Asta deserta per l'asilo San Giuseppe, comune di Arcore vicino all'acquisto dell'immobile
Si è chiusa oggi pomeriggio, mercoledì 20 luglio, alle 15, l'asta pubblica per l'acquisizione dei locali di via Tomaselli. Nessuna offerta sul tavolo del curatore fallimentare
Asta deserta per l'acquisto dell'ex asilo San Giuseppe, il comune di Arcore (che non ha partecipato alla gara pubblica) si frega le mani e l'Amministrazione comunale di centrodestra guidata dal primo cittadino Maurizio Bono è sempre più vicina all'acquisto dello stabile di via Tomaselli.
Si è chiusa oggi pomeriggio, mercoledì 20 luglio, alle 15, l'asta pubblica per l'acquisizione dei locali di via Tomaselli che fino a pochi anni fa ospitavano i bambini dell'asilo nido e della scuola materna. Una gara pubblica che, però, non ha ricevuto il gradimento di alcun soggetto, pubblico o privato. La base d'asta era di oltre 2,9 milioni di euro ma l'offerta minima doveva essere di almeno 2,6 millioni di euro. Al curatore fallimentare non è pervenuta alcuna offerta.
Edificio all'asta per 2 milioni 600mila euro
Lo scorso maggio, ricordiamo, l’edificio di Via Tomaselli, era stato valutato da Ats come immobile idoneo a poter ospitare una delle "case della salute". Ma, fin da allora, è sorto un problema di non poco conto: l'immobile non è di proprietà pubblica ma, bensì, della fondazione.
L'obiettivo dell’Amministrazione comunale è quello di acquisire la struttura non attraverso l'asta, bensì con una trattativa privata attraverso una offerta di 2 milioni e 60mila euro, lasciando poi l’onere a Regione Lombardia di ristrutturarla e adeguarla a Casa di Comunità.
Un "escamotage" che, se tutto andrà secondo i piani dell'Esecutivo, permetterà alle casse del Comune di risparmiare almeno 600mila euro.
Il via libera del Consiglio comunale
Per perfezionare la procedura di offerta di acquisto dell'immobile era necessario un passaggio in Consiglio comunale. Lunedì sera 18 luglio è arrivato il via libera dei consiglieri di maggioranza e minoranza i quali, all'unanimità, hanno votato favorevolmente nell’interesse della città, lasciando da parte le rivalità politiche.
La decisione di portare in fretta e furia la proposta di acquisto del San Giuseppe in Assise, secondo quanto filtra dai corridoi degli uffici di Largo Vela, sarebbe stata perfezionata al fine di convincere il curatore fallimentare a non indire una seconda asta (con un conseguente ribasso della cifra richiesta inizialmente di 2milioni e 900mila euro) e "accontentarsi" della proposta dell'Esecutivo Bono.
Il curatore fallimentare ha contattato il sindaco
L'esito dell'asta per l'acquisto del San Giuseppe, andata ricordiamo deserta, ha già dato i suoi frutti. Il curatore fallimentare ha già manifestato la volontà di incontrare l'Amministrazione comunale arcorese per intavolare la trattativa per la vendita dell'immobile di via Tomaselli. Incontro che si svolgerà dopo Ferragosto, come ha confermato il sindaco Bono.
"Inoltre, proprio nelle scorse ore, è arrivata negli uffici di Largo Vela una lettera, firmata da Regione Lombardia, con la quale la Giunta Fontana ha "benedetto" l'operazione di acquisto del San Giuseppe - ha aggiunto il sindaco - Sono molto soddisfatto e speriamo di portare a termine questa operazione in fretta. Trapattoni diceva: non dire gatto se non ce l'hai nel sacco... Guardando al Consiglio comunale posso dire che abbiamo dato un segnale forte, un cambiamento radicale. Il Consiglio ha dato l'unanimità su questa operazione, vuol dire che tutti hanno compreso l’importanza storica di quello che si stata votando".
La vicenda
La tristemente nota crisi della Civica Fondazione occorsa negli ultimi anni aveva portato la stessa a eseguire, nel 2020, una prima perizia utile a stabilire il valore del San Giuseppe inteso come immobile. Incarico eseguito dall’allora presidente Ferruccio Magni, che aveva presentato una prima stima pari a poco più di 2 milioni e 300mila euro. Cifra che però è stata successivamente rivista al rialzo da parte della liquidatrice, la dottoressa Lucia Arizzi, la cui verifica di congruità ha rivalutato l’immobile per un valore complessivo di oltre 2 milioni e 966mila euro. Una cifra, quest’ultima, che secondo il Tribunale di Monza rappresentava la base d'asta.
"Non partecipiamo all'asta"
Come detto però il Comune di Arcore non ha preso parte all'asta. La strategia della Giunta è infatti quella di guardare oltre l’asta e provare ad aggiudicarsi lo stabile a un prezzo inferiore.
"Secondo noi e le perizie che abbiamo eseguito in questi ultimi mesi, il valore dell’ex asilo è sovrastimato - aveva spiegato l’assessore al Bilancio, Serenella Corbetta, prima del Consiglio comunale di lunedì scorso - Ecco perché non intendiamo partecipare all’asta, ma procedere direttamente con l’apertura di una negoziazione privata mettendo sul piatto un’offerta da 2 milioni e 60mila euro, che a nostro avviso è una cifra più che congrua".
Da qui la maxi variazione al bilancio da 2 milioni e 250mila euro (prezzo dell’immobile comprensivo di tassa di registro) approvata lunedì sera in Assise che ha permesso al Comune di inviare ieri, martedì, la richiesta di avvio di una procedura di contrattazione al liquidatore fallimentare.