Seregno

In pagella tornano i giudizi, «Un delitto: così si cancella uno strumento pedagogico»

Fa discutere la proposta del Governo di eliminare la forma descrittiva nella scuola primaria

In pagella tornano i giudizi, «Un delitto: così si cancella uno strumento pedagogico»
Pubblicato:

A poco più di tre anni dalla riforma che aveva eliminato i voti numerici per introdurre i giudizi descrittivi, si cambia ancora. Un emendamento del Governo, inserito nel Disegno di legge sulla revisione del voto in condotta, farà tornare i giudizi sintetici: insufficiente, sufficiente, discreto, buono e ottimo. L’obiettivo sembrerebbe quello di cancellare la riforma introdotta dalla ministra Lucia Azzolina (in quota Movimento 5 Stelle).
Nella primaria i maestri e le maestre non dovranno più compilare lunghe pagelle, seguendo griglie descrittive basate su quattro livelli.
Il Giornale di Seregno ha chiesto un commento sulla modifica della valutazione nella scuola primaria al dirigente scolastico del liceo Parini di Seregno, Gianni Trezzi, che è anche reggente da diversi anni di un istituto comprensivo a Muggiò, nonché pedagogista.

Gianni Trezzi

In pagella tornano i giudizi, «Un delitto: così si cancella uno strumento pedagogico»

«La valutazione è sempre un tema delicatissimo in qualsiasi ordine di scuola e in massimo grado alla primaria - ha affermato Trezzi - Cambiare di nuovo, dopo solo tre anni di applicazione del modello della valutazione descrittiva, è una notizia pessima. Saremmo alla quarta modifica in poco più di dieci anni: nel 2008 si abbandonarono i giudizi per i voti, nel 2020 si passa alla valutazione descrittiva e adesso si dovrebbe tornare ai giudizi... Mi chiedo se c’è un’idea pedagogica che orienta queste scelte, perché io non la vedo. Oppure se ci si limita ad optare sempre più spesso per una supposta semplificazione, più comprensibile soprattutto per i genitori e anche per molti docenti».

Il preside ha aggiunto che «finalmente la scuola primaria si è dotata di una valutazione pedagogicamente efficace e innovativa, tra le più avanzate al mondo, proposta e validata da docenti universitari del peso di Elisabetta Nigris della Bicocca: una modalità attenta al processo di apprendimento e non basata in via esclusiva sul prodotto, sulle verifiche scritte e le interrogazioni per intenderci. Interrompere questa esperienza solo perché la si ritiene di difficile comprensione è come buttare il bambino con l’acqua sporca».

A giudizio di Trezzi «se si mantiene questa modalità valutativa ci sarà modo per fare comprendere a tutti i genitori i vantaggi di uno strumento attento all’aspetto relazionale e non solo a quello performativo». Uno strumento «che consente di osservare giorno dopo giorno il processo di apprendimento del singolo alunno e del gruppo classe, perché la valutazione descrittiva fornisce dati pressoché quotidiani a tutti gli attori della scuola, docenti e genitori, ma anche i bambini e le bambine».

"Mi auguro che il ministero ci ripensi"

Così agli alunni della scuola elementare è offerta «finalmente l’opportunità di confrontarsi con i loro maestre e maestri in un continuo dialogo valutativo relazionale, che cresce e si raffina giorno dopo giorno e che non si limita all’attribuzione di un voto o di un giudizio a scadenza periodica, quando si viene interrogati o si riceve il problema o il tema corretto».

Il dirigente scolastico non ha dubbi sul tema:

«Tornare indietro sarebbe davvero un peccato, anzi di più: sarebbe delittuoso, si rischia il delitto perfetto di assassinare quell’afflato pedagogico ideale che consente a centinaia di migliaia di insegnanti di entrare ogni giorno in classe con entusiasmo e con il desiderio di crescere umanamente e culturalmente insieme con i loro alunni. Mi auguro che il ministero ci ripensi, per il bene di tutta la comunità scolastica italiana».

Seguici sui nostri canali
Necrologie