Carate Brianza omaggia Dante Oreste Orsenigo
Lunedì 30 settembre la mozione per intitolare la sala del Consiglio comunale all'ex sindaco e parlamentare della Dc.
La sala del Consiglio comunale di Carate Brianza sarà intitolata a Dante Oreste Orsenigo, compianto parlamentare ed ex sindaco della città.
Carate rende omaggio all'ex sindaco
Sarà una mozione a firma dei tre gruppi consigliari di maggioranza (Forza Italia, Lega e «Siamo Carate») ad invitare il sindaco e la Giunta ad intitolare la sala del Consiglio comunale alla memoria di Dante Oreste Orsenigo, sindaco della città per ventiquattro anni e illustre parlamentare della Democrazia cristiana, dal 1983 al 1992.
Il testo della mozione, che verrà presentato in Aula dal capogruppo azzurro Fabio Cesana quale primo firmatario, sarà messo ai voti nella prossima seduta convocata per lunedì 30 settembre. Una decisione fortemente voluta dal primo cittadino Luca Veggian e condivisa dai suoi, in omaggio a uno dei caratesi più rappresentativi della terra di Brianza nato il 15 ottobre del 1926 e scomparso il 30 maggio 2014 all’età di 87 anni. Per l’intitolazione sarà necessario però ottenere la deroga da parte del Ministero dell’Interno alla legge del 1927 che, all’articolo 2, prevede che nessun edificio, «nessuna strada o piazza pubblica può essere denominata a persone che non siano decedute da almeno dieci anni».
Dante Oreste Orsenigo, sindaco e uomo della Brianza
Sindaco della città dal 1975 al 1995 e poi, ancora, dopo il commissariamento del Comune per la fine anticipata dell’amministrazione Lotti, dal 1998 al 2002, Dante Oreste Orsenigo - nato il 15 ottobre 1926 in una delle storiche famiglie caratesi - è stato uno dei rappresentanti più alti della terra di Brianza e dei suoi abitanti. Nel 1983 - in una città che stava ancora scontando le gravi difficoltà che avevano prodotto perdite di posti di lavoro per la chiusura di storiche fabbriche come la «Rossi e Meregalli» - si candidò con successo al Parlamento nel collegio Milano Pavia (verrà poi rieletto una seconda volta nel 1987) dove raccolse ventottomila voti di preferenza, duemilacinquecento dei quali gli furono attribuiti dalla sua Carate che aveva imparato ad apprezzarne le indubbie doti politiche ma soprattutto le qualità umane, la sensibilità, la squisita cortesia, l’attenzione ai bisogni dell’altro che facevano di lui un politico fuori dagli schemi tradizionali. La sua elezione fu motivo di grande soddisfazione per i caratesi che, per la prima volta nella loro storia, si sentirono rappresentati da uno di loro.
Chi aveva condiviso con lui l’impegno sui banchi del consiglio comunale, conserva il ricordo di un sindaco fermo nelle sue posizioni e capace di rispettare anche i più agguerriti oppositori politici, perché in essi vedeva prima di tutto dei rappresentanti dei cittadini. Dagli scranni romani, Orsenigo lavorava sempre e comunque per la sua terra intervenendo ad esempio a favore delle finanze dei Comuni, carenti e prive di autonomia. Fu lui, a coordinare i sindaci del territorio e la Provincia di Milano per autofinanziare il progetto per eliminare tutti i semafori dalla Valassina: un progetto che, in tempi brevissimi, mettendo insieme le risorse della Brianza, fu approvato dal Ministero e diventò realtà.
A Carate, invece, era intervenuto lungo l’argine del Lambro, a Readino, per scongiurare il rischio di esondazioni, che prima di allora erano frequentissime. Impegnato a Roma sì, ma sempre vicino alla sua gente, con passione e semplicità, tanto da voler incontrare i bambini delle scuole per spiegare loro cos’è l’educazione civica, e da far visita periodica agli ammalati per portar loro conforto e sostegno.
Durante la sua amministrazione, la città aveva cambiato volto e aveva assunto quello che le appartiene tuttora. Aveva seguito in prima persona lo sviluppo urbanistico di Carate, arrivando a licenziare il Piano regolatore generale. Sotto la sua spinta innovatrice e la sua felice intuizione, trovarono spazio tante cooperative edilizie ed artigiane. Della Confcooperativa, l’associazione delle cooperative cattoliche milanesi lombarde, era stato anche il presidente. Venne eletto anche ai vertici dell’Istituto italo-cinese, fondato negli anni Settanta da un altro brianzolo eccellente, il compianto senatore albiatese Vittorino Colombo.