Inchiesta Aeb-A2A: adesso parla il sindaco
Il primo cittadino Laura Borella ha spiegato la decisione di intraprendere una causa risarcitoria in sede civile
L'inchiesta sul caso Aeb-A2a a Lissone continua a far discutere la politica locale.
Inchiesta Aeb-A2A: parla Borella
Polemiche su polemiche. Ma ora è il sindaco Laura Borella a voler puntualizzare e a difendere la sua scelta di non voler costituire il Comune come parte civile nel processo penale legato all’aggregazione tra la brianzola Aeb e il colosso dell’energia milanese A2A.
La Giunta lissoense, infatti, ha deciso di puntare a un’azione risarcitoria in sede civile e per farlo ha deciso di farlo insieme ad altri 13 Comuni della Provincia anche loro soci di Aeb.
E’ una decisione arrivata a seguito di una attenta valutazione di tutto l’iter e di tutta la vicenda, non è stata una scelta campata per aria. Per questo abbiamo preferito sposare l’idea di una azione risarcitoria in sede civile.
Ha sottolineato il primo cittadino al Giornale di Monza.
La proposta del sindaco
Oltre a Lissone, che è capofila, sulla stessa linea d’onda (e parti in causa del protocollo d’intesa) anche i Comuni di Seveso, Giussano, Sovico, Biassono, Carate, Besana, Briosco, Cogliate, Misinto, Veduggio, Renate e Barlassina tutti a guida Centrodestra.
Tra le Amministrazioni anche Trezzo sull’Adda, amministrata dal Centrosinistra.
La vicenda ha inizio nel 2020 quando Aeb ha cambiato la compagine societaria che, da società partecipata interamente da enti pubblici, è divenuta società mista, stante l’integrazione societaria perfezionata con la multiutility A2A con un capitale sociale per una parte (pari al 50% del capitale sociale più due azioni) detenuto in misura paritaria dal Comune di Milano e dal Comune di Brescia e per la parte residua detenuto da soci e investitori privati, che gestisce, per il tramite di società dalla stessa controllate, servizi economici di interesse generale.
La vicenda ora in Tribunale
Un «matrimonio» di cui si sta occupando anche la Procura di Monza che ha ritenuto che l’operazione di integrazione societaria si sarebbe attuata mediante un’errata valutazione del valore reale dei dati di concambio degli asset di A2A, con conseguente potenziale danno per i soci di Aeb (tra cui anche il Comune di Lissone e gli altri)
L’azione che abbiamo intrapreso potrebbe prevedere un risarcimento a prescindere del reato generale constatato dal processo penale - ha aggiunto Borella - Infatti questa azione non necessita di attendere la fine, ammesso che non si arrivi alla prescrizione, del processo penale attualmente in corso.
Ha aggiunto il primo cittadino. E proprio in questa direzione il primo cittadino ha deciso di tirare dritto, senza curarsi delle polemiche mosse da un suo consigliere di maggioranza (il capogruppo di Lissone in movimento Daniele Fossati), Marino Nava e Antonio Erba dell’opposizione che invece sono stati ammessi come parti civili nel processo in corso a Monza.
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