Aromi concentrati per sigaretta elettronica: quando il risparmio diventa un rischio per la salute

Aromi concentrati per sigaretta elettronica: quando il risparmio diventa un rischio per la salute
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Negli ultimi anni, il fenomeno dello svapo fai-da-te (DIY, Do It Yourself) ha conosciuto un'espansione significativa. Sempre più utenti scelgono di preparare da sé il proprio liquido per sigaretta elettronica, attratti dalla possibilità di personalizzare gusto e intensità, ma soprattutto dal risparmio economico rispetto ai prodotti pronti all’uso. Al centro di questa tendenza troviamo gli aromi concentrati per sigaretta elettronica, sostanze fondamentali nella preparazione casalinga dei liquidi da svapo. Tuttavia, ciò che viene spesso sottovalutato è il grado di complessità e rischio associato a queste pratiche. Il desiderio di risparmiare può facilmente condurre all’utilizzo di ingredienti non certificati, a errori di miscelazione o a un impiego improprio di sostanze potenzialmente dannose. 

Cosa sono gli aromi concentrati e perché sono diversi dai liquidi pronti

Gli aromi concentrati per sigaretta elettronica sono soluzioni aromatiche ad alta concentrazione che non possono essere svapate direttamente. A differenza dei liquidi per sigaretta elettronica pronti all’uso, che contengono già una miscela equilibrata di glicole propilenico (PG), glicerina vegetale (VG), nicotina (eventualmente) e aroma, gli aromi concentrati vanno sempre diluiti prima dell’uso. La preparazione di un liquido per sigaretta elettronica fai-da-te richiede una precisa miscelazione in percentuali corrette. Tipicamente, un aroma concentrato rappresenta tra il 5% e il 15% del totale del liquido, a seconda del produttore e del tipo di aroma. La diluizione deve essere fatta con PG/VG in proporzioni controllate, spesso variabili in base al tipo di dispositivo utilizzato per lo svapo. Una concentrazione errata può alterare non solo l’esperienza sensoriale, ma anche la sicurezza del prodotto finale.

La chimica nascosta: ingredienti pericolosi negli aromi economici

Sul mercato, soprattutto in circuiti paralleli o su piattaforme di e-commerce poco regolamentate, si trovano aromi concentrati a basso costo privi di certificazioni adeguate. Il problema principale non è solo la mancanza di tracciabilità, ma la presenza di sostanze potenzialmente tossiche.

Tra i composti più discussi troviamo:

  • Diacetile: impiegato per conferire un sapore burroso, è stato associato a gravi patologie respiratorie come la bronchiolite obliterante (“popcorn lung”). Sebbene sicuro se ingerito, è estremamente pericoloso per via inalatoria.
  • Acetoina e acetil propionile: chimicamente simili al diacetile, possono anch’essi generare sottoprodotti nocivi se riscaldati.
  • Cinnamaldeide: presente negli aromi alla cannella, può causare infiammazioni e alterazioni cellulari nei tessuti polmonari.
  • Benzaldeide: usata per simulare il gusto di mandorla, è irritante per le vie respiratorie in concentrazioni elevate.

Uno studio pubblicato sul Journal of Toxicology ha dimostrato che la vaporizzazione di questi composti, anche in tracce, può portare a infiammazioni croniche del tratto respiratorio. I livelli sicuri di esposizione, stabiliti da enti come il NIOSH e il REACH, sono spesso superati in miscele artigianali fatte con aromi economici, soprattutto se non correttamente diluiti.

Dosaggio errato: quando il fai-da-te diventa pericoloso

Uno dei rischi più sottovalutati del fai-da-te è il dosaggio improprio degli aromi concentrati. Un eccesso di aroma non solo rovina il gusto, ma può causare irritazioni alla gola, tosse persistente, mal di testa, nausea e, nei casi più gravi, reazioni allergiche. In alcuni soggetti predisposti, l’esposizione prolungata a concentrazioni elevate può anche innescare fenomeni di sensibilizzazione chimica. La situazione si complica ulteriormente quando si utilizzano misurazioni “a occhio” o strumenti non idonei. Senza un dosaggio preciso, è facile superare le soglie di sicurezza. Inoltre, alcuni aromi a base oleosa, non adatti all’inalazione, possono generare composti carbonilici tossici come la formaldeide quando vengono riscaldati oltre una certa temperatura. Un errore comune tra i principianti è quello di aumentare la quantità di aroma per compensare un gusto percepito come troppo debole. In realtà, il sapore di un liquido per sigaretta elettronica dipende da diversi fattori: qualità dell’aroma, tempo di maturazione (steeping), tipo di atomizzatore e potenza di erogazione.

Aromi alimentari vs aromi per svapo: una differenza cruciale

Un altro mito diffuso è che gli aromi alimentari siano equivalenti a quelli per lo svapo. Nulla di più sbagliato. Un aroma progettato per essere ingerito non è automaticamente sicuro da inalare. La via inalatoria coinvolge direttamente il sistema respiratorio, un ambiente molto più delicato rispetto al tratto digerente. Molecole stabili a livello gastrico possono diventare irritanti o tossiche una volta vaporizzate e inalate. La formulazione degli aromi per sigaretta elettronica prevede l’esclusione di determinati solventi e additivi incompatibili con il riscaldamento o con la fisiologia polmonare. Ad esempio, l’uso di oli essenziali alimentari, spesso presenti in aromi naturali da cucina, è assolutamente sconsigliato nello svapo: possono causare una polmonite lipoidea, una condizione infiammatoria potenzialmente grave.

Il mercato degli aromi economici: dove si nascondono i pericoli

Il crescente interesse per lo svapo fai-da-te per smettere di fumare ha dato impulso anche a un mercato parallelo di aromi concentrati economici, spesso venduti attraverso marketplace internazionali o piccoli rivenditori online. La mancanza di normative armonizzate a livello globale ha consentito l’ingresso in Europa di prodotti provenienti da paesi con standard di sicurezza inferiori. Molti di questi aromi non sono accompagnati da schede di sicurezza (SDS), certificazioni di purezza o analisi chimiche. Spesso il contenuto è indicato in modo generico, e l’origine delle materie prime resta ignota. Alcuni rivenditori etichettano come “per uso tecnico” o “non destinato all’inalazione” aromi che vengono invece comunemente impiegati nella preparazione di liquidi per sigaretta elettronica, lasciando l’utente finale esposto a gravi rischi.

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