La liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica in Italia è una realtà che ha compiuto ormai i 25 anni e ha avuto conseguenze positive per i consumatori privati, fra cui la possibilità di scegliere tra un numero davvero elevato di proposte.
Gli utenti privati – ma si potrebbe dire lo stesso per quanto riguarda le aziende – hanno infatti un’ampia possibilità di scelta e anche l’opportunità di cambiare fornitore energetico in qualsiasi momento e con estrema facilità.
Ne consegue che un privato che non sia del tutto soddisfatto del servizio offerto dal suo fornitore di energia elettrica – per ragioni economiche o altre motivazioni – può analizzare le varie luce casa offerte presenti sul mercato, scegliere quella che ritiene più idonea alle proprie esigenze ed effettuare la procedura di cambio fornitore, nota anche come switching della fornitura.
Quali costi comporta lo switching della fornitura?
La procedura per il cambio di fornitore di energia elettrica non comporta né spese né penali. È infatti un’operazione totalmente gratuita. Una volta effettuata la richiesta – online o telefonicamente – sarà il nuovo operatore a gestire tutti gli aspetti burocratici e amministrativi. Il cliente però ha l’obbligo di saldare al vecchio fornitore le fatture che ancora dovessero risultare pendenti, fra cui quella di conguaglio.
È opportuno ricordare che lo switching non comporta modifiche al contatore o all’impianto della luce e nemmeno interruzioni del servizio.
Come procedere per cambiare fornitore? Una guida pratica
Una volta trovata un’offerta luce che si ritiene soddisfacente, si può iniziare l’iter del cambio fornitura. Si può fare la richiesta online partendo dal sito di comparazione offerte che ci ha permesso di trovare la proposta oppure recandosi direttamente sul sito del fornitore. In alternativa si può contattare telefonicamente il servizio clienti.
I dati e i documenti richiesti non sono molti: dati anagrafici dell’intestatario, contatti personali (e-mail, cellulare, numero fisso) e codice POD (Point of Delivery: lo si trova su una vecchia bolletta o sul contatore). È utile avere a portata di mano la carta di identità (saranno chiesti gli estremi del documento), la tessera sanitaria (che riporta il codice fiscale) e una copia dell’ultima bolletta ricevuta dal vecchio fornitore.
Se si intende attivare la domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette, è necessario fornire anche il codice IBAN del proprio conto corrente.
Non è obbligatorio attivare la domiciliazione delle bollette, ma senza dubbio risulta utile per evitare dimenticanze o ritardi nei pagamenti.
Cambio della fornitura di energia: le tempistiche
L’attivazione del nuovo servizio avviene in tempi abbastanza rapidi, ma non è immediata e la tempistica dipende essenzialmente dal momento in cui viene effettuata la richiesta al nuovo fornitore.
In linea di massima, salvo eccezioni, qualora la procedura di switching venga completata entro il giorno 10 del mese, il contratto con il nuovo fornitore entrerà in vigore a partire dal primo giorno del mese successivo.
Se, invece, la richiesta viene effettuata dopo il giorno 10, il passaggio al nuovo fornitore avrà una tempistica più lunga.
Per esempio, se la richiesta viene effettuata il 9 settembre, la nuova fornitura sarà attivata a partire dal 1° ottobre. Se la richiesta viene inoltrata il 13 settembre, il nuovo contratto sarà attivo dal 1° novembre. Quindi, a seconda dei casi, una piccola differenza di giorni può comportare lo slittamento di almeno un mese.