«Aule scolastiche nei locali della parrocchia»
La proposta di Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, dopo aver visitato il primo piano dell’immobile al Lazzaretto

Utilizzare come sede scolastica il primo piano dell’edificio della parrocchia del Lazzaretto, in via Buozzi a Seregno, da molti anni vuota.
«Aule scolastiche nei locali della parrocchia»
E’ la proposta di Alessandro Corbetta, capogruppo della Lega in Consiglio regionale, a margine del recente sopralluogo nel quartiere, per iniziativa del segretario locale Edoardo Trezzi. L’attenzione di Corbetta si è concentrata sull’immobile nell’oratorio del Lazzaretto, che ospita nel seminterrato l’area eventi e la cucina e al piano terreno la scuola materna Cabiati.
«Il problema nasce quando si arriva al primo piano – commenta il consigliere regionale - Un’area di circa mille metri quadrati con sette aule ben definite e infissi quasi nuovi, che potrebbe avere grandi potenzialità. Purtroppo, invece, viene lasciata a sé stessa, a quanto pare nell'indifferenza dell'Amministrazione comunale. Un peccato, se pensiamo che potrebbe essere recuperata dal Comune per ricavare delle classi della scuola primaria, per l’Università della Terza età (l’Unitel è da tempo senza una sede unica, ndr.) o per scuole di formazione professionale».
Un’alternativa potrebbe essere l’utilizzo come uffici per aziende private.
Corbetta, «vista l’indifferenza del sindaco», ha annunciato un imminente confronto con il presidente della Provincia, Luca Santambrogio e con l’assessore regionale all’Istruzione, Simona Tironi «per capire se ci possono essere altre strade percorribili, ma è chiaro che un vero interesse della Giunta Rossi potrebbe fare la differenza».
Sulla questione il Carroccio, attraverso un comunicato dei giorni scorsi, riporta anche un intervento del vicario parrocchiale, don Michele Somaschini:
«Come parrocchia siamo anche disposti a concedere l’uso temporale degli spazi a titolo gratuito, escluse le spese di luce e riscaldamento, a fronte dei costi di ristrutturazione. Costi che, da una prima stima effettuata proprio dal Comune, ammonterebbero a circa 500mila euro, ma che potrebbero scendere a 250mila con interventi meno invasivi».
L’area ex Trancia Silva? «Una ferita a cielo aperto»
Nel corso del sopralluogo al Lazzaretto il consigliere regionale ha definito «una ferita a cielo aperto, non solo per il quartiere ma per tutta la città» l’area dismessa di 10mila metri quadrati dell’ex Trancia Silva di via Macallè, «che a tutt’oggi non è sottoposta a nessun tipo di progettualità in grado di riqualificarla e, soprattutto, di ripulirla da degrado, sporcizia e topi. Un’area incolta e insalubre, che andrebbe prima di tutto risanata e che costringe i residenti a vivere nell’insicurezza e nell’abbandono». Per Corbetta il quartiere «rischia di trasformarsi in un dormitorio, con sempre meno servizi e persino il mercato rionale è stato spostato».
«Da troppo tempo questa zona viene trascurata - la chiosa del consigliere comunale Edoardo Trezzi - L’Amministrazione ha investito zero, nonostante il sindaco abbia dichiarato che sono state messe due giostrine in un parchetto. Le nuove case di via Macallè dovevano essere già pronte da tempo e sembra un cantiere dimenticato. Il Lazzaretto, come gli altri quartieri, merita attenzione, cura e investimenti concreti».
La replica del sindaco Rossi
«Nel 2023 come Amministrazione abbiamo accompagnato Unitel nel percorso di una nuova sede unica, dopo l’accordo non concretizzato con l’istituto Bassi, ma stiamo parlando di un privato e di una struttura privata - ha spiegato il sindaco, Alberto Rossi, in risposta ai leghisti Corbetta e Trezzi sull’immobile parrocchiale - Se ci fossero progetti di interesse pubblico siamo a disposizione, ma il nostro riferimento è il prevosto ed è un discorso, anche economico, fra privati. Non c’è stato uno studio approfondito del Comune su questo immobile».
L’area dismessa di via Macallé?
«E’ privata e con una multiproprietà che rende più difficoltoso» il percorso di rigenerazione urbana. «Nel 2022, insieme ad altre nove aree, abbiamo dato determinati indirizzi», fra cui l’edilizia residenziale pubblica, servizi, verde pubblico e il collegamento ciclopedonale con via Ticino.
«Siamo a disposizione, ma il pubblico con la propria proattività non può partire in un contesto del genere. Senza entrare in polemica, trovo un po’ singolare che il consigliere regionale Corbetta intervenga su due aree private per le quali la disponibilità del Comune è totale, ma la possibilità si ferma fino a un certo punto».
Rossi, infine, respinge la contestazione di un quartiere dimenticato, «come testimoniano le diverse attività messe in campo in questi anni. Dal miglioramento dei parchi di via Lazzaretto e via Reggio con giochi e area cani, alla sistemazione e riapertura della passerella ciclopedonale, dall'aumento della videosorveglianza agli investimenti sulle principali proprietà comunali della zona, cioè le case di via Macallè in corso di ultimazione e quelle di via Vivaldi, completamente efficientate sotto il profilo energetico. E aggiungo la collaborazione molto vivace e appassionata del Comitato di quartiere, di cui siamo grati, nato con la nostra regolamentazione e istituzionalizzazione».
«Le decisioni competono al parroco»
«Le decisioni competono al parroco, che non decide da solo ma con tutti gli organi competenti», spiega monsignor Bruno Molinari. E occorre «l’accordo con l’ufficio amministrativo della Curia» per l’utilizzo a qualsiasi titolo di un immobile di proprietà della Comunità pastorale, come quello di via Buozzi. «Chi vuole vedere un ambiente parrocchiale, come primo passo, si deve rivolgere al parroco».
L’edificio è inutilizzato da quando è uscita la succursale della primaria Cadorna, all’inizio degli anni Duemila: all’epoca fu ristrutturato il plesso di via Cavour e gli alunni furono trasferiti nella sede centrale, evitando al Comune la spesa per l’affitto degli ambienti parrocchiali. Una piccola parte in seguito era stata utilizzata per l’appartamento e lo studio di don Pino Caimi.
«Come parrocchia abbiamo avuto diverse richieste di gruppi e associazioni. Ma per qualsiasi attività pubblica sono necessari lavori di messa a norma importanti, penso agli impianti e alle barriere architettoniche e la destinazione deve essere compatibile con la presenza della scuola dell’infanzia al piano inferiore. L’entità precisa dei lavori necessari non è nota, 500mila euro è una cifra imprecisa perché non è mai stato fatto un preventivo, ma la parrocchia non dispone di queste risorse. E nel tempo gli interessati si sono sfilati».
Le spese di ristrutturazione «non possono ricadere sulla parrocchia, che a seconda della destinazione dovrebbe mettere a reddito l’immobile mentre l’utilizzatore dovrebbe accollarsi le spese di utenza. Anche in caso di comodato gratuito, chi fruisce di un ambiente sostiene le spese di manutenzione, ordinarie e straordinarie».
Per il parroco la destinazione più compatibile è quella scolastica, o un istituto privato o corsi di formazione professionale per i giovani.
(nella foto di copertina Don Michele Somaschini, il segretario della Lega Edoardo Trezzi e Alessandro Corbetta, capogruppo leghista in Consiglio regionale)