Elezioni 8 e 9 giugno

Panza: “Serve un’altra Europa per affrontare le sfide del futuro”

Le considerazioni dell’eurodeputato del Gruppo Lega - Identità e Democrazia

Panza: “Serve un’altra Europa per affrontare le sfide del futuro”
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L’8 e il 9 giugno saremo chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento europeo, da cui dipenderà poi la formazione della nuova Commissione. Un momento fondamentale nella vita democratica dell’Europa e quindi anche dell’Italia, potendo così incidere sulle politiche future dell’Unione europea.

“Le prossime elezioni europee saranno determinati per decidere il destino delle scelte politiche strategiche che plasmeranno il futuro dell’Europa”, afferma Alessandro Panza, europarlamentare del Gruppo Lega - Identità e Democrazia.

Panza: “Serve un’altra Europa per affrontare le sfide del futuro”

Serve un cambio di passo?

“Ad oggi, l’unica cosa di cui possiamo essere certi è che non possiamo andare nel solco della continuità con una Commissione, quella guidata da Ursula von Der Leyen, che ha mancato gli obiettivi economici di crescita (complice la Bce), imposto scelte draconiane per interi settori come agricoltura e automotive e relegandoci a ruolo di succubi della supply chain cinese”.

Può spiegarci meglio quest’ultima osservazione legata alla Cina?

“La stessa commissione nel suo report sulla competitività ammette a denti stretti che molte materie prime fondamentali per lo sviluppo economico (e non si parla solo di pannelli solari) ma soprattutto per la produzione di sistemi di comunicazione e armamenti, cosa di cui - ahimè - sembra esserci sempre più bisogno, sono ormai di quasi esclusiva competenza della Cina, che in qualsiasi momento potrebbe decidere di chiudere i rubinetti compromettendo l’intera industria e l’intera economia europea”.

Quindi, secondo lei, cosa dovrebbe fare l’Europa?

“Nomi come gallio e germanio suonano oggi vuoti e senza particolare interesse, ma sono solo alcune materie prime critiche su cui si giocheranno gli equilibri geopolitici del futuro. Dopo il petrolio una nuova frontiera di scontro si è aperta, quella dei materiali rari, e l’Europa, troppo impegnata a inseguire ideologie utopistiche, potrebbe essere già rimasta troppo indietro, per questo non è possibile continuare con chi ci ha portato in questa situazione, per questo è arrivato il momento di cambiare”.

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