Monza, opposizione all'attacco

Caso Bertola, Fratelli d'Italia pronti a un esposto

Per i consiglieri d'opposizione, nella nomina del nuovo city manager, il Codice etico voluto dal Pd non è stato applicato

Caso Bertola, Fratelli d'Italia pronti a un esposto
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In merito alla nomina di Michele Bertola a city manager di piazza Trento e Trieste gli esponenti cittadini di Fratelli d'italia stanno valutando la possibilità di un esposto alla Procura e all'Anac

Bertola, Fratelli d'italia all'attacco

«Se ci saranno gli estremi valuteremo la possibilità di un esposto al Prefetto e all’Anac».
E’ questa l’intenzione degli esponenti cittadini di Fratelli d’Italia in merito scelta del Comune di nominare in qualità di city manager di piazza Trento e Trieste Michele Bertola, fratello della presidente del Consiglio comunale Cherubina.

A renderlo noto è stato il coordinatore regionale Marco Meloro, sostenuto dal capogruppo Andrea Arbizzoni e dai consiglieri Stefano Galli e Marco Monguzzi, che ha stigmatizzato quanto deciso dall’Amministrazione anche e sopratutto in merito al noto Codice etico approvato in Consiglio comunale ancora nel 2016.

Il Codice etico del Pd

Un documento, il Codice etico, presentato proprio dal Partito Democratico (e in seguito approvato all’unanimità) dove all’articolo 10, nella sezione relativa al conflitto di interessi, spicca a chiare lettere come quest’ultimo venga a palesarsi laddove sussista una condizione di parentela fra gli amministratori e le persone operanti per questi ultimi.
«Non è nostra intenzione mettere in dubbio le capacità di Bertola - ha dunque chiarito Meloro - Ma fa specie che proprio coloro che hanno presentato un documento simile abbiano poi deciso di procedere in tal senso. Guardando alle norme non si può parlare di incompatibilità di ruolo ma certamente un conflitto di interessi ci sembra palese».

"Per Bertola serve coerenza"

Una tesi ribadita da Arbizzoni, e appunto da Galli e Monguzzi. «E’ una questione di coerenza - hanno aggiunto - E altresì di opportunità: avere un direttore generale costerà quasi 200mila euro all’anno, un milione nel quinquennio: bisognerà dunque che si spieghi ai cittadini se quel ruolo è così importante da far decidere di non destinare quel denaro per altre necessità».

 

 

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