Dario Allevi, il 24esimo sindaco di Monza VIDEO

"Dopo il primo turno, con quel risultato straordinario nonostante la bassa affluenza, ho creduto fin dall’inizio che ce l’avremmo fatta"

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Dario Allevi, il 24esimo sindaco di Monza

Le prime parole

"Stanco? A sapere di vincere ancora, ne farei un’altra domani mattina di campagna elettorale. Scherzi a parte, già da adesso c’è da lavorare per la città». Dario Allevi è il 24esimo sindaco di Monza dal dopoguerra a oggi, il quinto da quando, dal 1997, c’è l’elezione diretta da parte dei cittadini. Dopo il primo turno, con quel risultato straordinario nonostante la bassa affluenza, ho creduto fin dall’inizio che ce l’avremmo fatta – ha commentato il neo sindaco, stanco, ma raggiante – Quattro giorni prima del ballottaggio, a San Rocco, ho capito che avremmo vinto. Quella sera, dopo aver visto una piazza piena di gente, sono andato a letto sicuro della vittoria".

La Giunta "Allevi"

"Una giunta bella al servizio dei cittadini. Persone che dovranno dedicare alla città tutta la loro giornata. Dobbiamo fare insieme tante cose perché l’Amministrazione Scanagatti ci lascia tante macerie. Chiederò a chi farà l’assessore, di farlo a tempo pieno. Dovremo lavorare sulla sicurezza, sulle manutenzioni stradali, sul turismo. Ci sarà da lavorare 18 ore al giorno. Chi farà parte dell’Esecutivo sappia che ci sarà un sindaco che li martellerà ogni giorno".

Amarezza

"Mi hanno ferito molto gli attacchi personali. Una macchina del fango vergognosa, ancor di più per il fatto che alcune persone rivestivano ancora la carica di assessori e consiglieri. Non me l’aspettavo: attacchi di ogni tipo, ogni natura. Non lo dimenticherò, ma forse proprio per questo la gioia di amministrare questa città è ancor più grande. Hanno tirato fuori nazisti, fascisti: su queste cose non si scherza. Ho fatto otto anni l’amministratore e ho sempre raccolto l’affetto e la stima della gente, dei dipendenti comunali e provinciali".

Il sogno che si avvera

"Al Frisi, negli anni di militanza politica giovanile, avevo il sogno di andare a Roma. Poi dopo la prima esperienza in Comune, all’opposizione, ho avuto la folgorazione. Quando salutai il Consiglio per andare in Provincia, avevo le lacrime agli occhi, ma dissi apertamente che si trattava di un arrivederci. Oggi quell’arrivederci è diventato realtà".

Il segreto della vittoria

"Abbiamo fatto tesoro degli errori in passato, correre uniti è stato fondamentale e del resto è stata l’unica condizione che avevo posto al presidente Berlusconi per dare la disponibilità alla mia candidatura. Abbiamo affrontato temi come la sicurezza e l’immigrazione che il Centrosinistra ha sottovalutato e speriamo che sia così anche per i prossimi anni, vuol dire che continueremo a vincere"

A cura di Luigi Costanzo

 

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