Afghanistan e Intercultura

L’istituto comprensivo di via Correggio adotta una donna afghana

La scuola ha aderito alla Staffetta femminista Italia-Afghanistan promossa dal Cisda per sostenere le donne afghane nella lotta contro le violazioni dei diritti umani

L’istituto comprensivo di via Correggio adotta una donna afghana
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Ogni classe è come un piccolo mondo dove coesistono molte culture. Tutte così diverse e al tempo stesso tutte così affascinanti. Ed è solo conoscendo questo grande ventaglio di realtà che si può arricchire la propria. Questa è la filosofia del Crei, lo sportello interculturale che da 20 anni coopera con l’istituto comprensivo di via Correggio per promuovere progetti legati all’inclusione e al multiculturalismo. Tra questi, la Staffetta femminista Italia-Afghanistan promossa da Cisda a cui la scuola ha aderito adottando una donna afghana a distanza per 2 anni.

L'istituto comprensivo di via Correggio aderisce all'iniziativa Cisda

Il progetto, promosso dal Cisda, riguarda un percorso virtuale che da Monza arriva a Kabul in 7 tappe cruciali: si parte dal capoluogo brianzolo per poi passare da Sarajevo, Atene, Istanbul, Tabriz, Teheran, Mashhad, fino ad approdare nella capitale afghana. Un viaggio tra le città dove la guerra e il fondamentalismo hanno privato le donne del diritto alla vita e alla libertà.

Lo scopo di questo progetto non è solo quello di aiutare economicamente le associazioni che lavorano per salvare queste donne, ma anche di portare alla conoscenza la situazione attuale in cui vivono- hanno spiegato Barbara Cestari e Katiuscia Melato, referenti Crei dell’istituto - Bisogna far capire subito ai bambini che è importante sapere ciò che avviene nel mondo, senza rimanere indifferenti a ciò che accade intorno a loro. È necessario stimolare la curiosità per l’altro, per la sua cultura e per farlo utilizziamo un linguaggio per loro accessibile e famigliare, basato sull’immagine e sulla narrazione.

Infatti, in alcune classi dei plessi Masih e Anzani sono stati proposte attività legate non solo al cinema, ma anche alla lettura di storie di bambine afghane come quella di Nasreen, che le insegnanti hanno raccontato con disegni mostrati attraverso il Kamishibai, un antico teatrino di legno giapponese.

L'Intercultura è una competenza che va nutrita nei bambini per educarli alla pace e alla convivenza. Ringraziamo la dirigente scolastica Anna Cavenaghi per averci permesso di proporre questa iniziativa e compiere un ulteriore passo verso una scuola dell’inclusione.

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