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Fine vita, il dibattito sulla legge regionale

Le considerazioni del consigliere Jacopo Dozio sul suicidio medicalmente assistito

Fine vita, il dibattito sulla legge regionale
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L’Associazione Luca Coscioni ha presentato una proposta di legge regionale sul cosiddetto al suicidio medicalmente assistito in modo speculare a quanto già fatto in Regione Veneto. Poiché l’argomento è molto sentito, ne abbiamo voluto parlare con il consigliere regionale Jacopo Dozio.

Fine vita, il dibattito sulla legge regionale

Spieghiamo subito cosa si intende con suicidio medicalmente assistito?

"Con suicidio medicalmente assistito si intendono quelle “modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato” come testualmente espresso nel Pdl presentato. Eliminando le ipocrisie nominalistiche, si tratta di un tipo di eutanasia praticata da un medico all’interno delle strutture del Servizio sanitario nazionale".

E qual è il suo pensiero al riguardo?

"Il mistero della vita in cui, come esseri umani, ci troviamo immersi, è un dato che supera la nostra capacità di comprensione razionale, ma che la nostra ragione non può far altro che riconoscere e accogliere. Anche la libertà è sottomessa a questo mistero, perché senza vita non c’è libertà (in questo senso, l’affermazione di libertà di eutanasia è concettualmente una contraddizione in termini). E’ questa considerazione sulla natura umana che mi fa considerare la vita umana come un bene indisponibile a qualunque struttura, compreso lo stato".

Ci sono altre considerazioni relativamente al Pdl?

"Sì. L’Avvocatura dello Stato, con nota del 15 novembre 2023, ha indicato che le Regioni non hanno il potere di legiferare in materia di eutanasia/suicidio assistito, perché i livelli essenziali di assistenza, che i cittadini hanno il diritto di ottenere dal Sistema sanitario nazionale, sono fissati da un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, sulla base delle decisioni di una Commissione nazionale che è un organo del Ministero della Salute. Quindi ritengo che il Pdl presentato sia inammissibile".

Ma che cosa fare, quindi, di fronte alla sofferenza delle persone che si trovano nelle condizioni di fine vita?

"Primo amarle anche in questo frangente estremo della vita. Poi, è opportuno lavorare per migliorare l’accesso ai sistemi di cure palliative, già previste nelle norme legislative attuali, al fine di curare i malati dando loro quella dignità umana che meritano!".

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