Quale sport è meglio far praticare ai propri figli?
I consigli del dottor Antonino Lipari, responsabile e titolare dello Studio Professionale di Medicina dello Sport presso Zucchi Wellness Clinic di Monza per aiutare i genitori a scegliere l’attività più adatta per bambini e ragazzi.
Quale sport è meglio far praticare ai propri figli? E’ la domanda che tanti genitori si stanno ponendo proprio in questo periodo, magari sotto l’ombrellone o in montagna. A breve ripartiranno le attività scolastiche e sportive: come scegliere lo sport giusto?
Quale sport è meglio far praticare ai propri figli?
Abbiamo chiesto un parere al dottor Antonino Lipari, responsabile e titolare dello Studio Professionale di Medicina dello Sport alla Zucchi Wellness Clinic di Monza: "Tutti i bambini dovrebbero iniziare a praticare uno sport già dai 5 anni. Non importa quale, la cosa più importante è che il divertimento superi la fatica. La parte ludica, infatti, deve essere predominante. Nello stesso tempo, il bambino inizia ad imparare e rispettare le regole, a confrontarsi con i suoi coetanei, a migliorare la coordinazione dei movimenti, favorendo così non solo lo sviluppo fisico ma anche quello psicologico. Solo in un secondo momento e grazie all’occhio attento degli istruttori emergono le attitudini e la consapevolezza di quale sport intraprendere".
Ci sono delle linee guida? O la scelta dello sport dipende dall’età?
"Non esistono linee guida generali. Altresì, l’orientamento è quello di far iniziare le attività sportive (svolgendone anche più di una) dai 5 ai 10 anni e la finalità - come già detto - deve essere solo ludica. Si passa poi ad una fase di specializzazione, dai 10 ai 12 anni, epoca in cui il ragazzo inizia a prendere consapevolezza dei suoi limiti e delle sue capacità per poter scegliere lo sport che più lo appaga. Dai 12 anni in poi, vi è una ulteriore fase di specializzazione, dove si ridimensiona la componente ludica rispetto a quella agonistica per soddisfare il desiderio di competizione. Per gli adulti, invece, dai 30 ai 60 anni molti possono essere i fattori che indirizzano la scelta; ad esempio la storia personale o il vissuto sportivo, il motivo per cui si vuole fare sport e quello che si può fare in base alla disponibilità di tempo e alle proprie capacità. Poi, per gli ultra sessantenni che dovessero accostarsi per la prima volta allo sport, la scelta è fortemente legata allo stato di salute: qualsiasi attività motoria, come una semplice camminata, attività di pilates, yoga e ginnastica dolce, permette all’organismo di mantenere una minima elasticità muscolo-tendinea e migliorare il proprio stato psicofisico".
Ma tutti gli sport si possono iniziare a qualsiasi età?
"La società italiana di pediatria dà alcuni suggerimenti, in base allo sviluppo psicofisico del bambino: dai 3 anni si può iniziare con il nuoto, dai 4 anni lo sci, dai 5 la ginnastica, la danza e l’atletica. Poi dai 6 anni il calcio, il rugby, la pallavolo, il basket e le arti marziali. Dai 7 e 8 anni anche tennis, scherma e ciclismo. Tenendo sempre presente che la prima cosa è imparare a giocare divertendosi. E negli sport asimmetrici, dove si prediligono solo alcune capacità fisiche, bisogna fare attenzione ad allenare sempre tutto il corpo".
Perché è importante fare dello sport fin da piccoli?
"Prima di tutto per divertirsi ed allo stesso tempo favorire la crescita con un corretto sviluppo fisico e psicologico. Ogni sport ha le sue peculiarità specifiche e per questo da piccoli è utile farne più di uno. Una volta si giocava di più all’aria aperta, correndo e saltando nei cortili e negli oratori. Oggi invece è diverso, si è meno abituati a fare attività fisica e si utilizzano di più gli strumenti digitali, come videogame e tablet. Certamente anche la pandemia ha favorito le cattive abitudini… In Italia abbiamo purtroppo il 9% dei bambini obesi".
Quanto tempo bisognerebbe dedicare allo sport?
"Il Ministero della Salute, seguendo le indicazioni dell’Oms, indica per i bambini un’ora tutti i giorni, o almeno tre volte la settimana, facendo sempre prevalere la parte ludica, insieme all’insegnamento delle regole e del gesto atletico. Per gli adulti, invece, un minimo di 150 minuti a settimana di attività moderata, come una camminata veloce, o 75 minuti di attività vigorosa. Ovviamente il tutto va svolto senza eccessi ed in base alle proprie capacità. Infine, per gli over 60 è indicata una attività motoria moderata di almeno 150 minuti alla settimana, possibilmente variando gli esercizi per poter interessare tutti i gruppi muscolari".
Meglio lo sport individuale o quello di squadra?
"La scelta dovrebbe sempre essere effettuata dal bambino. In generale possiamo dire che gli sport di squadra permettono e favoriscono in ognuno il consolidamento del gruppo, il senso di appartenenza, la cooperazione, mettendo in luce le proprie capacità - e qui conta anche molto l’educatore, che sappia valorizzare tutti al meglio -, perché il successo della squadra dipende dal lavoro di tutti. Va comunque detto che negli sport di gruppo emergono spesso solo alcune personalità ed altri rischiano di essere marginalizzati; scatta il carattere competitivo dei bambini, soprattutto tra gli 8 e i 12 anni, con il rischio di innescare conflitti all’interno del gruppo. Negli sport individuali, invece, perdiamo l’aspetto della socializzazione del gruppo ma guadagniamo in quello dell’autoaffermazione di sé stessi e della crescita autonoma, imparando a cavarcela da soli. Il bambino è al centro: il suo impegno e quello del suo allenatore sono rivolti per migliorare le sue capacità. Manca la competizione tipica del gruppo e viene meno la gerarchia interna. Questi fattori potrebbero portare alla perdita di stimoli e a maggiori difficoltà di socializzazione e nell’affrontare gli insuccessi".
Nel caso di bambini con asma e allergie, ci sono sport più indicati?
"Assolutamente no, tutti gli sport portano beneficio ai soggetti asmatici. Potrebbero magari presentarsi piccole incompatibilità con alcune attività come l’equitazione e tutte le sue specialità, ma in questo caso basterà utilizzare delle terapie adeguate a mitigarne gli effetti. Anche calibrando l’intensità dell’attività. Ad esempio l’asmatico che gioca a calcio dovrà riscaldarsi meglio e più a lungo, soprattutto durante il periodo invernale. Potrebbero essere maggiormente indicati sport che insegnano soprattutto ad associare e sincronizzare il gesto atletico agli atti della respirazione, primo fra tutti il nuoto senza dimenticare il canottaggio, lo sci di fondo, l’atletica leggera; oppure alcuni sport di destrezza, come tiro con l’arco, scherma, tennis tavolo".
E per i bambini iperattivi che hanno bisogno di movimento, cosa consiglia?
"Prima di tutto bisognerà capire con assoluta certezza se il bambino sia solo molto vivace oppure sia affetto da sindrome ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione con Iperattività). Servirà dunque un approccio medico multidisciplinare che dovrà emettere l’eventuale diagnosi. In caso di diagnosi di ADHD, bisognerà partire da ciò per cui il bambino è motivato, dalle sue preferenze. Vanno poi favoriti gli sport che presentano regole molto semplici e uno spazio ben delimitato, con un movimento costante, come calcio, rugby o basket, ma anche nuoto e palestra, comprese le arti marziali. Vanno dunque evitati sport caotici e/o difficili da decodificare e in cui è richiesta concentrazione".
Studio Professionale di Medicina dello Sport: punto di riferimento per atleti professionisti, agonisti e non agonisti
In cosa consiste l’attività dello Specialista in Medicina dello Sport? "Nel pensiero comune consiste, principalmente, nella valutazione degli atleti e nel rilascio del certificato di idoneità allo sport. Ma non è solo questo: lo specialista in Medicina dello Sport quando svolge la propria attività di valutazione dell’atleta (di qualsiasi età esso sia) si confronta, spesso, con altri specialisti - pediatri, cardiologi, neurologi, psichiatri, fisiatri, ortopedici, per meglio definirne lo stato di salute. Compito assoluto è, pertanto, tutelare l’integrità dello sportivo nei confronti della stessa attività sportiva svolta", ci spiega il dottor Antonino Lipari, responsabile e titolare dello Studio Professionale di Medicina dello Sport presso Zucchi Wellness Clinic.
Il servizio di Monza si avvale della collaborazione di tutte le specialità e degli specialisti presenti in struttura, per dare risposte adeguate ai pazienti. Lo Studio del dottor Lipari offre infatti oltre alle visite mediche per il rilascio dei certificati di idoneità sportiva agonistica e non agonistica, un punto di riferimento per atleti professionisti, atleti agonisti e non agonisti, che necessitino di un consulto medico riguardo le problematiche inerenti allo svolgimento di tutte le attività sportive.
"Gli Istituti Clinici Zucchi hanno inoltre sottoscritto delle convenzioni con alcune fra le più importanti associazioni del territorio – ricorda Lipari - come Vero Volley o il Monza Calcio".
Zucchi Wellness Clinic, benessere per tutta la famiglia
Ambulatori polispecialistici con servizi dedicati a tutta la famiglia, apparecchiature di ultima generazione. Tutto questo si trova nel nuovo palazzo in via Andrea Appiani 17 degli Istituti Clinici Zucchi di Monza.
Una struttura importante nel centro città che vede rinascere uno storico palazzo di tre piani e di oltre 3.000 mq interamente ristrutturato.
La nuova sede ospita una vera e propria esperienza di salute che interessa il corpo e la mente, la diagnosi e la cura, la prevenzione e il benessere. Il tutto attraverso le competenze mediche specialistiche dei professionisti degli Istituti Clinici Zucchi e del Gruppo San Donato.
Alla Zucchi Wellness Clinic sono presenti:
- il Centro di riabilitazione con medicina sportiva al cui interno è presente la palestra attrezzata con apparecchiature di ultima generazione come il D-Wall, la Criocamera e la vasca idroterapica di 65 mq impiegata per la riabilitazione in acqua;
- l’area di Ginecologia che comprende un ambulatorio per la menopaussa, Procreazione medicalmente Assistita e di Urologia e Andrologia con tutti i percorsi diagnostico-terapeutici integrati sia nell’ambito della sterilità di coppia, sia delle problematiche di uroginecologia e della statica pelvica;
- l’ambulatorio di Psicologia Clinica e Psichiatria, dove un approccio multidisciplinare mette il paziente al centro per affrontare specifiche patologie, come i disturbi da trauma, dell’umore e i disturbi d’ansia;
- gli ambulatori di ortopedia e traumatologia con anche il centro della mano sportiva che cura le patologie specifiche del polso e della mano degli sportivi e degli amatoriali;
- gli ambulatori di chirurgia vascolare, chirurgia generale, oculistica, dermatologia, gastroenterologia e geriatria;
- il NeuroSmart Center, un centro dedicato ai disturbi cognitivi e della memoria.
Inoltre, all’interno della clinica di via Appiani 17 si trova “La Zucca Felice”, asilo nido privato e spazio gioco 0-6 anni.
Per maggiori informazioni: tel. 03983831 - www.grupposandonato.it.