L'appello

Scuola, "Le vacanze estive? Stiamo attenti ai più fragili"

Mariagrazia Fornaroli, dirigente al «Leonardo Da Vinci» di Carate Brianza richiama adulti e genitori alla responsabilità in vista della fine delle lezioni: "I nostri studenti hanno bisogno di vita, non di scuola".

Scuola, "Le vacanze estive? Stiamo attenti ai più fragili"
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Il tempo di vacanza dopo la fine delle lezioni a scuola? Un «motivo di responsabilità sociale», specie per gli studenti più fragili davanti a settimane estive che rischiano di «svuotarsi» e di trasformarsi in occasioni di pericolo e, soprattutto, di profonda solitudine.

 

Incontro a scuola

Parte da qui la riflessione della dirigente dell’istituto superiore «Leonardo da Vinci» di Carate Brianza. Un appello ai genitori, ma non solo, nei riguardi dei suoi «ragazzi» già provati dall’isolamento della pandemia che per un lungo periodo ha azzerato rapporti e inaridito le opportunità di socialità e la capacità di desiderare.

Se ne parlerà  martedì 7 giugno, alle 20,30, nell’incontro online (questo il link per collegarsi: https://bit.ly/leonardomeet) «Quale tempo libero per i nostri ragazzi?», organizzato dall’istituto superiore tra i più frequentati della provincia.

Ad intervenire sarà uno dei più conosciuti esperti in tema di adolescenza, il professor Diego Miscioscia, laureato in Filosofia ad indirizzo psicologico e specializzato in psicologia tra i soci fondatori dell’Istituto «Minotauro» con il quale dal 1984 ad oggi ha partecipato a numerose esperienze di consulenza, ricerca e formazione.

L'intervento della preside

«Non perché anche di questo si debba occupare la scuola - spiega Mariagrazia Fornaroli, classe 1958, mamma di tre figli e dal giugno del 2014 alla guida dell’istituto di via De Gasperi - Il tempo delle vacanze è totalmente delle ragazze e ragazzi, ci mancherebbe! Ma che occorra interrogarsi sulle potenzialità offerte dalle lunghe vacanze italiane lo ritengo un motivo di responsabilità sociale. Ragazzi con alle spalle contesti saldi - aggiunge - avranno sicuramente la possibilità di andare all’estero, di vivere vacanze interessanti, costellate da incontri significativi, chi invece vive contesti difficili, per ragioni linguistiche, culturali od economiche, ha un solo orizzonte: quello della panchina dei giardinetti dove “chatterà” per tutta l’estate, se non incontrerà mercanti di morte. Questo divario si sta incrementando, il tempo delle vacanze comunitarie non c’è quasi più. I nostri ragazzi, i più fragili, o incontrano adulti che si curvino sul loro bisogno e additino ciò per cui vale la pena vivere l’umana avventura oppure vivono in un orizzonte virtuale in cui si vive la vita falsa dei pochi Vip, sostituendo le energie vitali con un gioco da spettatore passivo... Per questo mi rivolgo ai genitori: “Adulti, coraggio! Dite per cosa vale la pena vivere, assumiamoci la responsabilità di indicare una strada in un orizzonte di senso!” L’alternativa è una desolazione violenta in cui i nostri giovani percorrono un deserto esistenziale che non può che travolgerli! In inglese “perdere tempo” si dice “waste time” e “waste”, come ben sapeva il grande Eliot, ha la stessa radice di “guastare”; il tempo estivo, invece di essere il tempo dell’esperienza più intensa, fatta di colori, di suoni, di esperienze decisive, diventa il tempo apatico della solitudine e della noia, quando non della violenza».

«Carate Brianza - conclude Fornaroli - è un piccolo comune che ha il pregio di una rete di associazioni facile da intercettare, questo va fatto! I ragazzi hanno bisogno di condividere un’esperienza di senso! La scuola, nel suo piccolo progetterà alcune iniziative per sostenere l’estate, ma i ragazzi d’estate hanno bisogno di vita, non di scuola».

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