Carate, cantiere amianto alle Gaggioli: "Servono rassicurazioni per la salute"
Il Partito democratico ha chiesto al Comune di convocare un'assemblea pubblica sui lavori di bonifica alle scuole finanziati con il Pnrr.
I consiglieri del Partito Democratico di Carate Brianza chiedono al Comune un’assemblea pubblica per rispondere alle preoccupazioni raccolte tra i residenti del quartiere attorno alle ex scuole dei Gaggioli dove, dallo scorso 10 giugno, sono iniziati i lavori per la rimozione dei pannelli prefabbricati in amianto.
Carate, intervento di bonifica finanziato dal Pnrr
L’intervento da oltre un milione e 200 mila euro, finanziato con i fondi del Pnrr, è stato suddiviso in due lotti e dovrà essere completato per almeno il 30 per cento entro il mese di settembre, pena la perdita del contributo ministeriale legato al bando.
«L’edificio scolastico è costituito da interposti pannelli prefabbricati contenenti amianto, pannelli utilizzati sia per le opere in elevazione sia per il solaio al piano terra - spiegano - Come è noto l’amianto è un elemento cancerogeno, potenzialmente in grado di indurre la comparsa di tumori maligni qualora le sue fibre si disperdessero nell’aria e venissero inalate. Per questo motivo - aggiungono - ci saremmo aspettati che l’Amministrazione comunale si preoccupasse di fornire tutte le informazioni del caso ai cittadini che assistono allo smaltimento di ben 10 mila chili di materiale contenente amianto fuori dalle finestre di casa, cosa invece che non è stata fatta!»
Anche se le indagini condotte da Ats hanno evidenziato che non vi sono fibre di amianto disperse in aria e nel terreno attorno alla scuola, i consiglieri dem sostengono che «sarebbe stato corretto fornire informazioni anche molto semplici e concrete, quali ad esempio le tempistiche previste dei lavori».
I dubbi e la richiesta di un'assemblea pubblica
«Dureranno tutta l’estate? - chiedono - Si possono tenere le finestre aperte o è più prudente tenerle chiuse durante i lavori? E’ sconsigliato coltivare l’orto oppure non lo è? Non ci risulta che nessun tipo di comunicazione sia avvenuto e questo ci sembra particolarmente grave: i cittadini hanno il diritto di essere informati, anche solo di essere rassicurati nel caso in cui, come auspichiamo, non siano esposti a nessun tipo di rischio».
«Nel Piano di sicurezza - proseguono - risulta che il buon andamento dei lavori verrà monitorato con dei campionamenti seriati per escludere una eventuale contaminazione del terreno: auspichiamo che il risultato di tali analisi sia reso pubblico a garanzia che tutto proceda nell’assoluta sicurezza. In base al progetto esecutivo del febbraio 2023, la progettazione prevedeva di effettuare un confinamento statico-dinamico dell’edificio nella sua globalità, cioè l’installazione di barriere di protezione associata a un sistema di estrazione dell'aria finalizzato a garantire la massima sicurezza, ma una modifica successiva apportata a tale progetto ha previsto che tale confinamento non venisse più eseguito. Ci domandiamo allora quali sono le ragioni di tale modifica e se le garanzia di sicurezza per i lavoratori del cantiere e gli abitanti del quartiere rimangano invariate».
«Dal momento che Ats ha vietato la presenza di chiunque all’interno dell’adiacente liceo Don Gnocchi durante i lavori di smaltimento dell’amianto, motivo per cui anche la segreteria della scuola è stata trasferita in altra sede, ci risulta che i lavori di bonifica verranno interrotti a settembre, con l’inizio del nuovo anno scolastico, per riprendere poi a gennaio 2025, quando il liceo verrà trasferito nella nuova sede di via Grossi attualmente in costruzione - concludono - Cosa accadrà se il nuovo plesso scolastico non dovesse essere pronto per inizio 2025? Gli alunni del liceo Don Gnocchi verranno trasferiti in un’altra sede per permettere che la bonifica dell’intero complesso sia ultimata o i lavori resteranno bloccati con il rischio di perdere i finanziamenti del Pnrr che, come sappiamo, sono vincolati a tempistiche ben precise? Sono dubbi, perplessità e domande a cui vorremmo che l’Amministrazione comunale desse risposte chiare e concrete, magari anche nel contesto di una assemblea pubblica».