Desio

«Se il cantiere per rimuovere i binari del vecchio tram parte ad agosto per noi sarà un disastro»

Altri negozi del centro hanno abbassato per sempre la saracinesca, fanno paura i lavori legati a metrotranvia: «Affari penalizzati»

«Se il cantiere per rimuovere i binari del vecchio tram parte ad agosto per noi sarà un disastro»
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Saracinesche abbassate, ma anche preoccupazione per i lavori di metrotranvia per la rimozione delle vecchie rotaie in centro. Se le date saranno rispettate si partirà a fine agosto. Sono in tanti a credere che, visti i ritardi lungo l’asse di via Milano a Desio, anche qui l’intervento slitterà di mesi, ma i timori per la possibilità che la stagione pre-natalizia possa essere compromessa sono reali.

«Se il cantiere per rimuovere i binari del vecchio tram parte ad agosto per noi sarà un disastro»

A partire dal presidente, Carlo Aliprandi (nella foto di copertina), sono parecchi a credere che «se i tempi saranno rispettati sarà un disastro - ha affermato - Visto che ci sono ritardi di sei mesi, si dovrebbe partire a febbraio 2025, in ogni caso mi auguro che ci tengano aggiornati». Gli esercenti di via Garibaldi e del centro sono pronti a fare le barricate se l’ipotesi di fine agosto sarà confermata, e tutti sono concordi: «Gli affari saranno penalizzati, e saremo noi a rimetterci».

«Le ripercussioni ci saranno sicuramente, ma speriamo che i lavori finiscano presto», la voce di Lorenzo Vimercati della Macelleria.

Stefania Meda, del negozio di abbigliamento Rossofuoco, ha rimarcato: «Abbiamo chiesto un incontro con il sindaco in merito a questi lavori, perché se si estenderanno nel periodo natalizio non è affatto una bella la cosa. Mi dà fastidio dal momento che è il periodo più redditizio in assoluto per noi, se chiudono le vie a Natale con tanti lavori non si potranno certo fare buoni affari». Emanuele Procacci della libreria di Desio ha invece osservato: «Se chiuderà la strada l’importante è che si lasci libero il passaggio pedonale, in modo che le persone possano sempre arrivare ai negozi».

Stefania Meda

Più ottimista Maria Angela Riva, proprietaria de «L’angolo delle idee»: «In realtà quando la strada era stata chiusa per il rifacimento delle porte del centro città, questo aveva incentivato il passaggio delle persone a piedi e quindi avevamo lavorato bene. Io credo che l’isola pedonale sarebbe un’interessante evoluzione per Desio, ma ognuno ha la sua visione e se non si è tutti d’accordo. Penso che non la si farà».

Paolo Sala proprietario de Sala Sport ha ricordato: «All’inizio dei lavori dovremo stare attenti perché ci saranno problemi, le persone non potranno arrivare in macchina, si bloccherà il passaggio e noi lavoriamo tanto a Natale. Ci auguriamo che si finisca prima di novembre, dicembre e gennaio».

Anche Nino Mirenda, titolare del Bar Centrale ha confermato: «Sarà un bel problema, speriamo che i lavori non si protraggano troppo».
Secondo il cronoprogramma di Città Metropolitana la linea tranviaria dismessa nel centro cittadino verrà smantellata e rifatta come pista ciclabile a partire da agosto 2024, l’intervento si concluderà ad aprile 2026.

Nino Mirenda

Il presidente Aliprandi: «La situazione non è bella, va riqualificato l’asse commerciale e va raddrizzato il tiro»

«Il commercio soffre, ma non solo a Desio». Ne è convinto, Carlo Aliprandi, titolare dell’omonima attività di abbigliamento in via Garibaldi e presidente della delegazione dei commercianti della città. «Il problema è nazionale e anche in centri più attrezzati come Seregno, hanno chiuso dei negozi. Certo la situazione non è bella, e in questi ultimi anni in città di chiusure ce ne sono state diverse. Desio si è spenta ancora di più. E avviare un’attività in questo periodo è sconsigliato, soprattutto per chi parte da zero. Spesso se ne parla, ci si confronta negli incontri della Confcommercio. La situazione per i negozi di vicinato non è bella per tanti motivi, i problemi economici, le guerre, gli aumenti, la concorrenza dei centri commerciali e delle vendite online. Io sono dell’idea che bisogna specializzarsi per avere qualche possibilità di resistere. Anche a Monza il turnover è continuo. Aprono cinesi, turchi, egiziani, hanno fame di lavoro, cosa che tanti italiani hanno perso».

Le recenti chiusure e i tanti spazi sfitti rendono ancor più evidente il problema

«Nessuno vuole più partecipare - prosegue Aliprandi - La domenica mattina, quando un po’ di viavai c’è, anche la maggior parte dei bar sono chiusi. E anche quando ci sono stati i mercoledì d’estate pochi negozi la sera sono rimasti aperti. Per avere una possibilità bisogna riqualificare l’asse commerciale, se si creano condizioni migliori, più attrattive, qualche investitore lo si trova. Invece adesso il centro è spento, morto. Ci sono negozi sfitti da anni. Gli affitti vanno rivisti, altrimenti la città tende a spegnersi ancora di più. Gli incontri con l’Amministrazione si fanno. Da parte della nostra categoria idee e proposte arrivano, ma poi non sempre si concretizzano. Certo è che va raddrizzato il tiro».

Intanto, di recente, l’assessore al Commercio, Samantha Baldo, ha annunciato un censimento rispetto alle attività economiche della città per mettere in atto tutte quelle azioni di contrasto alla desertificazione commerciale e di sostegno alle attività di vicinato, con l’intenzione di rivitalizzare il Distretto urbano del commercio.

«Tante le criticità, servono più aiuti per i commercianti»

Saracinesche abbassate e ancora tanti negozi sfitti in centro. In corso Italia nelle ultime settimane ha chiuso «L’Ortolano», storica attività, mentre in via Garibaldi il «Papero giallo», negozio di abbigliamento per bambini.

La vetrina de "Il Papero Giallo"

«Non è solo un problema di Desio la crisi del commercio, tutti in questo periodo storico fanno fatica. Certo, bisogna intervenire con qualche misura che sia favorevole a chi ha un’attività, con affitti ridotti e tasse più contenute», è il pensiero di Nino Mirenda del Bar Centrale. Stefania Meda del negozio di abbigliamento Rossofuoco, ha aggiunto: «La crisi c’è, vediamo in generale in tanti centri i negozi che chiudono e questo va a ledere tutti perché se le persone vedono tutto chiuso non passeggiano nel centro. Io mi sono spostata da corso Italia più di un anno fa e il negozio dov’ero prima è ancora sfitto. Le serrande chiuse non sono una bella vetrina per la città». Leggermente diversa è la posizione di Lorenzo Vimercati dell’omonima macelleria: «C’è sicuramente un mancato incentivo per aiutare le aziende locali, ma poi subentra la capacità del singolo imprenditore».

Emanuele Procacci della libreria di Desio ha evidenziato una difficoltà del settore: «Per noi che vendiamo i libri il problema è nella logistica con i nostri fornitori rispetto ai grandi colossi. Abbiamo ordini che arrivano con forte ritardo. La consulenza umana è quello che ci caratterizza. Anche le bancarelle non sono un grande incentivo per i negozi locali, quando vengono organizzate».

Emanuele Procacci

Maria Angela Riva è proprietaria de «L’angolo delle idee» e ha detto: «Il centro della città andrebbe curato meglio, passa tanta gente e spesso vedo che è sporco. L’ultimo periodo è cambiato un po’, specialmente il sabato lavori meno, si lavora di più in settimana, anche se vediamo tante mani vuote mentre si passeggia. È cambiata tanto la mentalità, ci sono meno soldi. Anche il mercatino dell’artigianato davanti a noi non lo capisco. Se pago le tasse nessuno deve coprire la mia vetrina. C’è troppa burocrazia e tante difficoltà».

Altri commercianti locali si sono lamentati delle iniziative con le bancarelle presenti in centro: «Non è possibile che ci siano tre bancarelle che vendono il mio stesso prodotto davanti a me, non abbiamo altre parole per descrivere la situazione: poco aiuto in generale verso i commercianti, anche se poi piace molto che i negozi siano aperti perché tengono viva la città». Paolo Sala proprietario di «Sala Sport» ha concluso: «Le vendite online rendono tutto più impegnativo. I giovani d’oggi invece di aprire negozi preferiscono fare gli influencer o altro, ma nuove leve, anche per difficoltà di ordine burocratico, non ce ne sono. Desio, secondo me, è nella media dei paesi qua attorno, ma quello del commercio al dettaglio è un problema storico».

(nella foto di copertina Carlo Aliprandi)

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