La polemica

La Lega attacca la Giunta sulla “moschea” di via Milano

Sopralluogo di Silvia Sardone, Alessandro Corbetta ed Edoardo Trezzi nella sede del centro culturale islamico che, secondo il Carroccio, è luogo di preghiera. La replica del vicesindaco

La Lega attacca la Giunta sulla “moschea” di via Milano

La Lega  attacca la Giunta Rossi sulla cosiddetta “moschea” di via Milano a Seregno. Nei giorni scorsi l’europarlamentare Silvia Sardone, il capogruppo in Consiglio regionale Alessandro Corbetta e il segretario locale Edoardo Trezzi hanno fatto un sopralluogo nella sede del centro culturale islamico Anasr, che secondo il Carroccio è un abituale luogo di preghiera, a dispetto della destinazione dell’immobile a laboratorio.

Sardone: “E’ una moschea abusiva”

“Sembrerebbe un’associazione culturale, in realtà è l’ennesima moschea abusiva sul nostro territorio”, spiega Sardone, mentre Trezzi ricorda di aver segnalato “questa criticità dal 2019, ma in Consiglio comunale siamo stati denigrati: il sindaco, Alberto Rossi, ha sempre detto che non ci sarebbe stata nessuna moschea in città, ma a tutti gli effetti c’è. Su questo argomento, che abbiamo portato all’evidenza da moltissimi anni, il Comune si è mosso molto in ritardo”.

La destinazione produttiva dello stabile

Il consigliere regionale Corbetta ha rimarcato che lo stabile dell’associazione Anasr dovrebbe avere una destinazione produttiva. “Qui abbiamo una moschea e su Google si può vedere che questo stabile è riconosciuto come moschea: addirittura ci sono delle persone che postano i video mentre pregano e fanno altro. Il diritto a pregare è sacrosanto ed è garantito, però c’è anche un obbligo a rispettare le regole. Ci chiediamo come mai ci siano delle comunità e delle persone che, in qualche modo, sono esentati dal rispettare le regole, come in questo caso”. “Senza un accordo con lo Stato, non un centimetro deve essere concesso alle comunità islamiche. Le moschee abusive vanno chiuse”, la chiosa dell’europarlamentare leghista.

L’assessore ricorda le decisioni della giustizia amministrativa

La replica dell’Amministrazione per voce del vicesindaco e assessore alla Sicurezza, William Viganò: “Sul centro culturale di via Milano sei anni fa, dunque poco dopo il nostro insediamento, il Comune aveva rilevato irregolarità riguardo la destinazione d’uso dei locali. La giustizia amministrativa, prima il Tar, poi il Consiglio di Stato, ha ritenuto che eventuali attività che si svolgono nei locali di proprietà dell’associazione siano conformi al dettato costituzionale in merito alla libertà di espressione. Un privato ha venduto lo stabile a una associazione regolare, che svolge una attività legittima. E in più di un’occasione negli anni, la nostra Polizia Locale ha monitorato gli afflussi a questa struttura non rinvenendo motivi ostativi di sicurezza e di violazione dell’ordine pubblico”.