Carate

L’effetto Meloni sulla corsa al Municipio: nel centrodestra FdI adesso alza la testa

Le consultazioni politiche hanno ribaltato gli equilibri in maggioranza e in primavera si vota per eleggere il sindaco.

L’effetto Meloni sulla corsa al Municipio: nel centrodestra FdI adesso alza la testa
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Carate Brianza si conferma feudo del centrodestra, che ha vinto - come nelle previsioni - le ultime elezioni politiche con oltre il 52 per cento delle preferenze sia alla Camera sia al Senato incrementando di due punti percentuali quanto raccolse nel 2018 (50,17%). Questo è il dato di fatto. Ma non tutti i partiti della coalizione hanno «vinto» allo stesso modo. C’è chi brinda e chi si lecca le ferite di fronte al nuovo equilibro delle forze politiche in città.

L’effetto Meloni sulla corsa al Municipio: nel centrodestra FdI adesso alza la testa

Archiviati gli scrutini per il rinnovo del Parlamento, entra ora nel vivo la campagna elettorale in vista dell’appuntamento in programma in primavera per eleggere il nuovo Consiglio comunale.
Il successo straripante lo fa segnare Fratelli d’Italia che guadagna 2.254 voti e schizza ad un clamoroso 27,66 per cento diventando il primo partito dell’eventuale coalizione che si presenterà alle comunali.
Poco meno di 1.800 preferenze (tante) quelle lasciate per strada, invece, dalla Lega che passa dai quasi tremila voti di quattro anni fa alle politiche (furono 2.916) ai 1.133 raccolti domenica l’altra con un 11,9%, che è comunque sopra la media nazionale (8,9% il risultato del partito di Matteo Salvini), ma che è di gran lunga sotto a quanto il Carroccio cittadino mise assieme alle amministrative del 2018 quando con 1.666 preferenze (pari al 22,69%) riuscì a portare in Aula ben cinque consiglieri risultando il primo partito del centrodestra.

Una flessione che ha pagato anche Forza Italia, il partito del sindaco Luca Veggian, (praticamente scontata la sua ricandidatura, ndr): gli azzurri di Berlusconi a Carate Brianza hanno perso 707 voti nel confronto fra le politiche del 2018 e quelle del 2022. Meno 266 nel confronto, invece, con le amministrative dove Forza Italia raccolse 1.242 voti, anche se c’è da precisare che, a livello locale, parte dei voti «azzurri» finirono allora alla lista civica «Siamo Carate».

Nell’analisi generale, dentro il 50 e più per cento raccolto dal centrodestra, lo «spostamento» dei voti è di fatto un riequilibrio dentro la coalizione con FdI che si prende lo scettro ed è ora pronta a sfruttare, anche a livello locale, l’«effetto Meloni».

"Finalmente una maggioranza chiara e forte"

«Giornata storica», quella del 25 settembre, l’ha definita infatti in Aula giovedì scorso il capogruppo di FdI, Fausto dei Molinari, ex consigliere lumbard che ha lasciato in polemica con i suoi il partito di Salvini insieme a Davide Terruzzi, che però in Aula però come indipendente.

«Dopo decenni frutto di maggioranze e accordi di Palazzo, gli italiani hanno finalmente eletto una maggioranza parlamentare chiara e forte, scelta con l’esercizio libero e democratico del voto - ha detto dei Molinari - Come rappresentante in Assise di Fratelli d’Italia non posso che ringraziare i miei 2.634 concittadini caratesi che hanno espresso il loro voto a favore. Grazie per avere scelto la coerenza e per averci dato fiducia. Non vi tradiremo! - ha rimarcato - Perché, anche qui noi oggi a Carate Brianza, sappiamo di essere ad un punto di partenza e forti di questa fiducia lavoreremo per il nostro paese. Non voglio fare confronti con i voti raccolti dagli altri partiti, ma quello che è doveroso sottolineare è che in Brianza, e anche a Carate, il cambiamento è stato forte e netto, anzi, con percentuali ben superiori alla media nazionale», ha rimarcato nel suo intervento in apertura di seduta.

Sul fronte opposto, quello del centrosinistra, i 2.103 voti incassati alle politiche 2018 dal Partito democratico già scesi rispetto ai 1.979 delle Comunali, hanno subito l’ennesimo tonfo domenica con 1.670 preferenze (17,54%): il conto netto, sulle Politiche, per il partito di Enrico Letta fa meno 443.
Al calo dei «dem» c’è da evidenziare invece nella coalizione il bel segno «più» conquistato da «Alleanza Verdi Sinistra» a Carate Brianza. Un punto percentuale in più rispetto a quello ottenuto da «Liberi e Uguali» nel 2018, oltrepassando lo sbarramento del 3% superati nella Brianza ovest solo da Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto e per un soffio da Veduggio con Colzano.
Da segnalare in città anche il bel risultato conquistato del cosiddetto «Terzo Polo»: 1.026 preferenze accordate al duo Calenda-Renzi, pari al 10,78 per cento, tre punti percentuali sopra la media nazionale (7,7), il dato più alto dietro solo a Barlassina nel collegio brianzolo di riferimento alla Camera dei deputati. «Azione e Italia Viva» non hanno però intercettato voti al centrodestra, ma sembrano avere trovato nella sinistra moderata (e anche in una porzione di ex astenuti) la gran parte dei consensi.

Solo 266 invece i voti raccolti in città dall’ex sindaco Marco Pipino, candidato alla Camera per «Italexit» di Gianluigi Paragone. La svolta antieuropeista dell’avvocato, consigliere di opposizione in Aula, non ha fatto breccia fra i caratesi: alle comunali la civica di Pipino aveva ottenuto 539 preferenze.

L'affluenza

Invariata, infine, l’affluenza alle urne: domenica sono stati 10.221 elettori che si sono recati ai seggi, pari al 73,09 per cento degli aventi diritto, nel 2018 furono un pochino di più: 10944 pari 78,76%. Alle Comunali di quattro anni fa l’affluenza non arrivò al 60% fermandosi al 56,68 per cento.

Corti: «Il nostro successo frutto della coerenza...» Frigerio in corsa? «Nessuno potrà metterci veti»

Da una parte una vittoria non solo annunciata, ma anche «attesa», frutto di un lavoro e di «una preparazione durati ben dieci anni, della coerenza e della linearità nelle scelte politiche, della chiarezza della proposta e della fermezza delle nostre idee». Dall’altra nessuna pretesa di far pesare il successo elettorale dentro la coalizione in vista delle amministrative ma insieme alla consapevolezza che, oggi, Fratelli d’Italia rappresenta una «componente essenziale ed imprescindibile del centrodestra».
Un risultato straordinario. Ve lo aspettavate? Da dove pensate di avere attinto rispetto allo scialbo 3,65% ottenuto del 2018?
Non abbiamo mai arretrato dai nostri ideali, non ci siamo mai svenduti per posti o poltrone, siamo sempre stati seri e responsabili, moralmente corretti e onesti. E, cosa importante, non abbiamo mai insultato o denigrato nessuno: abbiamo spesso dissentito con fermezza ed energia, ma mai ci siamo abbassati allo sciacallaggio politico al solo scopo della vittoria. Questo atteggiamento responsabile ed onesto ci è stato riconosciuto ampiamente dagli elettori. Non vogliamo fare analisi sulle percentuali dei voti espressi da caratesi e italiani; quello che è certo è che chi è stato al governo del nostro Paese negli ultimi dieci anni non è riuscito a dare una prospettiva di lungo periodo all’Italia. La Brianza è un territorio di enorme importanza, è dinamico e operativo, e certamente qui la necessità di un segnale forte e chiaro di cambiamento è stato ancora più importante tanto che le percentuali sono addirittura superiori a quelle nazionali. Non ci vergogniamo di un risultato, quello del 2018, che per noi non era e non è scialbo: le cose solide si costruiscono con il tempo, con il lavoro e dimostrando sul campo le proprie capacità. È quello che abbiamo fatto.

Detto che la consultazione amministrativa ha solitamente un altro ritorno in termini di voto rispetto alle elezioni politiche, il dato di oggi conferma FdI primo partito del centrodestra a Carate, triplicando quasi le preferenze raccolte da Forza Italia e più che doppiando quelle della Lega. Nell'appoggio già dichiarato alla candidatura a sindaco di Luca Veggian, come pensate di far "pesare" questo nuovo equilibrio di forze?

Non siamo d’accordo sulla sua analisi: se è vero che nelle elezioni amministrative le persone fanno la differenze anche grazie al meccanismo delle preferenze, tuttavia non ci sono degli scostamenti importanti dal trend delle politiche, soprattutto quando le competizioni elettorali sono molto vicine: l’esempio è Milano, dove comunque il centrosinistra ed il Pd rimangono, seppur per pochi punti, davanti a meno di un anno di distanza dalle elezioni comunali. Pensando invece a Monza, anche se non sembra, abbiamo una conferma di quanto affermiamo: il sindaco Allevi ha perso a causa dell’infelicissima data in cui si è svolto il ballottaggio (il ponte di San Giovanni di fine giugno, ndr), ma se confrontiamo i voti delle due coalizioni al primo turno non siamo così distanti dal voto delle politiche. L’appoggio a Veggian, già da noi dichiarato sia a parole sia attraverso fatti concreti, dovrà essere declinato nelle prossime settimane. Non si tratta di far pesare in alcun modo quello che lei chiama “nuovo equilibrio”, per quello ci saranno le elezioni e i cittadini esprimeranno le loro preferenze determinando così il nuovo assetto tra le forze politiche in maggioranza. Quello che risulta chiaro ed evidente è piuttosto che FdI è una componente essenziale ed imprescindibile del centrodestra, anche a Carate e in Lombardia.

Su quali temi svilupperete la prossima campagna elettorale?
Ci sembra prematuro e non corretto parlare ora dei futuri temi della campagna elettorale. Noi abbiamo sempre fatto gioco di squadra, anche nel 2018, sostenendo Veggian come sindaco. E le squadre decidono insieme...

Una domanda (inevitabile) a Eleonora Frigerio. Il sindaco era stato inizialmente piuttosto chiaro con un diktat sulla sua eventuale candidatura. Poi in successive dichiarazioni a mezzo stampa era stato più "morbido" rimettendo le decisioni ai singoli vertici di partito. Si candiderà quindi la prossima primavera? O pensa magari a un impegno in Regione?

Credo che il sindaco, giustamente, stia iniziando a pensare alla sua imminente campagna elettorale ed è evidente, dai numeri usciti dalla urne, che la componente di FdI sia essenziale per una vittoria, anche a Carate. La buona politica non è mai frutto di personalismi, il buon amministratore deve saper fare le proprie scelte avendo come obiettivo unico il bene e la tutela dei propri cittadini. Dunque, è probabile che questa estate il sindaco avesse altre priorità e non fosse completamente concentrato sull’obiettivo. Giorgia Meloni ha ampiamente dimostrato, negli anni, di non essere disposta a scendere a compromessi; e come lei tutto il partito di FdI. Anche il nostro circolo cittadino ha seguito e seguirà il suo esempio: le nostre scelte saranno guidate dal desiderio di fare bene per Carate e nessuno potrà metterci veti o condizioni. Siamo ampiamente disponibili al dialogo con quelle forze che, per natura e per ideali, ci assomigliano: siamo nel centrodestra, a tratti siamo stati gli unici a rimanerci, e dal centrodestra non abbiamo intenzione di spostarci. I fattori che determineranno le candidature di chiunque, compreso la mia, saranno esclusivamente due: prima di tutto gli obiettivi che FdI vorrà realizzare sul territorio; in secondo luogo la volontà personale di ciascuno di aderire ad una proposta di candidatura. Quando sono entrata in FdI l’ho fatto mettendo la mia esperienza e le mie capacità al servizio del partito e qui ho trovato la voglia di lavorare insieme e fare squadra; c’è molta stima tra di noi e discutiamo di tutto riuscendo sempre a trovare una sintesi condivisa. Da allora nulla è cambiato: sono a disposizione del mio partito e valuterò eventuali proposte di candidatura. Certamente il mio impegno civico continuerà a prescindere da ruoli o incarichi, esattamente come sto facendo ora.

"Il centrodestra ha vinto nettamente: partiamo da qui per lavorare insieme"

La schiacciante conferma del centrodestra, che alle elezioni politiche di domenica in città ha raccolto il 10 per cento in più rispetto alla media nazionale, insieme alla soddisfazione per l’elezione a Roma di «un uomo del territorio». Le amministrative di primavera? «Un appuntamento importante al quale ci prepariamo con un punto di partenza fondamentale, quale il risultato delle politiche, per lavorare insieme».

Luca Veggian, sindaco di Carate

Il sindaco Luca Veggian (praticamente scontata la sua ricandidatura forse con una civica che porterà il suo nome) non si sbilancia su trattative e accordi pre-elettorali dentro la coalizione («Ritengo sia prematuro farlo») e conta piuttosto di «portare a termine il grande lavoro fatto per consegnare ai caratesi una città ancora più bella e funzionale».

«Si vince guardando i numeri - ha precisato il primo cittadino di Forza Italia - e a Carate i numeri hanno detto ancora una volta che il centrodestra ha raccolto consensi forti, con un più 10 per cento sulla media nazionale e incrementando anzi quanto aveva conquistato nel 2018. Gli italiani si sono espressi chiaramente su chi affidare il governo della nazione in un momento difficile e nessuno, come noi sindaci che amministriamo a livello locale e che ci confrontiamo quotidianamente con i bisogni di famiglie e imprese, ha piena consapevolezza di quanto sia urgente intervenire celermente».

L’altro motivo di soddisfazione è l’elezione alla Camera di Fabrizio Sala, assessore regionale e coordinatore provinciale di FI di cui Veggian è da sempre «braccio destro»: «Potere finalmente contare su un uomo del territorio diventa fondamentale per le istanze della Brianza tutta».
L’ultimo pensiero lo ha rivolto a quanti si sono astenuti dal voto di domenica: «Per le comunali della primavera e per il rinnovo del Consiglio regionale, ci impegneremo a fare in modo che chi ha manifestato disaffezione alla politica possa tornare a esprimersi democraticamente. E’ un appello alla responsabilità di tutti gli schieramenti il mio: - conclude - la disaffezione dei cittadini ci chiama in causa come amministratori».

Lega: «La squadra c’è, vinceremo»

Non ha dubbi il segretario della Lega: la squadra a Carate Brianza c’è e, per questo, «vinceremo». Lo sguardo al rinnovo del Consiglio comunale, in programma in primavera in città, per Maurizio Schena parte dal «peso specifico» del «grande lavoro svolto» e dal «pieno sostegno» all’amministrazione del sindaco Luca Veggian.

La Lega in Brianza perde elettori, ma non subisce il tracollo registrato a livello nazionale. Anche in città i numeri dell'emorragia sono consistenti: -1783 voti persi rispetto alle Politiche del 2018. Sembra evidente l'erosione di consensi operata da Fratelli d'Italia. Come lo spiega?
La Lega ha sicuramente pagato la scelta di entrare nel governo Draghi, rispondendo con responsabilità alla chiamata del Presidente della Repubblica. Una scelta che, evidentemente, ha provocato un messaggio da parte dei nostri vertici confuso e non univoco, che ha portato a questo spostamento di consensi nel centrodestra. Questo spostamento non ha però demoralizzato i militanti che, in passato, sono stati al 3%, poi al 23 per cento e ora a quasi al 9. Anzi, ora inizia una nuova sfida e nel collegio di Seregno abbiamo eletto alla Camera dei deputati l’onorevole Andrea Crippa che ha già dimostrato di essere stato molto vicino al territorio brianzolo e a Carate Brianza.

Considerate le tensioni che nell'ultimo anno e mezzo hanno portato prima al defenestramento di un assessore (Alessandro Terraneo, ndr) e poi al “divorzio” di due consiglieri (Terruzzi e Dei Molinari), questo risultato a livello di Politiche la preoccupa in vista delle comunali della prossima primavera?

Così come alle politiche la Lega ha preso l’8,9% dei consensi, ma il 16% dei parlamentari e questo è un dato incontrovertibile, così a livello locale non conta chi sono le persone che raggiungono i risultati ma contano i risultati in sé e noi, come Lega, siamo certi che la cittadinanza si è accorta del grande lavoro di sostegno al sindaco Veggian e del lavoro dei nostri assessori e consiglieri per il territorio cittadino. La squadra vince, i personalismi non portano da nessuna parte. Anche per me vale lo stesso discorso: sono stato attaccato in tutti modi da due dei tre nomi che ha citato e, appena dopo, sono stato votato segretario del partito all’unanimità. Anche a Carate la squadra vincerà. E noi la squadra ce l’abbiamo...

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle: «Pagati cari quattro anni impegnativi al governo...»: M5S strizza l’occhio al Pd

L’obbiettivo per le amministrative è «lavorare a un’alternativa valida e unita». Magari insieme al Pd, oggi prima forza di opposizione. Luca Riva, (nella foto) capogruppo del M5Stelle, è pronto a rimboccarsi le maniche consapevole che il calo del Movimento sia legato ai quattro anni di governo chiamato a fronteggiare scelte difficili.
Rispetto al 2018 in città perdete 1500 voti passando dal 20,45% al 6,69? Da dove ripartire?
Parto dalla bassa affluenza che è l'ennesimo segno di una politica che non riesce a intercettare i reali bisogni dei cittadini. Una questione che dovrebbe far riflettere tutti gli schieramenti. Chi ha disertato sono stati in prevalenza giovani under 30 e donne. Per quanto riguarda il Movimento, quattro anni di governo si sono fatti sentire. È stato più facile per Fratelli d’Italia, da sempre all’opposizione: non si sono dovuti far carico della complessità di scelte difficili.
Sarà di nuovo in corsa con il Movimento alle Comunali? O ci sono margini di dialogo con altre forze politiche?
A livello comunale siamo riusciti a mantenere un’opposizione unita, riuscendo a scoprire alcuni errori clamorosi della Giunta come il parcheggio di Costa rinviato di un anno per un progetto rivisto non presentato in tempi utili. Abbiamo denunciato problemi irrisolti come le emissioni in via Rivera e non abbiamo mancato di sottolineare la litigiosità di questa Amministrazione con l’uscita degli assessori Eleonora Frigerio e Alessandro Terraneo. Il nostro obiettivo sarà quindi di presentare un'alternativa valida e unita.
A suo giudizio dal voto in città cosa è emerso?
Fratelli d’Italia è il nuovo traino del centrodestra, pertanto suo malgrado il sindaco dovrà rassegnarsi ad un ruolo da protagonista dell’ex assessore Frigerio. Ritengo che FdI sia assunto a una sorta di versione 2.0 del Pdl, con tanti forzisti passati al partito che ora fa da traino. Purtroppo questo è già andato a scapito della rappresentanza storica sul territorio: si veda l’elezione di Paola Frassinetti proveniente da Milano nei collegi di Seregno e la non elezione di Rosario Mancino dopo venticinque anni di militanza e dopo 15 di fila vissuti a ricoprire ruoli nel coordinamento provinciale del partito.

L’ex sindaco Marco Pipino (Italexit) pronto a dire la sua anche in città «Un primo passo nell’interesse dell’Italia»

«Dobbiamo considerare questo risultato come un primo passo verso più importanti traguardi nell'interesse del Paese».
Marco Pipino, avvocato ed ex sindaco della città, candidato alla Camera al collegio uninominale di Seregno per «Italexit» ha voluto ringraziare i 4380 elettori e gli oltre 8.000 cittadini in tutta la Provincia di Monza e Brianza che hanno dato fiducia al nuovo partito di Gianluigi Paragone.

«Purtroppo, - spiega - con una percentuale attorno al 2%, non si è riusciti ad entrare in Parlamento superando la soglia di sbarramento; ricordo tuttavia che, al suo debutto in Lombardia ed in Brianza, nel 2013, Fratelli d'Italia che ora è il primo partito nazionale, non superò l'1,5 %. Sono certo che, ben presto, a furia di subire ordini e politiche completamente fallimentari - provenienti da Unione europea e da oltreoceano - gli italiani aderiranno in massa al programma politico di Italexit, chiedendo il pieno recupero della sovranità politica e monetaria, la pace e la cessazione dell'invio di armi all'Ucraina oltre che il ripristino dei diritti fondamentali della persona, ponendo fine ai ricatti e ad assurdi e dannosi obblighi vaccinali. Oltre il 75% degli italiani - prosegue - è contrario al finanziamento di questa guerra che rischia di sfociare in un esiziale conflitto nucleare ed è anche contrario all'applicazione suicida delle sanzioni alla Russia, che famiglie ed imprese stanno pagando e pagheranno a caro prezzo questo inverno. Come è possibile che il 99% dei partiti, compreso Fratelli d'Italia, sia d'accordo nel protrarre questa follia, contro il volere della maggioranza del Paese. C'è qualcosa che non quadra... Ora anche Giorgia Meloni, com'è stato per la Lega di Salvini e per i 5 Stelle, sarà chiamata a scegliere tra difesa degli interessi degli italiani e esecuzione di ordini contrari all'interesse nazionale. Non solo noi di Italexit, ma i suoi stessi elettori l'aspetteranno al varco, - conclude - nella speranza che prevalga il buon senso».

Il Partito democratico perde 3 punti percentuali. «La coalizione tiene in città: oggi siamo il secondo partito Il Terzo Polo? Ha eroso voti»

Il quasi 3 per cento di consensi persi rispetto al 2018 non preoccupa più di tanto il segretario del Partito democratico: «Il risultato ottenuto come coalizione è sostanzialmente in linea con i risultati del 2013 e del 2018. Peraltro, il Pd con queste elezioni nazionali torna ad essere il secondo partito in Italia e a Carate ».

Cristiano Coletta, (nella foto) alla guida del circolo dem cittadino, serra le fila per l’appuntamento della prossima primavera dove a contare, si sa, sono da sempre soprattutto programmi e persone.
Quali riflessioni si possono fare o avete fatto alla luce di questo ultimo responso delle urne?
I risultati delle amministrative si discostano sempre molto dai risultati delle politiche, non è particolarmente utile utilizzare i dati del 25 settembre per analizzare cosa accadrà tra maggio e giugno del 2023 e a dircelo sono proprio i risultati delle elezioni del 2013 e 2018: in entrambi i casi, a Carate, abbiamo ottenuto risultati molto diversi tra elezioni nazionali e comunali, dimostrandoci molto più competitivi alle amministrative e addirittura vincendo nel 2013. Probabilmente l’unico dato realmente interessante da questo punto di vista è il risultato di Fratelli d’Italia che annichilisce anche a Carate sia quello della Lega sia quello di Forza Italia; un dato su cui riflettere considerando le tante “risse” che abbiamo visto in città tra queste forze.


Le tante analisi del voto di questa settimana ci hanno dimostrato che in larghissima parte l’elettorato del Terzo Polo è di centrosinistra così come anche l’assoluta maggioranza dei suoi dirigenti e candidati anche qui in Brianza: il buon risultato in Lombardia, quindi, può e deve essere interpretato come un chiaro segnale di una parte del nostro elettorato che ha voluto sottolineare l’importanza dell’attenzione al mondo di artigiani, commercianti e imprenditori. Con il segretario Enrico Letta si era cominciato a ricostruire un programma di partito che ritornasse ad ascoltare e sostenere sia operai, impiegati e dipendenti sia il ceto medio (e non solo una sola delle due categorie), un lavoro che però risulta ancora incompleto e che dovrà essere portato a termine.

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