Non c’è il numero: alla primaria Tagliabue cancellato il pre-scuola, genitori infuriati
E’ successo per il secondo anno di fila, le famiglie protestano: «Un grosso problema, in Comune se ne sono lavati le mani»
Ci risiamo, cancellato il servizio di pre-scuola alla primaria Tagliabue nel quartiere San Giorgio a Desio. Sale la protesta dei genitori, per cui si ripresenta lo stesso problema dello scorso anno.
Solo che questa volta da parte dell’Amministrazione comunale, con l’assessore alla Pubblica istruzione, Andrea Civiero, non sembrano esserci margini per ripristinarlo.
Non c’è il numero: alla primaria Tagliabue cancellato il pre-scuola, genitori infuriati
I genitori per la seconda volta a luglio si ritrovano con la prospettiva di cercare una soluzione a settembre (avendo poco tempo) per non lasciare i figli in strada. Venerdì scorso a ciascuna famiglia che avrebbe voluto usufruire del servizio è arrivata la lettera del Comune con l’avviso:
«Nonostante i termini temporali per effettuare l’iscrizione al servizio siano stati ampliati fino al 30 giugno, siamo spiacenti di comunicarle che la sua richiesta non potrà essere accolta, in quanto non è stato raggiunto un numero congruo di iscritti». Quindici il numero minimo di utenti previsti per attivare il servizio, ma dal Comune fanno sapere che «le iscrizioni sono state significativamente al di sotto della soglia minima».
Otto stando all’assessore.
Pertanto, la mail dell’Ufficio scuola e formazione conclude affermando che il «servizio di pre/post scuola non sarà attivato per l’anno scolastico 2023/24». Una doccia gelata per le famiglie di San Giorgio che si ritrovano con il problema. Non avendo nonni o altri parenti che la mattina potranno accompagnare a scuola i bambini, dovranno organizzarsi o chiedendo permessi al proprio datore di lavoro, «ma non credo che sarà possibile e si riuscirà ad accordarsi; resta poi il problema per l’uscita», spiegano, o si dovranno rivolgere a una baby sitter. Molti i malumori che il diniego ha suscitato.
Tra l’altro, i genitori, come già lo scorso anno, sono anche disposti a pagare di più il servizio e a coprire la differenza come se fosse per 15.
«Togliere il servizio significa creare un grave danno alle famiglie, che sono abbattute perché adesso non sanno cosa fare e sono in grossa difficoltà – hanno evidenziato – Paghiamo le tasse come tutti i desiani, ma noi del quartiere San Giorgio siamo penalizzati. La scuola è piccola, le classi sono sempre meno e così si vuole farla morire, obbligando le famiglie ad andare altrove».
"Siamo pronti al confronto"
E, visto che il problema si è ripresentato, evidenziano: «La battaglia dello scorso anno non è servita a niente perché se ne sono lavati le mani». E aggiungono: «Anche il sindaco è padre, perché non si mette al nostro posto? - domandano - Non tutti prendono 10mila euro al mese per permettersi di pagare ogni giorno una persona che porti i bambini a scuola, per questo il servizio è importante. Siamo pronti al confronto e vorremmo che il Comune si prendesse le sue responsabilità».
«Solo otto iscritti, non è possibile attivare il servizio»
«Per andare incontro ai genitori e far sapere che il servizio sarebbe stato attivato abbiamo allungato i tempi per le iscrizioni di un mese rispetto alle altre scuole. Al 30 giugno i bambini erano 8, mentre il minimo di utenti è di 15, di conseguenza non è più un servizio sostenibile per i costi; diventa un servizio ad hoc, una situazione di privilegio rispetto agli altri plessi».
Così l’assessore alla Pubblica istruzione, Andrea Civiero, spiega la mancata attivazione del servizio di pre-scuola per il prossimo anno scolastico per la primaria di San Giorgio.
«Quando i numeri non si raggiungono, i servizi non possono prendere il via - specifica - Ci abbiamo provato, anche dando più tempo per le iscrizioni. Se fossero stati 12 o 13 si poteva provare ma con i numeri che ci sono non è possibile».
E puntualizza:
«Il problema l’abbiamo ben presente, ma un’Amministrazione deve anche fare scelte d’insieme e garantire lo stesso trattamento a tutti. Con 8 bambini si creerebbe un precedente, tenendo conto che noi usiamo soldi pubblici». L’assessore si dice dispiaciuto: «Capisco l’amarezza dei genitori – afferma – Al momento alternative non sono state prese in considerazione; si possono fare dei ragionamenti, ma certamente ci si deve muovere all’interno di regole che devono prendere in considerazione l’intera comunità, con una parità di trattamento per tutti».
(foto repertorio)