La crisi occupazionale alla Peg-Perego approda in Regione
Si è svolto ieri, giovedì 3 ottobre 2024, in Regione Lombardia, un tavolo di confronto sulla crisi occupazionale. Erano presenti all'audizione, oltre i componenti della IV commissione, la Provincia di Monza e Brianza, il vice-sindaco di Arcore Lorenzo Belotti ed i consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione, le organizzazioni sindacali con le Rsu Peg Perego, l'azienda e rappresentante di Confindustria
La crisi occupazionale che sta attanagliando la Peg Perego di Arcore, il colosso dei passeggini, approda in Consiglio regionale. A darne notizia è stato il consigliere di Forza Italia Ivan Rota e i sindacati. Ieri mattina, giovedì 3 ottobre 2024, la proprietà Perego e le forze sindacali sono stati ascoltati in IV commissione del Consiglio Regionale, chiedendo soluzioni per evitare ulteriori licenziamenti.
Erano presenti all'audizione oltre i componenti della IV commissione, la Provincia di Monza e Brianza, il vice-sindaco del comune di Arcore Lorenzo Belotti ed i consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione del territorio, le organizzazioni sindacali con le Rsu Peg Perego, l'azienda e un rappresentante di Confindustria.
Natalità in crisi e forte concorrenza cinese mettono in ginocchio la Peg
La natalità in crisi nera e la forte concorrenza cinese fanno dunque scricchiolare uno degli ultimi grandi nomi del Made in Italy rimasti sulla piazza e in saldo a mani nazionali da oltre 70 anni. Avrete capito che stiamo parlando della Peg Perego, il colosso arcorese di passeggini, carrozzine e giocattoli per la prima infanzia. L’azienda fondata da Giuseppe Perego (ex disegnatore delle acciaierie Falck), corre verso l’ultimo taglio di personale dopo anni di emorragia.
La crisi Peg
Fondata in città nel 1940, nel giro di poco tempo Peg riuscì a diventare leader mondiale nel settore soprattutto grazie a una forte spinta all’innovazione. Fu la prima azienda nel Paese a utilizzare il tessuto gommato al posto della lamiera e dei vimini allora in uso per fare viaggiare i bambini. L’espansione seguì da vicino quella di una società giovane che, uscita dalla guerra, sospinta dalla scoperta di un benessere più diffuso, riprese a fare figli con fiducia nell’avvenire. Gli inizi degli anni ‘60 rappresentarono un vero boom per l’azienda che riuscì ad offrire una vasta gamma di prodotti che spaziavano dai passeggini ai seggioloni fino alle macchinine e moto a batteria ricaricabili o a pedali. Prodotti che hanno permesso al colosso arcorese di proseguire sulla scia del boom negli anni ’80 e ’90.
Gli ammortizzatori sono agli sgoccioli a marzo 2025 lo spettro concreto è quello dei tagli, che andranno a colpire soprattutto la parte produttiva.
"Un campanello d'allarme sul declino demografico"
"La crisi della Peg Perego di Arcore rappresenta un campanello d'allarme sull'impatto devastante del declino demografico - afferma Rota - Negli ultimi sette anni, il fatturato dell'azienda è calato di oltre il 50%, e attualmente sono a rischio 263 lavoratori, che beneficiano della Cassa Integrazione Straordinaria fino a marzo 2025. La riduzione della popolazione, con il Nord Italia che perderà 2,3 milioni di residenti entro il 2040 e un calo di 197mila nuovi nati in Italia nel 2023 rispetto al 2008, ha un impatto diretto sulla domanda di beni per l'infanzia, come quelli prodotti da Peg Perego. Questo scenario non colpisce solo l'azienda e il settore, ma, in aggiunta alla concorrenza di Paesi con costi del lavoro inferiori, minaccia l'intero sistema produttivo italiano e la competitività del nostro Paese."
"Il 40% dei lavoratori rischia il licenziamento"
Secondo quando annunciato dai sindacati nei mesi scorsi sono ben 104 su 279 i dipendenti che a partire dal marzo del 2025 rischiano di perdere il posto di lavoro. Il 40% del personale rischia il posto di lavoro nel prossimo anno. Questo in sostanza perché l’azienda avrà esaurito tutta la dote possibile di ammortizzatori. La crisi dell’azienda arcorese, a dire il vero, è già iniziata almeno da una decina d’anni ed è stata appesantita dalla pandemia. Nei tempi d’oro il numero di dipendenti aveva toccato 500 unità circa, oggi sono 279. Nel 2023 le entrate sono state pari a 55 milioni di euro e sono diminuite del 23%. Si avvicina dunque l’epilogo di una crisi lunghissima che si trascina dal 2018 e che vede gli attuali 279 dipendenti in cassa integrazione da oltre 6 anni. Hanno avuto il contratto di solidarietà per 18 mesi e dal primo giugno la cassa integrazione straordinaria.
La preoccupazione dei sindacati
"Il primo semestre 2024 è un altro periodo difficile e i lavoratori stanno in fabbrica al massimo 20 ore a settimana - ha sottolineato Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza qualche mese fa - Dallo scorso primo giugno sono iniziati gli ultimi 10 mesi disponibili di cassa integrazione che termineranno il 31 marzo del 2025 - Quello che i sindacati chiedono alla proprietà è un deciso cambio di passo, nuovi investimenti eco sostenibili e maggiore diversificazione dei prodotti per far fronte al calo delle commesse. Abbiamo chiesto a Regione Lombardia, alle forze politiche ed all’azienda la definizione di un piano industriale finalizzato ad un rafforzamento industriale strategico del sito di Arcore, anche attraverso investimenti pubblici a supporto del Made in Italy per l’innovazione di processo e di prodotto da svilupparsi nel sito di Arcore a tutela dei livelli occupazionali. Hanno inoltre chiesto ulteriori ammortizzatori sociali a sostegno dei lavoratori e dei processi di riqualificazione e transizione industriali che verranno individuati. La scelta di carattere industriale non può essere ancora una volta la produzione in Cina. L’innovazione di prodotto e di processo devono essere anche per Peg Perego la carta vincente per mantenere e rafforzare lo stabilimento di Arcore".