La scuola media Cairoli saluta tre insegnanti: «Abbiamo fatto il mestiere più bello del mondo»
Dopo quarant’anni di servizio vanno in pensione Annamaria Giacovelli, Luisella Baldina e Antonella Ferro
«Abbiamo fatto il mestiere più bello del mondo, un insegnante non finisce mai di esserlo. A scuola lasciamo un pezzo di cuore». Passeggiando per corridoi e aule del plesso Cairoli di Bovisio Masciago si incappa facilmente in un ricordo, un aneddoto, un progetto che ha coinvolto le docenti Luisella Baldina, Annamaria Giacovelli e Antonella Ferro.
La scuola media Cairoli saluta tre insegnanti: «Abbiamo fatto il mestiere più bello del mondo»
E sul loro volto nasce spontaneo un sorriso soddisfatto quando raccontano come sono riuscite a catturare l’entusiasmo dei loro studenti. Per le tre insegnanti quella in corso è l’ultima sessione di esami di terza media, poi, dopo oltre quarant’anni nel mondo della scuola, andranno in pensione.
Baldina è prof di arte, ha ottenuto la cattedra di ruolo proprio a Bovisio nel 1986 e a parte una parentesi di otto anni nella media Verga di Limbiate, ha sempre lavorato in via Tolmino. Giacovelli, insegnante di sostegno, ha iniziato il suo percorso nel 1983, dieci anni dopo era a Varedo, poi la media Segantini a Nova e nel 2005 è arrivata alla Cairoli. Ferro è prof di tecnologia ed è approdata alla secondaria di Bovisio dopo 27 anni di insegnamento nella scuola privata.
Insieme hanno condiviso diversi progetti scolastici, tra questi la creazione dello spazio educativo sei anni fa, con l’obiettivo dell’inclusività, laboratori creativi che hanno visto la realizzazione di marionette, cestini con materiali di riciclo, elaborati su temi importanti come bullismo e autismo.
«La scuola è cambiata molto in questi anni, soprattutto dopo il Covid, si è introdotta in maniera più ampia l’informatica ed è aumentata la burocrazia» ha notato Giacovelli.
Gli studenti, ma anche la scuola, sono cambiati
Anche le lezioni sono diverse. «Una volta erano più complesse, adesso abbiamo dovuto semplificare - ha aggiunto Baldina - nei ragazzi si è andata anche perdendo la manualità, prima era la scuola del saper fare e c’erano molti laboratori, grazie anche alle compresenze, ora il tempo per queste attività si è ridotto, eppure ai ragazzi piacciono molto e quando si riescono a coinvolgere nei progetti, si vede che ci mettono proprio l’anima».
Anche Ferro ha notato che gli studenti nel corso degli anni sono molto cambiati:
«Una volta forse erano più tranquilli o comunque bastava un richiamo e si ricomponevano, adesso vanno presi diversamente, quindi bisogna prima capire e poi intervenire, prenderli di petto non porta a nessun risultato. Quando arrivano in terza è bello perché si consolidano i rapporti, i ragazzi si raccontano e si scherza, poi quando vanno via senti la loro mancanza».
Giacovelli è un po’ preoccupata: «Ultimamente noto che i ragazzi sono cambiati anche perché alcuni mi dicono che hanno l’ansia, attacchi di panico, forse fanno una vita troppo stressata».
Cosa mancherà
Guardandosi indietro, le tre insegnanti rifarebbero tutto:
«La scuola è stata il nostro pensiero costante, è faticoso, ma la parte più bella è costruire un rapporto con gli studenti, parlare con loro, aiutarli e vederli affettuosi nei nostri confronti».
Un po’ di nostalgia arriverà sicuramente a settembre: «Quando fai una cosa con piacere poi manca, mancano i ragazzi, sono loro che danno la carica - ha aggiunto Ferro - Quando arrivano in prima, tecnologia è una materia nuova, ma pian piano iniziamo a conoscerci e faccio capire che è importante, perché riguarda tutto ciò che ci sta intorno. Mi mancheranno molto anche i colleghi, con alcuni c’è una bella amicizia, la scuola è la mia famiglia».