Le sinistre monzesi "Non votate al Referendum"

La posizione di Possibile, Sinistra Italiana, Partito della Rifondazione Comunista, Art-1 Movimento Democratico e Progressista

Le sinistre monzesi "Non votate al Referendum"
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Referendum 22 ottobre, i comitati di Possibile di Monza e Brianza, le segreterie provinciali di Sinistra Italiana, Partito della Rifondazione Comunista, Art-1 Movimento Democratico e Progressista spiegano perché, secondo loro, l'unica cosa giusta da fare è non andare a votare.

Un referendum strumentale

Secondo il comunicato stampa diffuso dalle sinistre monzesi, il referendum 22 ottobre fortemente voluto da Roberto Maroni a pochi mesi dalle elezioni lombarde, avrebbe un sapore spiccatamente elettorale e con un contenuto che potrebbe essere affrontato direttamente dal consiglio regionale, così come è avvenuto per la Regione Emilia Romagna, senza spreco di denaro pubblico. "La questione è già stata affrontata dieci anni fa nel 2007 dai due consigli regionali. Invece, ci chiedono di votare qualcosa che è stato già stato votato da loro. Si tratta quindi di una consultazione totalmente strumentale che la Lega sta utilizzando per la propria campagna elettorale".

Una spesa inutile

Secondo le sinistre monzesi, questo Referendum è inutile e molto costoso: "accantonati 22 milioni solo per l’acquisto dei tablet per il voto elettronico, per una spesa complessiva che si aggira attorno ai 50 milioni di euro.

Soldi, che avrebbero potuto spendere per garantire il trasporto pubblico locale, la manutenzione delle scuole medie superiori, fondi per gli studenti disabili e per l’assistenza ai soggetti più deboli nelle strutture sanitarie".

Un campo di intervento non definito

Secondo i partiti di sinistra, non è nemmeno chiaro su cosa esattamente andrà a votare l’elettore lombardo, perché non è definito precisamente nemmeno il campo di intervento e su quali competenze la Regione intende avviare le trattative con il Governo per ottenerle: istruzione, tutela dell’ambiente, fisco, welfare?

"Un referendum che non aprirà nessun dibattito sul superamento delle regioni a statuto speciale, ma che lancerà inevitabilmente la volata alla Lega e alle destre in Lombardia, che in questi anni ci hanno regalato un sistema sanitario regionale sempre più privatizzato, autostrade inutili e non completate, legami sospetti con la criminalità organizzata, Formigoni e i suoi 49 milioni di euro (che gli sono stati sequestrati) e per ultimo questo inaccettabile sperpero di soldi dei cittadini lombardi, tra pubblicità, acquisto di tablet per il voto elettronico e procedure elettorali" concludono i partiti di sinistra "Ecco perché al referendum 22 ottobre, l’unica cosa giusta da fare è non andare a votare".

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