Fontana: “Da tre settimane dati da zona gialla”
Ma il passaggio non è così scontato.
Oggi, venerdì 29 gennaio 2021, è atteso il classico report dell’Iss sui dati epidemiologici, con la conseguente ordinanza del ministro Roberto Speranza sui colori delle Regioni. E la Lombardia non ha perso le speranze di diventare zona gialla.
Zona gialla, Fontana in pressing
In attesa delle comunicazioni, il governatore Attilio Fontana ha giocato d’anticipo, chiedendo a gran voce la zona gialla:
Da tre settimane la Lombardia ha i dati da zona gialla, con tassi di incidenza tra tamponi e positivi fortemente al di sotto della soglia d’allarme dei 250 casi su 100 mila abitanti. Ci auguriamo che dopo la settimana ingiustamente passata in zona rossa, oggi il Ministero possa prendere una decisione che tenga conto della reale situazione epidemiologica della nostra regione.
Soprattutto considerando che i ristori per commercianti e categorie, colpite da chiusure da parte del Governo, non arrivano e sono insufficienti.
La richiesta di Confcommercio
Una richiesta che si aggiunge a quella presentata ieri, giovedì 28, da Confcommercio:
Come abbiamo già sottolineato, il ritorno in zona gialla dovrebbe avvenire il prima possibile, se i numeri lo consentono, per garantire almeno un briciolo di certezza e di possibilità di programmazione alle attività commerciali. Passaggio che, in questo caso, potrebbe non verificarsi per una questione puramente formale: non sarebbero cioè trascorse le canoniche due settimane dall’ultimo cambio di colore”.
Ricordiamo, però, che la Lombardia – oltretutto non classificata dall’Europa come area a rischio – ha subito una chiusura del tutto ingiustificata dal 17 al 23 gennaio. Scoperto l’errore, in quell’occasione si è potuto procedere ad un cambiamento di colore già dopo sette giorni. Alla luce dei danni subiti dalle attività economiche lombarde auspichiamo, perciò, l’adozione degli stessi criteri di flessibilità e ragionevolezza, in modo da non perseverare in un errore dalle conseguenze gravissime per le imprese.
Nessuno vuole mettere in secondo piano le esigenze sanitarie; in questo caso, però, alla luce di numeri aggiornati, non tornare in zona gialla solo per una questione di rigidità della burocrazia ci apparirebbe, francamente, poco opportuno ed uno schiaffo per quelle tante attività già allo stremo. Attività per le quali ogni giorno di chiusura fa, davvero, la differenza.
Il passaggio non è così scontato
Il passaggio in zona gialla, però, non è certo. Il problema è legato all’ultimo Dpcm, che spiega che per scalare dall’arancione al giallo sono necessari 14 giorni consecutivi in una fascia con dati positivi. Il problema è che la Lombardia è in arancione da una settimana, ma a causa dell’errore che oramai è noto a tutti.
La certezza della decisione arriverà solo nel pomeriggio.