Monza

«Speriamo nei saldi per chiudere in positivo»

I rincari generalizzati stanno influendo sugli acquisti e a farne le spese sono gli esercenti...che però non perdono le speranze

«Speriamo nei saldi per chiudere in positivo»
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I saldi invernali sono iniziati giovedì scorso e le prime valutazioni sul loro andamento non tardano a farsi sentire. La situazione economica, con il rincaro generale della vita, ha cambiato le nostre abitudini di acquisto. Ma se da un lato c’è chi non vede nei saldi un periodo florido per il proprio negozio, altri, invece, riescono a trovare in questa situazione ancora qualcosa di positivo.

«Speriamo nei saldi per chiudere in positivo»

Giovanni Pioltelli, titolare del negozio di abbigliamento di via Italia, ha segnalato come l’inizio dei saldi non sia stato dei migliori, visto che molte persone hanno approfittato del ponte dell’Epifania per partire. Ma si dice ottimista, sostenendo come , già a partire dalla prossima settimana, il flusso possa farsi più consistente.
«Sicuramente il caro bollette ha inciso sulle prospettive di acquisto dei cittadini - ha spiegato Pioltelli - Molti, tuttavia, effettueranno indipendentemente da ciò le loro compere. Ciò che non viene preso in considerazione è il fatto che a noi commercianti non viene fatto nessuno sconto sulla bolletta, quindi rimanere in piedi non è poi così facile».

 

 

Meno ottimiste sono le titolari del negozio di scarpe di via Cortelonga, Antonella Menegatto e Luisa Menegatto. «Fare dei paragoni con il periodo antecedente al Covid-19 è impossibile, non c’è più quel fermento, non solo nel periodo dei saldi, ma durante tutto l’anno, anche se le persone sono sicuramente più propositive ad effettuare degli acquisti rispetto allo scorso anno - hanno racconto Antonella e Luisa - Per ora l’andamento è decisamente tranquillo, ma dal nostro punto di vista non possiamo che affrontare la situazione in modo positivo».

 

 

Da parte di entrambi i commercianti il messaggio è chiaro, le abitudini di acquisto dei cittadini monzesi sono cambiate ormai da anni, prima per il Covid-19 e poi per il rincaro bollette, come spiega Ilaria Gianni, brianzola solita fare acquisti in centro Monza.
«Sicuramente la situazione attuale non mi ha posta in una prospettiva di acquisto come gli scorsi anni - ha spiegato - ho comprato solo beni che ritenevo necessari ma ad un prezzo decisamente più basso».

 

«Inflazione e bollette frenano gli acquisti»

Non solo la stagione natalizia non è bastata a risollevare in maniera determinante i bilanci delle attività commerciali (per lo meno non di tutte), ma nemmeno i saldi, cominciati giovedì, contribuiranno a salvare del tutto una stagione caratterizzata da una consistente contrazione dei consumi.
A tracciare un quadro dalle tinte piuttosto preoccupanti per il commercio cittadino, è Domenico Riga, Presidente dell’Unione Commercianti di Monza e circondario, nonché titolare lui stesso di un’attività. Se il 2022 era partito con un certo ottimismo, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha scompaginato tutto. Il caro bollette e l’inflazione alle stelle hanno fatto il resto.

Domenico Riga

«Solitamente noi commercianti consideriamo i saldi un po’ come la chiusura dell’anno precedente - ha esordito Riga - E il 2022 non è certo stato dei migliori. I rincari di gas ed elettricità sono andati a incidere in maniera determinante sulle famiglie che devono anche fare i conti col carrello della spesa sempre più caro. E dunque si è andati a tagliare laddove si può». Una tendenza che prosegue nell’anno appena cominciato dove il singolo acquisto è più che ponderato. Se, infatti, non si può risparmiare più di tanto sui cosiddetti beni incomprimibili (cioè sugli alimentari o i prodotti per l’igiene personale e della casa), ecco che allora si rinvia l’acquisto del nuovo paio di occhiali o del cappotto. Anche se scontati.
«Si è creata una situazione di attendismo nelle persone - ha proseguito - L’acquisto è più ragionato, le priorità sono cambiate». Laddove una famiglia ha dei risparmi, o li tiene in banca, oppure, commenta ancora il Presidente dell’Unione commercianti, «li investe in momenti di svago e di relax. In questo periodo se si spende, lo fa soprattutto in relazione alla settimana bianca o al weekend. Anche se, pure in questi casi, la durata della vacanza si è notevolmente accorciata».
L’acquisto cosiddetto emozionale, spiega ancora Domenico Riga, «è venuto meno. Quando una persona è serena, è più portata a comprare un oggetto o un vestito sull’onda del momento. Ora si acquista per necessità e dopo averci pensato due volte».

Chiudono l’edicola del centro e la pasticceria di Cederna

Dopo 21 anni ha abbassato definitivamente la serranda. La storica edicola del centro, gestita in piazza Centemero e Paleari dalla 60enne Emilia Porta, ha chiuso definitivamente i battenti con l’inizio dell’anno. Per tanti anni punto di riferimento per tanti monzesi, che lì andavano a comprare il giornale ma pure si informavano e discutevano sulle ultime notizie legate alla città, la rivendita nel cuore della città è un’altra fra quelle che non sono riuscite a sopravvivere all’ormai permanente crisi della carta stampata.

«Era il 10 settembre del 2001 quando ho sollevato la serranda per la prima volta - ha raccontato la titolare - Il giorno dopo c’è stato l’attentato alle Torri Gemelle. Ricordo ancora la fila infinita dei monzesi che volevano acquistare il giornale per informarsi su cosa fosse realmente accaduto. Un vero record di vendite».

Tempi, quelli, molto lontani da oggi: «Allora la piazza era conosciuta da tutti solo come la piazzetta dell’Upim, (in riferimento ai grandi magazzini che per tanti anni avevano avuto lì il loro ingresso ndr) ed era un luogo di ritrovo frequentatissimo. Da me venivano quelli che dovevano acquistare il giornale e tante mamme che compravano i gadget e le figurine per i figli. E poi tantissimi giovani. Le ragazzine per esempio non mancavano mai di acquistare Cioè (la mitica rivista per adolescenti nata negli anni ‘80). E poi c’erano gli studenti dello Zucchi e con loro i professori per i quali conservavo e consegnavo i giornali per la scuola. Una sorta di servizio di lettura che esulava dalla mera vendita e che ovviamente serviva per spingere i ragazzi a leggere ma soprattutto confrontarsi sull’attualità. In edicola si discuteva praticamente di tutto, un po’ come la bar».
La società e le abitudini sono poi cambiate. «Le vendite sono calate e così ho deciso di chiudere e di andare in pensione - ha concluso «tradendo» una certa emozione nel lasciare il chiosco che per decenni è stato un po’ la sua seconda casa - A giorni diventerò nonna e anche mia mamma, ormai anziana, ha bisogno che io le stia vicino. Nel cuore mi rimane però il ricordo di tutti quei monzesi che, fino alla fine, mi hanno dimostrato il loro affetto. E che ogni mattina passavano a salutarmi».

Con l’edicolante ad abbassare la saracinesca per sempre il giorno di Santo Stefano è stato anche Attilio Grimoldi, titolare della storica pasticceria di piazza Santa Caterina, a Cederna, le cui specialità per ben 50 anni hanno deliziato anche il palato di tanti vip, da Bearzot a Ligabue, alla cantante Noa.

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