunto in un mese un +1,4%) ci rimandano a un agosto che cede il 2,4% rispetto al mese precedente e quasi tre punti (-2,7%) nel confronto annuo. In rosso anche il bilancio dei primi otto mesi dell’anno, con la discesa di un punto. Insomma procede la serie negativa protrattasi per 26 mesi, con la scomparsa di più effetti, quali quelli indotti dal Pnrr, dalla continuazione delle ristrutturazioni di immobili non residenziali, da una maggiore dinamicità del mercato interno dei macchinari, con maggiore accesso ai fondi (6,3 mld) della comunque troppo farraginosa Transizione 5.0, nonché dall’anticipo in chiave anti-dazi di forniture per gli Usa”.

Turismo

“Se guardiamo oltre l’indicatore della produzione industriale, di per sé comunque insufficiente a tracciare per intero la tendenza della realtà economica italiana, e ci volgiamo al turismo, rileviamo quanto asserito da Pellegrino, presidente di Aidit- Confindustria, a margine del Ttg Travel Experience di Rimini, la più importante fiera B2B del settore in Italia – sxcrive ancora La Cisl di Monza e Brianza. In sintesi: l’anno in corso, caratterizzato da un forte aumento dei prezzi, chiuderà con un segno più ma assai modesto di fronte a quello immaginato a inizio stagione e ben lungi dalla doppia cifra”.

Occupazione

“Ancora, il quadro occupazionale fornito da Istat, che contempla 24,2 milioni di persone, vede un incremento annuale di 218 mila unità, in ragione delle uscite ritardate dei boomer unite alle strategie del cosiddetto labour hoarding delle imprese, ossia la pratica di mantenere i dipendenti durante una fase recessiva piuttosto che licenziarli, al fine di evitare i costi di riassunzione nel momento della ripresa economica e le difficoltà di reperire manodopera. Questa occupazione aggiuntiva sta per certi versi sta fungendo da ammortizzatore delle tensioni sociali rispetto a un incremento delle retribuzioni contrattuali che, s’è detto, è ancora eccessivamente lenta in termini di recupero del potere d’acquisto.

Intanto le stime Excelsior ci dicono che, sia su Lecco che su Monza, gli ingressi previsti sono nel primo caso – 300 nel confronto mese su mese su base annua e – 420 nel confronto trimestrale set-nov su base annua, e nel secondo caso – 1250 e -2030.

Se aggiungiamo l’incremento delle ore di cassa integrazione, il limbo in cui rimangono sospese aziende del calibro di Stellantis, Ilva e Yoox, ovvero STM Microelectronics nel nostro territorio, e la sostanziale scomparsa della filiera di fornitura della Piaggio, il quadro complessivo non depone certo a favore di demagogiche dichiarazioni di ripresa economica ormai avviata e/o stabilizzata”.

Per la Cisl di Monza e Brianza ” Se l’indubbia stabilità politica non si traduce in crescita del Pil ciò è imputabile a una mancanza di politiche industriali e di crescita davvero efficaci. Secondo una ricerca Censis-Cida, il 66% degli italiani pensa di far parte del ceto medio, ma giudica altresì in rapido declino lo status raggiunta da questo aggregato sociale.

Tant’è che il 50% di quanti si autodefiniscono ceto medio reputa che i propri figli vivranno condizioni economiche peggiori di quelle da loro godute. Nel corso di una recente due giorni di formazione a cura della Cisl Lombardia, Valerii, direttore del Censis, ha sottolineato che intervenire sull’Irpef è un approccio corretto e strutturato, assai più efficace che continuare con la reiterazione dei vari bonus. La classe media viene da una prolungata stagnazione e ha bisogno di supporto. Ma, a onor del vero, possono bastare 5 miliardi investiti sulla modifica delle aliquote per modificare un’autopercezione sociale così negativa?”

“Il tema centrale non può che essere un accordo su produttività e salari”

“Siamo in terra di Brianza e l’adagio popolare recita che piuttosto che niente è meglio il piuttosto. La Cisl con la sua natura di sindacato pragmatico ha da tempo sostenuto il carattere strategico di un patto sociale tra parti datoriali, parti sociali ed esecutivo.
Il tema centrale non può che essere un accordo su produttività e salari, il che reca con sé l’istanza di un grande investimento in formazione e innovazione, rilanciando il protagonismo di contrattazione e partecipazione per forme di flessibilità efficaci e negoziate. Ma l’intesa sul lavoro deve essere il nucleo di un più generale accordo che
metta al centro misure fiscali volte a sostenere il ceto medio, a partire dallo sgravio Irpef sulla seconda aliquota e dalla defiscalizzazione delle tredicesime per lavoratori e pensionati.
A fronte delle dinamiche demografiche, per la Cisl non si può scambiare per istanze populiste la richiesta di maggiori risorse sulla sanità, politiche d’inclusione per donne e giovani, nonché maggiori risorse per la nonautosufficienza e un pieno utilizzo del PNRR sulle infrastrutture materiali e immateriali. “Sortirne insieme è politica”, diceva don Milani, “Il resto è avarizia”. In prima persona al plurale. Questa è la nostra missione, il senso del nostro impegno. Insieme possiamo farcela”.