Stop alla caccia: corteo del Movimento animalista
L'onorevole Michela Vittoria Brambilla ha chiesto la sospensione della stagione venatoria
Stop alla caccia: corteo del Movimento animalista
Animalisti in marcia
Stop alla caccia: il Movimento animalista apre la campagna elettorale con un corteo a Milano e un convegno. “In un Paese dove si ferma tutto, solo la caccia non si ferma mai. Rifletta il ministro Galletti ed attivi i poteri del governo per sostituirsi all’inerzia delle Regioni e sospendere in extremis la stagione venatoria”. Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente nazionale del Movimento animalista, a Milano, durante l’assemblea pubblica dal titolo “Difendi la vita” che di fatto apre la campagna elettorale della giovane formazione politica da un gremito e appasionato teatro Dal Verme di Milano. L' Assemblea pubblica é stata preceduta da un corteo infinito: tantissimi animalisti, di tutte le provenienze, che si sono riuniti nel nuovo partito animalista e che rappresentano l'anima piu movimentista della formazione. L’on. Brambilla ha innanzitutto denunciato la “guerra di sterminio” contro gli animali selvatici “dichiarata dalla filiera governo-Regioni-cacciatori”. Non si tratta solo dell’indifferenza verso le condizioni degli animali selvatici dopo un’estate di siccità e incendi, verso gli accorati appelli delle associazioni e perfino verso i suggerimenti dell’Ispra, solitamente di manica larga con il mondo venatorio, ma di un’intera politica espressa in questa legislatura: dallo scioglimento del Corpo forestale dello Stato, ai regali per le doppiette (in particolare quelle del Trentino-Alto Adige), al folle piano per la caccia selettiva al lupo, alla prima uccisione deliberata di un orso (KJ2) da quando è iniziato il programma di ripopolamento.
Tutela degli animali
“Per togliere alla lobby della caccia e delle armi la protezione di cui gode – sottolinea l’ex ministro - non c’è altra via che mandare a casa chi svende a pochi il patrimonio di tutti. Ecco il perché di una grande novità: un partito che per la prima volta, nell’agenda di governo, dà priorità alla tutela degli animali e dell’ambiente, chiedendo per prima cosa che siano riconosciuti in Costituzione come “esseri senzienti” e proponendo, tra l’altro, un piano nazionale contro il dissesto idrogeologico che non sia semplicemente l’elenco dei cantieri aperti con le relative necessità economiche, ma finanzi effettivamente la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e privato a rischio di terremoti, frane, alluvioni. Non illudiamoci: ci vorranno vent’anni e tante ingenti risorse oltre ai 13 miliardi già programmati e non spesi. D’altra parte, a differenza di chi ci governa e si autodefinisce “ambientalista”, non possiamo tollerare di vivere in un Paese, dove, tra le altre iatture, sette milioni di persone sono esposte a catastrofi naturali, il Paese dei cento campanili e delle cinquecentomila frane, il Paese dove un temporale a Livorno fa gli stessi morti del passaggio dell’uragano Irma sull’intero stato americano della Florida, il Paese – sembra un indovinello – che brucia d’estate ed annega d’inverno”.