Carate, l'ex ditta Pozzi va giù e lascia il posto ad una Rsa
L’immobiliare, proprietaria dell’area dove sorgono i capannoni dell’azienda meccanotessile di via Cavour ad Agliate, ha avanzato istanza di demolizione.
L’ex ditta «Leopoldo Pozzi» ad Agliate (frazione di Carate Brianza) potrebbe presto essere abbattuta.
L’operatore privato - la Gecap Immobiliare che fa capo a Giuseppe Crippa, fondatore e presidente della «Brianza Plastica» - ha avanzato istanza per ottenere il via libera alla demolizione dei circa 45 mila metri cubi di capannoni dismessi della ultracentenaria azienda meccanotessile di via Cavour e alla successiva bonifica dell’intera area che sorge a pochi passi dalla millenaria basilica della frazione.
L'azienda meccano-tessile di Carate Brianza chiusa dal 2007
La notizia è stata ufficializzata nel corso della prima assemblea del nuovo Consiglio di frazione di Agliate presieduto da Vittoria Belotti e che si è riunito lunedì l’altro, 11 dicembre. A confermarla è il sindaco Luca Veggian che, proprio nei mesi scorsi, ha incontrato la proprietà che una decina di anni fa aveva avanzato e poi «ritirato» una contestata proposta progettuale per realizzarvi appartamenti e residenze di pregio.
La nuova proposta, maturata all’interno del Piano di recupero della variante al Pgt del 2018 e le cui previsioni sono state sostanzialmente confermate da quella in vigore approvata a fine 2022, contemplerebbe invece sull’area l’insediamento di una Rsa privata per anziani.
Era il 2007 quando l’azienda meccano-tessile annunciò l’intenzione di dismettere l’attività e di riconvertire l’area industriale di complessivi 45 mila metri cubi in residenziale. La Giunta di allora, guidata da Marco Pipino, accolse la proposta e il 14 febbraio 2008 fu presentato un progetto di intervento che prevedeva l’edificazione di edifici residenziali di pregio per 32 mila metri cubi. Cinque palazzine, per un totale di 120 appartamenti. Numeri imponenti che minacciavano di «devastare» la frazione, proprio a due passi dal «gioiello» della Basilica e dal verde del Lambro.
Iniziò così una battaglia politica, con l’allora opposizione di centrosinistra - insieme a tanti agliatesi - che si misero sulle barricate contro il progetto. Gli anni passarono tra rinvii e passi avanti. La «Pozzi» chiuse i battenti, entrò prima il liquidatore, poi la Gecap con l’avvio delle proroghe alla realizzazione della convenzione varata dall’Esecutivo. Convenzione che aveva altri punti critici sui quali infuriò la battaglia politica. Fino alla scelta di ridimensionare il progetto e di riconsiderare l’intervento sull’area riducendo di un 30 per cento la parte destinata al residenziale. Ad aprile 2013 Gecap dichiarava «di esser pronta a procedere» sebbene ci fossero ripensamenti sulle opere pubbliche collegate. In mezzo una crisi immobiliare infinita, che forse ha suggerito più miti consigli fino al definitivo ritiro della proposta.
Istanza di abbattimento
«L’intera area - spiega il sindaco - rientra all’interno del Parco regionale della Valle del Lambro e anche se l’istanza del privato riguarda la sola demolizione dell’immobile è necessaria però l’autorizzazione della commissione Paesaggistica dell’ente Parco. Una volta ottenuto il via libera, il privato potrà procedere poi con la caratterizzazione del sito, con la successiva demolizione e la conseguente bonifica».
Sulle ceneri dell’ex Pozzi potrebbe sorgere, come detto, una residenza per anziani: «In un contesto così delicato è la destinazione più compatibile anche per ovviare ai già cronici problemi di viabilità della frazione».