Condannato Paolo Romani

Confermata in Cassazione la condanna per peculato

Condannato Paolo Romani
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La Cassazione ha confermato la condanna per Paolo Romani per peculato

La sentenza

Paolo Romani, capogruppo per Forza Italia ed ex assessore a Monza, è stato condannato in via definitiva in Cassazione per peculato. La pena (1 anno e 4 mesi in secondo grado) sarà però ricalcolata in un appello-bis che dovrà solo rimotivare l’esclusione o la concessione dell’attenuante della «speciale tenuità» del danno, invocata dalla difesa di Romani. Perché il politico nel frattempo ha risarcito il Comune di Monza per le bollette telefoniche del suo cellulare di servizio utilizzato dalla figlia. E così versando 9.811,63 euro nelle casse municipali (il corrispondente delle spese effettuate in quel periodo con il telefono in questione) aveva ottenuto che il Municipio di Monza non si costituisse parte civile nel procedimento.

L'inchiesta giornalistica

Siamo stati noi del Giornale di Monza a denunciare in esclusiva  che al cellulare di servizio di Paolo Romani (fornito dal Comune di Monza all'epoca in cui era assessore all'Urbanistica) non rispondeva lui bensì la figlia. Questo particolare era emerso nel corso di un'inchiesta giornalistica realizzata dalla nostra testata a marzo del 2012 sulle bollette pazze dei telefonini di servizio di amministratori e personale del Comune. In particolare Romani aveva una spesa di 5mila euro a bimestre nel gennaio e febbraio 2012 per la sua utenza. Solo che quel cellulare lo stava utilizzando la figlia.

Il procedimento

Romani era stato poi condannato per peculato per l'uso improprio del telefonino dal Giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Alfredo De Lillo a  1 anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa e non menzione della condanna sulla fedina penale. Il giudice ha accolto la richiesta di condanna dei pm monzesi Donata Costa e Walter Mapelli titolari delle indagini. Romani si è più volte appellato. Ma cinque anni dopo anche la Cassazione ha confermato.

Commenti
Antonio

Un'altra stella da aggiungere al suo curriculum.

Gino Conte

Fa parte di quei politici che predicano bene ma razzolano male. Anche lui non si vergogna ? Che faccia di Rolla dicono a Milano.

Antonio Palese

I COSTITUENTI “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei poteri pubblici, che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino.” Giuseppe Dossetti, proposta alla Commissione dei 75 “Al principio di fedeltà ed obbedienza alla pubblica autorità fa riscontro quello di resistenza, quando l’autorità vìola le libertà fondamentali. Venne da alcuni espresso il dubbio se in una costituzione che presuppone e si basa sulla legalità possa trovar posto il diritto o piuttosto il fatto della rivolta. Ha anche qui influito il ricordo di recenti vicende; ed è prevalsa l’idea che la resistenza all’oppressione, rivendicata da teorie e carte antichissime, è un diritto e un dovere, del quale non può tacersi, anche e proprio in un ordinamento che fa capo alla sovranità popolare.” Meuccio Ruini, relazione al progetto di Costituzione “L'Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore.” Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente “Nel principio della legalità c'è il riconoscimento della uguale dignità morale di tutti gli uomini, nell'osservanza individuale della legge c'è la garanzia della pace e della libertà di ognuno.” Piero Calamandrei I DECOSTITUENTI Il Capo dello Stato “non interferisce con la funzione giurisdizionale, il cui autonomo ed indipendente esercizio è costituzionalmente riservato alla magistratura.” Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica e del Consiglio Superiore della Magistratura “Va distinto l'arricchimento delle persone, da colpire senza pietà, dalle distorsioni di un sistema che era più o meno tollerato e conosciuto da tutto lo Stato.” Giulio Andreotti, più volte ministro e presidente del Consiglio Il magistrato non deve perseguire “ogni disfunzione, ogni fenomeno di malcostume, di cattiva amministrazione o di devianza dai criteri di correttezza istituzionale.” “Gli Italiani non sono migliori dei politici che li rappresentano.” Romano Prodi, presidente del Consiglio “La mafia è sempre esistita e sempre esisterà, con essa bisogna convivere.” Pietro Lunardi, ministro delle Infrastrutture “ … … … ” Sergio Mattarella, presidente della Repubblica

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