Seregno

Assemblea degli studenti dopo l'aggressione alla professoressa

Centinaia di alunni del liceo Parini hanno criticato duramente il silenzio del preside, che ha ammesso "un errore di comunicazione" e si è scusato

Assemblea degli studenti dopo l'aggressione alla professoressa
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Al liceo Parini di Seregno l'assemblea degli studenti dopo l'aggressione ad opera di uno studente minorenne ai danni di una professoressa, rimasta ferita al volto. Dure critiche al dirigente scolastico, che aveva chiesto riservatezza sulla vicenda.

Assemblea degli studenti al Parini

Questa mattina, giovedì 23 gennaio, nel cortile della sede principale del liceo Parini si è svolta un'assemblea degli studenti, a distanza di otto giorni dall'aggressione ai danni di una docente ad opera di uno studente al cambio dell'ora durante le lezioni. La professoressa, ferita al volto, è dovuta ricorrere alle cure del Pronto soccorso.

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Dure critiche al dirigente scolastico

Alle finestre della scuola gli studenti hanno esposto diversi striscioni per condannare il silenzio del dirigente scolastico, Gianni Trezzi, che ai ragazzi dopo il grave episodio aveva chiesto il più assoluto riserbo. "Vogliamo il dialogo con la scuola, ma il preside ha rifiutato l'assemblea che avevamo chiesto per chiarire la vicenda - hanno detto i ragazzi in assemblea - Siamo la prima scuola dialogica, che sia dimostrato nei fatti. Gli studenti sono il cuore dell'istituto e vanno ascoltati. La vicenda si sarebbe risolta se il dirigente avesse comunicato la situazione per quella che è, invece ha banalizzato. Si dà priorità a cose sbagliate".

Il preside si scusa: "Errore di comunicazione"

Nel corso dell'assemblea in cortile è arrivato il dirigente scolastico, che ha spiegato di essere stato riservato nei primi giorni successivi all'aggressione per la delicatezza della vicenda e per affrontare le questioni amministrative. "La riservatezza non è banalizzare. E' stato un fatto gravissimo, ma non prevedibile altrimenti saremmo intervenuti: non c'è stato il tempo di proseguire il percorso. La vicenda non ha nulla a che vedere con un ragazzo violento, bensì con una patologia importante che finora non era emersa. La sua famiglia ha subito comunicato che non sarebbe tornato a scuola e ha chiesto scusa. C'è stato un errore di comunicazione, di cui mi scuso con voi studenti, gli adulti possono sbagliare, ma era una situazione delicata e dovevo tutelare anche lo studente minorenne".

 

 

 

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