Tra la Lega e il sindaco Baraggia volano gli stracci
Botta e risposta tra il sindaco di Aicurzio Matteo Baraggia e il commissario provinciale del Carroccio Andrea Villa
Il sindaco di Aicurzio Matteo Baraggia straccia la tessera della Lega e si dice pronto a passare a Fratelli d'Italia, attaccando a testa bassa il suo ex partito. Il Carroccio gli risponde per le rime e scoppia la polemica.
L’ormai ex "lumbard" Baraggia, già da qualche settimana, ha lasciato la Lega in polemica. Il borgomastro di Aicurzio, storico militante del Carroccio, sicuramente uno degli esponenti di spicco di tutto il Vimercatese del partito di Salvini, ha deciso di rassegnare le dimissioni dalla sezione Molgora e di andarsene, senza però farsi sfuggire l’occasione di togliersi qualche macigno dalle scarpe.
"Sono un discepolo di Miglio, in questa Lega non mi riconosco"
L’abbandono della Lega da parte di Baraggia è un vero e proprio tsunami politico se si pensa che lo stesso borgomastro abbracciò il movimento sin dagli albori. Era il 12 aprile del 1984 quando Umberto Bossi fondò la Lega Autonomista Lombarda, che poi è diventata la Lega Lombarda.
"Ricordo che nel 1985, quando frequentavo la seconda superiore e avevo 14 anni, iniziai ad avvicinarmi a quella Lega, sposandone i principi mano a mano che crescevo - ha sottolineato Baraggia - Mi posso considerare un discepolo del grande professore Gianfranco Miglio, l’ideologo della Lega Lombarda, uno dei padri nobili della politologia italiana. Ho abbracciato fin da subito il movimento perché ho sempre ritenuto il federalismo dei popoli e l’autonomia le uniche soluzioni politiche per un buon governo. Oggi devo constatare che quella Lega non c’è più. Io non ce l’ho con la Lega, ma con alcuni esponenti del partito che hanno rovinato anni di lotte, di proteste, di raduni a Pontida e il risultato elettorale delle recenti elezioni politiche è sotto gli occhi di tutti. Ma, a scanso di equivoci, vorrei premettere che le mie dimissioni sono state comunicate qualche settimana prima delle elezioni".
Il malcontento
Alla base del malcontento manifestato da Baraggia c’è una insofferenza crescente nei confronti del suo ex partito, iniziata già da parecchi mesi. "Purtroppo mi sono visto costretto a fare un passo di lato perché non mi riconosco più soprattutto nell’operato di alcuni esponenti della Lega brianzola - ha attaccato Baraggia a testa bassa - Ho capito che, nonostante il mio operato in Aicurzio e in tanti progetti portati avanti proprio nel mio territorio, non servo alla Lega e non vengo considerato" .
Ricorso al Tar, comunità energetica e Pedemontana
Tre le questioni politiche sulle quali Baraggia ha basato la sua decisione di abbandonare la Lega: il ricorso al Tar contro Regione Lombardia sul bando borghi, la sottovalutazione degli esponenti brianzoli del Carroccio della comunità energetica fondata ad Aicurzio e l’accettazione, da parte di Baraggia, della candidatura a Camera e Senato per le elezioni del 25 settembre però mai presa in considerazione dal Carroccio.
Ma la critica più pesante riguarda Pedemontana. "Non mi è piaciuto il metodo utilizzato per le modifiche al progetto Pedemontana, con decisione prese dall'alto senza condivisione con il territorio", ha comentato Baraggia.
La replica del commissario Villa
A stretto giro di posta è arrivata la replica del Carroccio, affidata alle parole di Andrea Villa, commissario provinciale della Lega di Monza e Brianza.
"Non sono affatto stupito dalle dichiarazioni a ruota libera di Matteo Baraggia, sindaco di Aicurzio eletto sempre con una lista civica e unico candidato nel suo Comune alle elezioni amministrative del 2019 - ha dichiarato Villa - La Lega era il suo partito solo quando c’era da chiedere la candidatura per le regionali e il Parlamento. Si dice leghista della prima ora ma era militante da qualche anno. Accusa di non essere mai stato valorizzato ma era candidato con la Lega in Regione nel 2018. Suggerisco al partito che accoglierà Baraggia di preparargli un posto in lista per le prossime elezioni".