I Liberaldemocratici dopo l'insulto in Consiglio Comunale: "La Presidente si scusi"
Francesca Pontani: "Occorre cambiare registro e rispettare prima di tutto le istituzioni che si rappresentano"

"Come Partito Liberaldemocratico chiediamo le pubbliche scuse da parte della Presidente del Consiglio Comunale: all'opposizione, al Consiglio e ai cittadini monzesi tutti".
Polemiche in Consiglio Comunale
Le parole sono quelle di Francesca Pontani, ex consigliere comunale e militante del Partito Liberaldemocratico di Monza e sono riferite a quanto accaduto lunedì sera in Consiglio Comunale, quando la Presidente del Consiglio, Cherubina Bertola, durante un momento di acceso dibattito, ha pronunciato un insulto non si capisce bene rivolto a chi ("stronz.."), senza che si fosse spento il microfono (QUI IL VIDEO).
Anche se, come detto, non è chiaro a chi fosse diretto, l'improperio non ha mancato di suscitare amarezza e dure critiche.
I Liberaldemocratici dopo l'insulto in Consiglio Comunale: "La Presidente si scusi"
A poche ore di distanza dal Consiglio Comunale ha preso posizione sull'accaduto anche il Partico Liberaldemocratico di Monza attraverso le parole di Francesca Pontani:
"Quanto accaduto lunedì 14 luglio in consiglio Comunale ci rende ancora più convinti della necessità di cambiare questo modo di fare politica: il rispetto delle istituzioni nasce, prima di tutto, da chi le rappresenta e quanto successo in consiglio comunale a Monza ci pone molte domande.
Può una Presidente del Consiglio Comunale dare della “stronz*” o degli “stronz*” alla minoranza consiliare?
Assolutamente no.
Un Presidente del Consiglio Comunale ha un ruolo di garante super partes dell’assemblea. Deve assicurare un dibattito corretto, civile, rispettoso delle regole e delle persone. Un linguaggio offensivo come quello nel virgolettato, specialmente se rivolto a dei consiglieri comunali, non solo è inaccettabile sul piano etico e istituzionale, ma ha innegabilmente delle conseguenze politiche. In casi meno gravi si è arrivati a procedimenti di sfiducia o richieste di dimissioni.Che valore si trasmette a quell’aula e alla politica stessa con questo comportamento?
Il gesto del presidente (che insulta) e del sindaco (che tace) trasmette un messaggio destabilizzante oltre che diseducativo:
• Che le istituzioni non sono luoghi di confronto civile ma di scontro personale.
• Che chi ha potere può permettersi tutto, anche il disprezzo verso gli altri.
• Che la politica non è servizio, o ricerca del meglio per la propria città, ma arroganza.E ancora: che le regole valgono solo per i cittadini, non per chi comanda.
Come possiamo chiedere ai nostri ragazzi di rispettare le istituzioni se chi le rappresenta le denigra?
È una domanda che tutti noi, che facciamo politica, dobbiamo porci.
Diventa difficile pretendere rispetto per le istituzioni se chi ne ha il ruolo più alto le usa per attaccare, offendere, ridicolizzare, chi la pensa diversamente da sé, considerandolo un avversario e non un interlocutore con cui confrontarsi con rispetto.
La deriva del bipolarismo (che noi non condividiamo) porta al bullismo istituzionale ed è questo che noi vogliamo combattere anche politicamente.
Pontani conclude:
Per educare i giovani alla responsabilità verso le istituzioni, occorre esserne degni rappresentanti.
Troppo spesso , anche nella passata legislatura si è assistito a comportamenti analoghi come ad esempio ex sindaco che irrideva gli interventi di minoranza fuori microfono o l’assessore alla cultura che insulto’ le associazioni culturali di Monza.
Occorre cambiare registro e rispettare prima di tutto le istituzioni che si rappresentano, a volte, come nel caso della Presidente , anche lautamente retribuiti.
E ricorda:
"Il Partito Liberaldemocratico è nato perché siamo convinti di due cose: occorre cambiare il modo di fare politica per adeguarlo alle reali necessità del paese e occorre proporre insieme nuove idee e nuove soluzioni per far emergere il meglio a beneficio di tutti".